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Nomine: Pirelli, Campari, De Longhi e Prysmian turnover ai vertici

Ufficio Stampa Pirelli

Negli ultimi tre anni ne sono successe di tutti i colori: dalla pandemia alla guerra, dall’impennata dell’inflazione al conseguente aumento dei tassi d’interesse. Cambiamenti importanti che hanno influito sugli assetti della finanza, dell’economia, ma anche dell’industria. Come fa notare Repubblica, negli ultimi mesi grandi società quotate e non quotate hanno subito rivoluzioni ai vertici, modificando le loro strategie allo scopo di conformarsi e reagire alle novità che stanno stravolgendo il contesto di mercato e dunque i business dei singoli gruppi. 

Il quotidiano romano mette in ordine, rigorosamente alfabetico le quotate e le non quotate che hanno cambiato i vertici: Tra le prime figurano Ariston Thermo, Campari, Cellnex, De’ Longhi, Ferragamo, Pirelli, Prysmian, Recordati. Tra le seconde ci sono Guala Closures, Fastweb e Mundys (ex Atlantia).

A queste due – già ben nutrite – categoria bisogna aggiungerne una terza in cui rientrano le società che sono state oggetto di un processo di passaggio generazionale che ha imposto un cambio anche del timone. Due casi su tutti sono Immsi e Piaggio della famiglia Colaninno che dopo la scomparsa di Roberto Colaninno sono andate nelle mani dei figli Michele e Matteo. In precedenza anche la guida di Prada era passata ad Andrea Guerra con il compito di traghettare il passaggio di testimone tra Patrizio Bertelli e il figlio Lorenzo.

Le società che hanno scelto manager interni

Nel processo di cambiamento sono molte le società che si sono affidate a figure interne, che conoscevano nel profondo gli assetti e che erano dunque in grado di garantire continuità ed affidabilità. Qualche esempio? In Pirelli, dopo l’addio di Giorgio Bruno, il timone è passato nelle mani di Andrea Casaluci, la cui “promozione” è stata accompagnata da un rafforzamento della divisione finanziaria con il ritorno di Francesco Tanzi nel ruolo di cfo e dg. In Prysmian, ad aprile, il posto di Valerio Battista sarà preso dal suo ex braccio destro Massimo Battaini, mentre in Campari, Bob Kunze-Concewitz ha selezionato il capo della divisione Asia Pacific Matteo Fantacchiotti per la guida, ma resterà nel cda del gruppo di cui è amministratore delegato da 16 anni e Guala, dove Gabriele Del Torchio diventerà presidente, promuovendo Mauro Caneschi, già a capo della divisione Medio Oriente e Africa. 

Chi ha scelto manager esterni 

Al contrario, Ariston Group ha optato per un manager esterno come Maurizio Brusadelli. Lo stesso dicasi per Recordati, dove un anno e mezzo fa Andrea Recordati ha assunto la presidenza esecutiva lasciando le deleghe a Robert Koremans, Ferragamo (con Marco Gobbetti) De’ Longhi (con Nicola Serafin). Nell’ex Atlantia, oggi Mundys, dopo l’addio a Piazza Affari e l’arrivo di Blackstone nell’azionariato, Alessandro Benetton ha scelto Andrea Mangoni come ad al posto di Carlo Bertazzo, e il fondo anglosassone ha confermato il cfo Tiziano Ceccarani. E poi c’è Cellnex, di cui i Benetton hanno il 10%, che ha scelto Marco Patuano come amministratore delegato.

E la finanza? Repubblica spiega che “in public company come Prysmian” c’è stato “un cambio della guardia, simile a quello che ha scelto di fare Unipol (controllata dalle cooperative e da Holmo) dove nel 2022 Matteo Laterza ha assunto le deleghe, e Carlo Cimbri ha fatto un passo indietro ritagliandosi il ruolo di presidente. Il Credem, che fa capo alla famiglia Maramotti, lo scorso anno ha nominato come direttore generale Angelo Campani, al posto di Nazareno Gregori, che avendo compiuto 68 anni ha fatto un passo indietro”. 

Dove non è cambiato nulla e dove regna la stabilità

Dopo settimane di polemiche, il prossimo 28 ottobre l’assemblea di Mediobanca riconfermerà il duo Alberto Nagel (direttore generale dal 2003 e ad dal 2007) e Renato Pagliaro (presidente del consiglio di gestione dal 2003 e presidente dal 2007). Tra le principali società quotate sono molte quelle guidate da anni dagli stessi vertici: Finecobank (di cui Alessandro Foti è ad dal 2000), Intesa Sanpaolo (dove Carlo Messina è ai vertici dal 2008 e ad dal 2013, con Gian Maria Gros-Pietro presidente dal 2013), Bpm (di cui Giuseppe Castagna è ad dal 2014, da prima della fusione con il Banco).

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Categories: Finanza e Mercati