Marcello Minenna, il direttore dell’Ufficio Analisi Quantitative della Consob ed ex assessore della Giunta grillina di Roma, non diventerà presidente dell’Authority che vigila sulla Borsa e sui mercati finanziari. Minenna, che era sostenuto soprattutto dai Cinque Stelle, è inciampato all’ultimo miglio perché la sua nomina, proppsta dal Governo, non ha mai convinto il Quirinale per almeno due ragioni. In primo luogo perchè sarebbe curioso affidare la presidenza della Consob a una personalità che non ha mai fatto mistero del suo euroscetticismo e in secondo luogo perchè Minenna ha animato la battaglia interna contro il presidente Mario Nava, che ha indotto quest’ultimo a dimettersi e che ha profondamente lacerato la Consob.
Ora si torna in alto mare non solo perché bisogna riavviare le procedure di nomina, ma anche perché quella della Consob, nel manuale Cencelli di lottizzazione degli incarichi pubblici del Governo gialloverde, andava di pari passo con quella dell’Antitrust, dove la scelta del numero uno spetta ai presidenti delle due Camere, che finora non hanno trovato la quadra.
Proprio i dubbi istituzionali sull’euroscetticismo di Minenna sembrano sbarrare la strada anche a un altro candidato alla presidenza della Consob, l’economista Antonio Maria Rinaldi, sponsorizzato dal ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona, che è già incorso una volta nel veto del Quirinale, che non esitò a bloccarne la nomina al Tesoro.
Il fatto che anche la scelta dei nuovi vertici dell’Antitrust sia in alto mare potrebbe rimescolare le carte e far rientrare in area Lega anziché Cinque Stelle l’indicazione del futuro presidente della Consob. Se così fosse, la nomina potrebbe cadere su un economista bocconiano ben conosciuto dal sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti e dalla comunità finanziaria milanese. I nomi che circolano sono tre e sono quelli di Alberto Dell’Acqua, di Donato Masciandaro e di Carlo Maria Pinardi.
Se invece la scelta per la presidenza dovesse cadere su un membro interno della Consob, i più papabili sarebbero il giurista Giuseppe Maria Berruti e l’economista Paolo Ciocca, ma al momento la scelta interna non è quella che sembra godere dei favori dei pronostici. Tuttavia, se la soluzione del rebus dovesse complicarsi, non si può escludere una scelta del tutto nuova, sia perché femminile sia perché dall’altro profilo istituzionale come quella di Magda Bianco, responsabile del servizio per la tutela del consumatore e l’antiriciclaggio della Banca d’Italia.
Molto dipenderà dalla china che prenderà la battaglia per la nomina del nuovo presidente dell’Antitrust. Qui la rosa dei papabili è per ora ristretta a tre candidati tutti autorevoli come Anna Maria Tavassi, presidente della Corte d’Appello di Milano, il presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e l’ex segretario generale dell’Antitrust Alberto Pera, che è anche presidente dell’Associazione Antitrust Italiana. Ma i giochi sono più aperti che mai e tutto lascia pensare che i nuovi presidenti della Consob e dell’Antitrust possano riservare una sorpresa.