Ne ha per tutti l’ex tennista e ora icona pop francese (cantante, conduttore televisivo, etc) Yannick Noah. E lo fa dalle pagine dell’autorevole quotidano francese Le Monde. Lui che, parole sue, “da piccolo mi allenavo a pane e salame e non avevamo nulla da invidiare agli spagnoli, e neanche i miei colleghi ciclisti sulle strade del Tour de France. Ora, come si spiega questo dominio iberico? Vicini a loro, adesso, sembriamo dei nani. C’è qualcosa che abbiamo sbagliato noi o c’è qualcosa che non va?”.
Il riferimento è chiaro ed esplicito ed è al doping. O meglio, al presunto doping che getta ombre ormai da anni sullo sport iberico. O più precisamente ancora, sull’affaire Fuentes, che ha coinvolto sportivi di tutti i livelli, prevalentemente spagnoli ma non solo: tennisti, ciclisti, atleti, calciatori.
Ecco perchè Noah ne ha per tutti, e non parla solo da ex tennista, ma da ex sportivo. E prende di mira la Spagna e il suo sistema antidoping: “L’affare Fuentes è il più grande scandalo della storia ed è stato letteralmente insabbiato. La maggior parte dei clienti di quel dottore, soprattutto quelli più famosi, sono stati risparmiati. Forse lo sport in Spagna è troppo importante e i suoi eroi sono più protetti che altrove. Ma perchè stendere il tappeto rosso al ciclista Contador per farlo tornare al Tour mentre è noto a tutti che è stato trovato positivo? Certo, era la bistecca… Smettiamola con l’ipocrisia”.
Il riferimento a Nadal invece non è esplicito, ma ha comunque scatenato una tempesta di polemiche, compresa la reazione molto risentita del diretto interessato. Quasi un’excusatio non petita: “Noah non merita di scrivere su un giornale, è un’idiota a dire una cosa del genere, con tutti i controlli che subiamo attualmente”. Secco anche lo zio allenatore del talento di Manacor, Toni Nadal: “Infantile e invidioso”.
Critiche al vincitore del Roland Garros 1983 arrivano anche dal connazionale Jo-Wilfried Tsonga, anche lui idolo tennistico e simbolo dell’integrazione razziale: “Noah dovrebbe provare le cose che dice”.
A dargli però ragione è il dottor Jean-Pierre de Mondenard, esperto francese di anti-doping: “Il sospetto intorno agli sportivi spagnoli è fortissimo, e i controlli antidoping attuali sono assolutamente inefficaci, perchè avvengono durante le competizioni, mentre sarebbero più credibili effettuati nei periodi di preparazione. Ciò avviene troppo raramente”. Con lui anche il direttore dell’Agenzia mondiale antidoping, David Howman: “Solo 36 casi di positività all’Epo su 258.267 controlli.. è ridicolo”.
Dunque la proposta shock di Yannick Noah: “A questo punto, pozione magica per tutti”. Ovvero, liberalizzazione.