Migliaia di manifestanti hanno protestato davanti all’ ambasciata francese a Niamey, la capitale del Niger. Non è stata una manifestazione pacifica. Al grido di“Viva Putin” e “Abbasso la Francia” hanno divelto il cartello “Ambassade de France” sul fronte dell’ambasciata. La manifestazione va in scena a pochi giorni dal colpo di Stato che ha deposto il presidente democraticamente eletto, ora agli arresti, e sostituito alla guida del Paese un gruppo di militari della Guardia nazionale. Nelle stesse ore ad Abuja, la capitale della Nigeria, si è riunito un vertice straordinario della Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale: ha approvato un pacchetto di sanzioni contro il Niger dei golpisti e lanciato un ultimatum: “Useremo la forza se entro una settimana non sarà reinsediato il presidente”. La nuova giunta militare aveva già intravisto nel summit la possibilità di “un intervento militare imminente a Niamey”.
Niger: l’assedio all’ambasciata di Francia
Nel racconto di Agence France Presse (Afp) i manifestanti hanno divelto la targa all’entrata con su scritto “Ambasciata di Francia” e l’hanno sostituita con bandiere del Niger e della Russia. Alcuni hanno tentato di entrare all’interno al grido di “W Putin” tanto che l’esercito è dovuto intervenire. Parigi era il referente di Bazoum, il presidente destituito, assieme all’Unione europea e agli Stati Uniti. Emmanuel Macron “non tollererà alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi” in Niger e risponderà “immediatamente”, ha fatto sapere l’Eliseo.
La reazione della presidenza Macron
La risposta dell’Eliseo non si è fatta attendere. Parigi ha fatto sapere che «sostiene tutte le iniziative regionali» volte al «ripristino dell’ordine costituzionale» e al ritorno del presidente eletto Mohamed Bazoum. Emmanuel Macron ha annunciato che «non tollererà alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi» in Niger e Parigi risponderà «immediatamente e senza esitazioni». E ancora: «Chiunque attacchi cittadini francesi, esercito, diplomatici e diritti di passaggio francesi vedrebbe la Francia rispondere in modo immediato e senza esitazioni. Secondo il Quai d’Orsay, attualmente in Niger si trovano tra i 500 e i 600 cittadini francesi.
Niger: si lavora ad una soluzione
Si lavora intanto per una soluzione della crisi. In campo il presidente di transizione ciadiano Mahamat Idriss Déby Itno, arrivato oggi a Niamey. Ma soprattutto c’è l’ex presidente nigerino Mahamadou Issoufou: su Twitter ha fatto sapere che sta lavorando al rilascio di Bazoum per «restituirlo alle sue funzioni». «Dal 26 luglio (giorno del golpe) il nostro Paese è entrato in una fase difficile della sua storia», ha postato il predecessore e membro dello stesso partito di Bazoum. Issoufou è stato colui che, al suo arrivo alla presidenza nel 2011, ha nominato capo della Guardia presidenziale il generale Abdourahamane Tchiani, capo del golpe nigerino. Secondo informazioni che circolano in ambienti militari, Tchiani ha mantenuto una grande lealtà nei confronti di Issoufou, situazione che è cambiata quando è salito al potere Bazoum, che stava per destituirlo poco dopo essere entrato in carica.