Riforma del processo penale, con la Camera che ha proprio oggi dato la fiducia al Governo con 320 voti favorevoli e l’ha definitivamente trasformata in legge, e poi testamento di fine vita e ius soli. Accantonata la possibilità di cambiare la legge elettorale e di andare ad elezioni anticipate a fine estate (bocciato il modello tedesco, il dibattito è proprio uscito dal calendario dei lavori del Parlamento), sono queste le tre riforme sulle quali si sta concentrando la maggioranza di governo in Parlamento.
Innanzitutto la riforma del codice di procedura penale, varato oggi dopo l’ok al voto di fiducia alla Camera. Montecitorio ha confermato la fiducia al governo sul ddl penale con 320 sì, 149 no e un astenuto. “Varata riforma processo #penale. Equilibrio e garanzie nelle procedure, pene severe per i reati più odiosi”, ha twittato il premier Paolo Gentiloni. Il testo è stato approvato nella stessa versione votata dal Senato oltre un anno fa il 15 marzo 2017: è rimasto poi a lungo il standby per divergenze interne alla maggioranza. Il voto definitivo è ormai una formalità, e introdurrà in particolare un nuovo capitolo sugli ascolti investigativi: “Nessuno tocca le intercettazioni come strumento investigativo – ha detto il relatore, Davide Ermini del Pd -, ma si cerca di non far finire sui giornali le cose su persone che con i processi non c’entrano niente, e di non far finire in galera chi è soggetto di informative sbagliate”.
Altra riforma calda è quella dello ius soli, ovvero del diritto alla cittadinanza italiana per chi nasce sul territorio italiano. Il tema sta diventando ancora più scottante dopo la svolta “dura” del Movimento 5 Stelle, che a Roma ha dichiarato guerra a rom e migranti, avvicinandosi alla linea da sempre sostenuta dalla Lega di Salvini. Sullo ius soli è intervenuto lo stesso Beppe Grillo, annunciando che il Movimento non voterà a favore nemmeno al Senato: “Quello che ci propinano è un pastrocchio all’italiana che vuol dare un contentino politico a chi ancora si nutre di ideologie. Concedere la cittadinanza italiana significa concedere la cittadinanza europea, quindi un tema così delicato deve essere preceduto da concertazione con gli stati dell’Ue, per avere regole uniformi. Per questi motivi il M5s, coerentemente con quanto già fatto alla Camera, sullo Ius Soli esprimerà voto di astensione”.
Infine c’è il biotestamento, per il quale sono ripresi i lavori in Senato dopo 7 i mesi di rinvii su 16 di discussione parlamentare: un cammino lungo 491 giorni che ora, così come per lo ius soli, rischia il naufragio. “Ius soli e testamento biologico – ha commentato il presidente del Senato Pietro Grasso – sono due delle molte proposte al vaglio del Parlamento che riguardano da vicino la vita di centinaia di migliaia di cittadini. Non vi è dubbio che sarebbe gravissimo non riuscire a portare a compimento il lungo e a volte troppo tortuoso percorso che questi provvedimenti hanno avuto nel corso di questa legislatura: sarebbe davvero un pessimo segnale da parte della politica e delle istituzioni nei confronti di chi attende risposte concrete ai suoi problemi. L’orizzonte rimane quello della fine naturale della legislatura, previsto per il prossimo anno. Qualora dovessero però cambiare le prospettive, le forze politiche non avrebbero comunque alcuna giustificazione. Dal canto mio sono convinto – e l’ho imparato proprio in questi anni, per me nuovi, in Parlamento – che laddove sussista la volontà politica si possano ottenere anche rapidamente i risultati sperati. Per questo ho ribadito pubblicamente e anche nei miei colloqui con i Presidenti delle Commissioni impegnate nell’esame dei testi a cui lei fa riferimento l’assoluta necessità di non disattendere le speranze dell’opinione pubblica e di procedere rapidamente per poterli portare al più presto all’attenzione dell’Aula”.