Lo scorporo delle bad bank è previsto per gennaio, mentre a febbraio partirà l’asta pubblica per la vendita delle quattro good bank, le banche italiane risanate grazie al fondo di risoluzione (Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti). Lo ha annunciato ieri nella sua prima conferenza stampa il nuovo presidente dei quattro istituti, Roberto Nicastro, precisando che sono già arrivate diverse manifestazioni d’interesse dall’Italia e dall’estero, da banche e da private equity.
“L’asta dovrebbe partire nel mese di febbraio – ha detto Nicastro – e sarà supportata da un unico advisor o da un unico team di advisor per le quattro banche”.
Quanto ai requisiti di per essere ammessi all’asta, Nicastro ha parlato di “banche medie o medio-grandi italiane, banche straniere con determinati requisiti e private equity di primario standing. A febbraio decideremo se vendere in blocco o in parti, prima faremo un sondaggio di mercato. Quanto più avremo vincoli stringenti dalla Commissione Europea, tanto più saremo spinti” a una vendita in blocco, che è più rapida ma potrebbe essere meno remunerativa, ha detto ancora il manager.
Sul versante della bad bank, Nicastro ha sottolineato che “avrà storia a sé e il fondo di risoluzione avrà il 100%. Noi non saremo coinvolti direttamente”. Sul prezzo di conferimento delle sofferenze alla bad bank, pari al 20% del valore nominale, il banchiere ha spiegato che “con tempi molto rapidi occorreva garantire un’assoluta certezza di realizzo. Non credo che l’80% (di svalutazione) debba essere visto come benchmark, non sono in grado di dire se questi portafogli siano uguali agli altri”.
Infine, Nicastro ha assicurato che durante il commissariamento “l’eccezionale radicamento sul territorio delle quattro banche non è stato intaccato. Oggi sono delle vere e proprie good bank, ben capitalizzate, liquide e stabili, pronte a riprendere il dialogo con il territorio per il finanziamento alle Pmi”.