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Nexi in trattativa con F2i per cedere asset italiani per 800 milioni, compresa la rete degli Atm

La società di pagamenti italiana sarebbe in trattativa per cedere solo alcuni asset, per concentrarsi sull’attività principale, nel mirino anche i servizi di clearing e di corpoorate banking digitale

Nexi in trattativa con F2i per cedere asset italiani per 800 milioni, compresa la rete degli Atm

C’è un’alternativa alla vendita di quote di capitale di Nexi ed è quella della divisione e cessione di singole attività. Dopo che molti pretendenti hanno mostrato interesse per la società di pagamenti italiana, ora emerge la trattativa di Nexi per vendere asset italiani dal valore di circa 800 milioni di euro al fondo infrastrutturale F2i Sgr.
Lo ha scritto Bloomberg News, secondo cui la società sta trattando con il fondo un accordo per la cessione dei servizi di clearing e di corporate banking digitale, così che poi la paytech possa concentrarsi sulle attività principali e razionalizzare la propria struttura secondo il piano aziendale .
Gli asset in questione sono all’interno della divisione Dbs digital solution, specifica Bloomberg, che cita fonti a conoscenza della situazione. Inoltre, secondo l’agenzia, Nexi è anche in trattative per la cessione di un altro asset di Dbs, la rete degli Atm, valutata circa 100 milioni di euro. Ieri sera il titolo ha chiuso con un rialzo del 3,8%.

In ogni caso non si potrà infatti procedere prima di un accordo con il governo italiano, rappresentato in Nexi da Cdp, che detiene il 13,5% oltre che da Poste Italiane che ha una partecipazione del 3,55%. Nexi è considerata un asset strategico per il Paese, in quanto controlla l’infrastruttura dei pagamenti.

La società PayTech italiana, ha chiuso i 9 mesi del 2023 con ricavi in rialzo del 7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a 2.448,8 milioni con un EBITDA in crescita del 10,2% a 1.267,7 milioni. Nexi ha già siglato la vendita del business eID nei paesi nordici a IN Groupe – fornitore leader a livello mondiale di identità e servizi digitali sicuri – per un corrispettivo massimo di 127,5 milioni di euro,

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