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New York vieta la vendita di cani e gatti nei negozi: ecco la legge contro gli allevamenti intensivi

Pixabay

Stop alla vendita di animali domestici nei negozi di New York. Chi vorrà acquistare un cane o un gatto nella Grande Mela dovrà rivolgersi altrove o recarsi nei rifugi. A partire dal 15 dicembre, infatti, entrerà in vigore una legge, firmata nel 2022, che vieta la vendita di cani e gatti nei negozi di animali: un passo importante verso la protezione degli animali e la lotta contro gli allevamenti intensivi, noti come “puppy mills”.

Conosciuta come la “Puppy Mill Pipeline Act“, la legge mira a fermare il traffico di animali provenienti da queste strutture, dove vengono allevati in condizioni disumane e senza adeguate cure veterinarie, per essere successivamente venduti nei negozi. Prima di questa normativa, New York aveva già vietato la vendita di conigli nei negozi di animali.

Un futuro più etico per gli animali

Il “Puppy Mill Pipeline Act” mira a interrompere il flusso di cuccioli e altri animali provenienti dagli allevamenti intensivi verso i punti vendita, ponendo fine a una pratica che troppo spesso danneggia la salute degli animali e viola i loro diritti fondamentali. Questo provvedimento si inserisce in un contesto in cui la crescente consapevolezza pubblica sul benessere degli animali sta spingendo verso scelte più etiche.

Dal 15 dicembre 2024, quindi, i negozi di animali dello Stato saranno tenuti a rispettare il divieto di vendita al dettaglio di cuccioli, ma potranno ancora collaborare con rifugi e organizzazioni di salvataggio per offrire animali da adottare. Le violazioni della legge comporteranno sanzioni fino a 1.000 dollari.

Il caso Shake A Paw

L’idea di questa legge è nata a seguito di numerose denunce contro i negozi Shake A Paw di Long Island, accusati di vendere cuccioli malati, con gravi ripercussioni per i proprietari che si sono visti costretti a sostenere costosi trattamenti veterinari. Nel 2021, il procuratore generale Letitia James aveva avviato un’indagine che aveva portato a circa 100 denunce. La catena, dopo aver raggiunto un accordo con le vittime, ha dovuto risarcire i clienti con 300.000 dollari.

Erin Laxon, una delle persone coinvolte nella causa, ha raccontato la triste storia del suo cucciolo, un incrocio tra Chihuahua e Bassotto che si ammalò gravemente subito dopo l’acquisto e morì di polmonite. “Sapere che altri non dovranno più affrontare una situazione simile mi dà un po’ di conforto”, ha dichiarato Laxon.

La battaglia contro le “Puppy Mills”

Pur non mirando direttamente agli allevamenti intensivi, la legge si concentra su quelli che riforniscono i negozi di animali. Negli Stati Uniti, i cosiddetti “puppy mills” sono strutture in cui gli animali vengono allevati in condizioni di vita estremamente povere, senza attenzione per il loro benessere fisico e psicologico. Sebbene molti di questi allevamenti si trovino fuori dallo stato di New York, la legge si propone di fermare la catena di distribuzione, impedendo ai negozi di continuare a vendere animali provenienti da tali luoghi. Molti negozi non sono nemmeno consapevoli delle condizioni in cui gli animali vengono allevati, un aspetto che la legge mira a correggere, incoraggiando la collaborazione con rifugi e gruppi di soccorso.

Secondo l’Aspca (American Society for the Prevention of Cruelty to Animals), circa la metà dei cuccioli venduti a New York proviene dal Missouri, uno stato che detiene il primato per il numero di allevamenti di cuccioli negli Stati Uniti.

Negozi di animali: cosa cambierà?

Nonostante il divieto, i negozi di animali non dovranno chiudere, ma dovranno adattarsi alla nuova realtà, promuovendo l’adozione di animali provenienti da rifugi. “Ci sono migliaia di animali sani e affettuosi in attesa di una casa, quindi non ha senso continuare a permettere la vendita di cuccioli provenienti da allevamenti intensivi”, ha dichiarato Maureen Linehan, portavoce dell’Aspca.

Le preoccupazioni del settore: dalle chiusure alla vendita illegale

Non tutti sono contenti del nuovo divieto. I negozi di animali e gli allevatori temono che la legge possa danneggiare il loro business e, in alcuni casi, portare alla chiusura dei negozi, visto che molte piccole attività si rifornivano proprio dalle strutture incriminate. Alcuni poi temono che il divieto possa alimentare il mercato nero, aumentando la vendita illegale di cuccioli. Il divieto, però, sembra avere un ampio consenso tra i cittadini, che preferiscono acquistare animali provenienti da ambienti più sicuri, come i rifugi.

Perché questa legge è importante?

La legge rappresenta un passo importante nella lotta contro le pratiche crudeli nei confronti degli animali e riflette un cambiamento nella mentalità della società, sempre più incline a scegliere l’adozione piuttosto che l’acquisto. Come sottolineano le organizzazioni animaliste, ogni anno milioni di animali domestici sono in attesa di una casa e molte delle condizioni di vita che affrontano sono ingiustificabili. Non solo i negozi di animali, ma anche i consumatori, hanno un ruolo nel garantire un futuro migliore per i nostri amici a quattro zampe.

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