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New York Times, gli abbonamenti rallentano: “Colpa di Trump”

Photo by Stéphan Valentin on Unsplash

Continua la pioggia di trimestrali sui mercati internazionali che oggi, tra l’altro, sta spingendo al rialzo le Borse (Ftse Mib +1,7% trainato da Stellantis e Cnh, solo per fare un esempio vicino a noi). Tra le società che hanno pubblicato oggi i loro conti, c’è la New York Times Company, i cui risultati da anni fungono da cartina tornasole per l’editoria mondiale e che stavolta mostra tante luci, ma anche qualche ombra profonda.

Il New York Times ha chiuso il primo trimestre con utili in rialzo del 54% a 68 milioni di euro e ricavi pari a 473 milioni (+6,6%). Ma a far storcere il naso agli investitori sono i dati relativi agli abbonamenti: cresciuti sì, ma troppo poco. Il giornale americano conta su un totale di 7,8 milioni di abbonati alla versione cartacea e al digitale, con 6,9 milioni per le news online e le app di cucina e giochi. Nei primi tre mesi, gli abbonamenti online sono cresciuti di 301mila unità, il peggior incremento dal terzo trimestre del 2019.

Cosa ha causato questo rallentamento? Secondo il Nyt il dato sarebbe da addebitare alla fine dell’effetto Trump. L’uscita di scena dell’ex presidente Usa e l’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden hanno posto fine alla stagione di tumulti presidenziali che il New York Times ha seguito con numerosi articoli, inchieste (la più celebre è quella sulla dichiarazione dei redditi di Trump) e fact checking continui che nel corso degli ultimi anni hanno attirato l’attenzione di milioni di lettori, spingendoli ad abbonarsi per tenersi informati. Archiviata l’era Trump, gli Usa si sono avviati verso una “normalizzazione politica” che sembra nuocere ai conti del giornale. Al risultato può aver contribuito anche la cacciata di Trump dai principali social network. Tra l’altro proprio oggi Facebook ha deciso di confermare la sospensione del profilo dell’ex inquilino della Casa Bianca a quattro mesi di distanza dall’assalto a Capitol Hill. 

Tornando al NYT, la società ha sottolineato che, nonostante il rallentamento registrato nel  trimestre appena concluso, il raggiungimento dell’obiettivo di 10 milioni di abbonati entro il 2025 non è in discussione. 

Andando avanti coi dati, gli abbonamenti online e la pubblicità digitale, insieme, sono aumentati del 32% a 239 milioni di dollari, mentre il cartaceo continua nel suo inesorabile declino, conformandosi a un andamento visibile in tutti i giornali internazionali. Per la prima volta, la società ha reso noto anche il numero di lettori (utenti registrati che possono leggere 8 articoli al mese gratuitamente), pari a 100 milioni. La vendita di abbonamenti ha registrato un incremento del 15% a 329 milioni, con gli abbonamenti digitali cresciuti del 38% a 179,6 milioni. 

I ricavi derivanti dalla pubblicità sono invece scesi dell’8,5% a 97 milioni, nonostante l’aumento dell’advertising digitale, arrivato a quota 59,5 milioni di dollari. I costi operativi sono aumentati di poco più dell’1% nell’ultimo anno a 421,4 milioni di dollari, con la società che ha speso meno in trasferte ed eventi, a causa della pandemia, ma ha aumentato il numero di persone assunte.

Per il trimestre in corso, Il New York Times si aspetta i ricavi da abbonamento in rialzo del 15% rispetto all’anno precedente, con ricavii dagli abbonati digitali in salita di circa il 30%.

Sul Nasdaq, dopo la pubblicazione della trimestrale, il titolo del New York Times cede il 4,77%, in controtendenza con l’andamento dell’indice hi-tech che oggi guadagna lo 0,1%.

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