E’ già festa a New York, dove nella notte italiana fra domenica 2 e lunedì 3 febbraio (ore 00.30 in diretta tv su Italia 1) si gioca l’edizione numero 48 del Superbowl. Per la precisione, la finalissima del football americano, l’evento sportivo più ricco del pianeta, si tiene al MetLife Stadium, dove giocano Giants e Jets, che si trova nel New Jersey, al di là del fiume Hudson che costeggia Manhattan. Ma ad essere adibita all’evento è tutta la Grande Mela, a incominciare da Times Square, che nell’ultima settimana ha chiuso al traffico auto per trasformarsi in un parco tematico.
Per la prima volta dunque la Nfl ha optato per una scelta “fredda”: mai infatti l’atto finale del più popolare sport a stelle e strisce, che vede quest’anno in campo Denver Broncos contro Seattle Seahawks, si era tenuto in una città così a Nord: il record, al momento, sono gli insoliti 4 gradi a New Orleans nell’edizione del 1972, ma stando alle previsioni (temperature sottozero) sarà senz’altro battuto.
Il clima tuttavia non fermerà la carica dei 400mila: tanti infatti sono gli spettatori previsti, 80mila dei quali hanno in tasca un biglietto, mentre gli altri saranno in giro per New York saltando da una festa all’altra e sfidando le temperature inclementi. Oppure cercheranno di comprare un biglietto, dato che i prezzi stanno crollando. Ma alla faccia della crisi, restano altissimi: il Superbowl non è solo sport, è anche spettacolo e, soprattutto, marketing. Specialmente se agli spettatori dal vivo se ne aggiungono quasi un miliardo davanti alla tv: 100 milioni solo negli States, 700 nel resto del mondo.
Anche quest’anno infatti il business pubblicitario presenta cifre da capogiro: per uno spot di 30 secondi sono stati pagati 4 milioni di dollari (100.000 euro al secondo!) e le vendite erano iniziate addirittura nel maggio 2013. Come al solito la fanno da padrona le case automobilistiche: sedici spot lo scorso anno (tra i quali anche quelli di Fiat: uno per 500, uno per 500e e due per 500L), per il momento undici per questa edizione. Jaguar, Audi, Volkswagen (che un anno fa aveva scelto di presentare Beetle), Toyota, Chevrolet, Ford, Hyundai, CarMax e Kia hanno già pronti i loro filmati. La casa giapponese e quella tedesca dei Quattro anelli addirittura due.
E, come sempre, oltre all’incredibile risvolto economico e alla presenza delle star della musica (quest’anno Bruno Mars e Red Hot Chili Peppers, che suoneranno gratis, e gli U2 insieme a Bank of America col nuovo singolo di beneficenza “Invisibile”), non mancano le stranezze. Sebbene la tradizione voglia il Superbowl come l’evento di sfogo alimentare per antonomasia – tra pollo fritto, dolci e litri di birra da consumare allo stadio o davanti alla tv – quest’anno al MetLife Stadium sarà infatti presente uno stand totalmente vegano: quello di Field Roast. Nei pressi del settore 144 saranno distribuiti hot dog veg e hamburger vegetali, e l’azienda guarda caso è di Seattle, come una delle squadre in campo.
Come del resto non è un caso la presenza di un cartellone pubblicitario strategicamente posto a due passi dallo stadio: “Più sicura dell’alcol…e del football”, con riferimento alla marijuana e alla campagna sensibilizzazione per la sua legalizzazione , visto che a sfidarsi sono le squadre di due città, Denver e Seattle, i cui Stati, Colorado e Washington, hanno di recente legalizzato la sostanza per scopi ricreativi e sono stati i primi due a farlo negli Stati Uniti.
Infine, oltre al business fuori dal campo, c’è anche quello che si sfida sul rettangolo verde, tra yard e placcaggi. Secondo Forbes infatti le due sfidanti valgono entrambe oltre il miliardo di dollari: i Denver Broncos sono 13esimi nella Nfl con un valore di 1,161 miliardi, mentre i Seattle Seahawks sono 15esimi con 1,081 miliardi di dollari. Ma se si dovesse scegliere il vincitore in base al patrimonio netto dei due proprietari, sarebbero di gran lunga i Seahawks a vincere. Paul Allen ha infatti un patrimonio netto stimato in 15,8 miliardi dollari, mentre il collega proprietario Broncos, Pat Bowlen, vale circa 500 milioni di dollari (in totale, il patrimonio netto della sua famiglia arriva al miliardo). Ma l’ultima parola, come sempre, spetta al campo.