Per Netflix è ormai arrivato il tempo di inventarsi qualcosa. Se fino a qualche anno fa la prima e popolarissima piattaforma di contenuti d’intrattenimento in streaming aveva un quasi monopolio e sembrava destinata a un lungo periodo di crescita, ora invece il colosso fondato addirittura nel 1997 (ma l’attuale servizio è vecchio di soli 10 anni) è letteralmente assediato dalla concorrenza: Amazon Prime Video, Apple Tv, Disney + e chi più ne ha più ne metta. Serie tv e film dunque non bastano più: il catalogo si assottiglia, i costi aumentano; e la soluzione sono i videogiochi. Netflix ha infatti confermato ufficialmente che implementerà la propria offerta con il gaming, inizialmente concepito per smartphone e tablet e completamente gratuito per chi ha già un regolare abbonamento alla piattaforma: “I videogiochi verranno inclusi nell’abbonamento a Netflix senza costi aggiuntivi proprio come i film e le serie”.
L’operazione dimostra che il modello di business sostanzialmente inventato proprio da Netflix e esploso anche grazie alla pandemia, che ha portato sempre meno gente nei cinema a vantaggio della fruizione casalinga, necessita già di qualche ritocco e di una diversificazione. Anche perché la concorrenza e spietata e la stessa emergenza pandemica col passare del tempo si avvia alla conclusione: il ritorno alla normalità, seppur graduale, significa più persone nelle piazze e nei teatri, un po’ meno incollate davanti ad uno schermo dopo un anno e mezzo di chiusure forzate. Tant’è vero che molti analisti ed investitori temevano un calo dei conti di Netflix con i vaccini, o quanto meno una crescita rallentata. E in effetti i conti della piattaforma streaming hanno deluso le aspettative, seppur abbia quasi raddoppiato l’utile nel secondo trimestre 2021 su base annua (1,35 miliardi di dollari) e gli abbonati siano vicini alla soglia dei 210 milioni.
Netflix ha esultato sostenendo di essere in anticipo sui propri obiettivi, ma il mercato non ci crede: “Il business di Netflix negli Stati Uniti è saturo”, scrive ad esempio eMarketer, aggiungendo che “la piattaforma è riuscita ad aumentare i ricavi a 7,3 miliardi (+19%) nonostante la concorrenza, ma sta perdendo quote di mercato a vantaggio di Disney +”. Oggi negli Stati Uniti il 27% degli utenti televisivi utilizza piattaforme streaming, di cui il 7% proprio Netflix. Ma forse non basta più. Qualche tempo fa la piattaforma aveva persino ipotizzato di inserire la pubblicità per far fronte al rallentamento della crescita degli abbonati e all’aumento dei costi. L’idea è ancora sul tavolo, ma nel frattempo si punta ad allargare il pubblico con i videogiochi mobile, un mercato che a cavallo tra il 2020 e la prima metà del 2021 è cresciuto in Italia e in Europa con percentuali superiori alla doppia cifra mensile e le previsioni degli analisti sono concordi nell’affermare che il trend positivo proseguirà fino al 2025.