La diversità è uno dei valori fondamentali del nostro secolo. La globalizzazione, l’esplosione delle micro-comunità emerse con l’avvento dei social network, il melting pot sociale e il focus sulla sostenibilità spingono un numero sempre maggiore di comunità, organizzazioni e aziende a scegliere di mettere al centro della loro azione i temi della diversità, della giustizia e dell’inclusione. In un contesto così, la velocità, l’interconnessione e la complessità della società di oggi richiedono il contributo di ciascun individuo, “nessuno escluso!” Il libro di Andrea Laudadio, a capo della struttura di Learning and Development di Tim, è dedicato a chi a vario titolo è chiamato all’importante compito di promuovere e valorizzare la diversità, la giustizia e l’inclusione.
Oggi, spiega Laudadio, viviamo in un mondo dove i problemi sono sempre più complessi e richiedono soluzioni a loro volta sempre più articolate. “Le soluzioni efficaci a problemi complessi non richiedono soltanto conoscenze più vaste, ma anche una pluralità di punti di vista che possano rendere efficace quella soluzione”.
La diversità non è un elemento da tollerare, ma un bene da tutelare
La diversità non è più un “problema”, ma un indispensabile strumento di lavoro. Lo sanno le grandi aziende, che sono passate da una fase in cui l’obiettivo era “integrare” la diversità all’interno della propria cultura a una in cui bisogna attrarre e produrre diversità. Per “fare la differenza” c’è bisogno di “fare diversità”; tema che non riguarda più solo qualche categoria o gruppo, ma ciascuna e ciascuno di noi, con le nostre infinite diversità che ci rendono unici e vanno sempre più valorizzate e sviluppate.
Il percorso che farà diventare questo libro “vecchio e inutile”, come Laudadio si augura, è già cominciato: nel novembre 2021 la maratona 4Weeks4Inclusion, capitanata da Tim, ha coinvolto tra gli altri Giunti Psychometrics, editore di questo libro e anche di strumenti scientifici di valutazione pensati per il mondo HR: persino la diversità, infatti, si può misurare. Anche da quell’esperienza nasce la storia della pubblicazione di questo testo.