Nepal, il giallo dell’alpinista che usò l’elicottero per scalare l’Everest Kathmandu. Il governo nepalese ha rilasciato ieri una dichiarazione in cui si dice che è in corso un’indagine per stabilire se l’alpinista cinese Wang Jing, impegnata in un’ascensione solitaria del Monte Everest dal versante nepalese, abbia utilizzato un elicottero per raggiungere un campo d’alta quota dopo che la valanga del mese scorso aveva cancellato parte del sentiero.
Per comprendere perché le autorità nepalesi se ne occupino, bisogna sapere che utilizzare un elicottero per compiere un tratto della scalata costituisce un grave affronto alla tradizione delle ascensioni alla vetta più alta del mondo. La valanga che ha interrotto la pista è stata tra le più rovinose della storia delle scalate himalayane e ha causato la morte di 16 guide nepalesi, che stavano fissando le corde e trasportando i rifornimenti per i propri clienti stranieri.
Per rispetto dei colleghi morti nell’incidente, molti sherpa si sono rifiutati di accompagnare gli alpinisti e diversi scalatori stranieri sono stati costretti ad abbandonare le spedizioni in atto. Wang Jing si è invece mostrata particolarmente determinata e, messo insieme un piccolo gruppo di cinque sherpa, ha intrapreso il percorso su cui si era abbattuta la valanga, decisa a entrare nella storia come la prima alpinista che abbia raggiunto la cima passando per una pista così accidentata.
Vista la difficoltà dell’impresa – dicono gli accusatori – la Wang avrebbe utilizzato un elicottero per superare la parte del tracciato invaso dalla valanga. Elicotteri partono e arrivano regolarmente da e per i campi base, sia per portare in salvo scalatori in pericolo o colpiti da un malore, sia per trasportare viveri e medicinali.
In presenza di una valanga, l’alpinista che non diserta la spedizione deve procedere sull’ammasso di neve e ghiaccio aiutandosi con corde, ramponi o scale di alluminio. Mentre le autorità competenti indagano per determinare se uno degli elicotteri in servizio al campo abbia portato a bordo Wang Jing, l’alpinista cinese nega recisamente di aver utilizzato personalmente alcun elicottero, ammettendo invece di aver richiesto il trasporto di materiali necessari alla spedizione.
La controversia risulta più chiara se si tiene conto che alpinismo e trekking costituiscono le maggiori attrattive turistiche del Nepal, in grado di dare vita a un notevole giro d’affari in costante crescita. L’alpinismo però ha una sua etica, tradizioni consolidate e regole non scritte, che è necessario mantenere integre se non si vuole incorrere in una “scomunica” che lederebbe anche l’immagine del Paese sul tetto del mondo.
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