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Neonati e Ryanair, finto scandalo: i bebè in aereo pagano sempre

FIRSTonline

Ryanair fa arrabbiare ancora una volta i consumatori. Dopo il caso trolley, i social media si sono scatenati contro la compagnia low cost per il “supplemento neonati”. Se però si scava un po’ più a fondo, si scopre che stavolta le polemiche potrebbero essere ingiustificate, visto che il sovrapprezzo per i neonati non è una novità e soprattutto non è un’invenzione di Ryanair: viene applicato da tutte le principali compagnie aeree attive in Italia.

Ma ricostruiamo la storia dall’inizio.

I 25 EURO A NEONATO

Sul sito di Ryanair, nella “tabella dei supplementi facoltativi”, si legge che i passeggeri dovranno pagare 25 euro in più per ogni bambino “di età inferiore ai 2 anni, sia per il viaggio di andata che di ritorno”. Non fa differenza che si prenoti online o si aggiunga il servizio all’ultimo in aeroporto: ogni neonato costa 25 euro. Punto.

LA DENUNCIA DI FEDERCONSUMATORI

Ryanair non ha introdotto questo supplemento di recente, eppure i social se ne sono accorti solo qualche giorno fa, in scia a una denuncia di Federconsumatori: “La disperata corsa al guadagno di Ryanair sembra non avere più limiti – scrive l’Associazione – Il supplemento, già di per sé assurdo, appare ancora più ingiustificato se si considera che i bimbi devono viaggiare in braccio ai genitori con una cintura apposita fornita dal personale di bordo: l’utente, quindi, si trova a pagare di più senza ricevere alcun vantaggio né servizi aggiuntivi”.

LE ACCUSE DI “SCARSA TRASPARENZA”

L’associazione accusa la compagnia low cost anche di scarsa trasparenza, dal momento che il sovrapprezzo per i bebè non viene esplicitato in fase di prenotazione online, se non alla fine della procedura, ossia nella schermata del pagamento. “Un utente un po’ distratto o anche poco avvezzo alle prenotazioni online potrebbe non accorgersi dell’applicazione del balzello”, sostiene ancora Federconsumatori.

LA REPLICA DI RYANAIR

Ryanair si difende sostenendo che in realtà il supplemento per i neonati “non è una novità: esisteva già in passato e nell’ultimo anno non ci sono stati rincari. Tutte le tariffe sono visionabili e chiare sul nostro sito. Ryanair non ha costi extra nascosti e tutti i servizi opzionali e le tariffe vengono evidenziate e devono essere accettate dai clienti prima della prenotazione”.

COSA FANNO LE ALTRE COMPAGNIE?

Nella sua nota, Ryanair parla del “supplemento neonati” come di “uno standard del settore”. E, in effetti, non ha torto.

Anche le altre compagnie aeree più utilizzate dagli italiani prevedono sovrapprezzi per i bambini di età inferiore ai due anni. Ecco uno schema.

  • Alitalia: fonti della compagnia fanno sapere che per i bambini sotto i due anni portati in braccio è prevista una tariffa fissa di 22 euro a tratta sui voli nazionali; su quelli internazionali, invece, il costo è pari al 10% del biglietto pagato dall’accompagnatore.
  • EasyJet: la low cost britannica prevede un sovrapprezzo di 31 euro a tratta per ogni neonato: “Gli aeroporti ci impongono dei costi per i viaggi dei neonati (<2 anni): questo supplemento copre tale costo – precisa la compagnia sul suo sito – Questa tariffa include anche un bagaglio a mano aggiuntivo”.
  • Vueling: da una tabella pubblicata sul sito della compagnia spagnola si ricava che il cosiddetto “costo neonato” può variare da 14,99 a 154,99 euro.
  • Lufthansa: “Sulle rotte internazionali i bambini fino a 2 anni compiuti pagano di norma il 10% del prezzo del volo degli adulti – si legge sul sito del vettore tedesco – Non hanno però diritto a un posto. Se desidera che il suo bambino abbia un proprio posto c’è la possibilità di prenotare un biglietto alle condizioni previste per un bambino tra 2 e 11 anni. Sulle rotte all’interno della Germania, Lufthansa in linea di massima non addebita il prezzo del volo ai bambini piccoli. Anche in questo caso non hanno però diritto a un posto”.
  • Blue Panorama: sul sito della compagnia si legge che, a livello tariffario, neonati e bambini “possono godere di riduzioni secondo le regole previste dalla tariffa acquistata”.
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