A Varese ieri sera le cose sono andate abbastanza bene. Alla fine c’è stato anche l’abbraccio tra un Bossi sempre più traballante (ormai anche dal punto di vista politico) e un Maroni che giocava in casa, acclamato da tutto il popolo leghista. Naturalmente c’era anche Calderoli, che quando le cose sembrano andare al meglio non manca mai. Prima l’ex ministro dell’Interno aveva fatto i consueti cenni d’onore nei confronti del capo: “Non sarò io il Bruto che accoltellerà Bossi”. Ma soprattutto è stato il capo a dire che ormai per la Lega è tempo di congressi.
Allora, tutto risolto? Quella tra i due leader storici del Carroccio è stata soltanto una tempesta in un bicchier d’acqua? Le cose non stanno proprio così. Intanto Maroni ieri sera è tornato a chiedere di “cacciare chi mi vuole cacciare”. E molti nella sala dove si svolgeva il comizio hanno subito pensato al capogruppo alla Camera Reguzzoni. Anche se l’ex ministro dell’Interno ha tenuto a dire che lui (che viene da Varese) non può essere invidioso di uno di Busto Arsizio (Reguzzoni). Prove di scessione provincial-regionale?
Al di là delle battute, le tensioni nella Lega restano, e quella andata in onda a Varese, più che una manifestazione di riappacificazione, è stata soprattutto una prova di disgelo. Perché scoppi la pace c’è bisogno di ben altro. Magari proprio di quei congressi che ora anche Bossi dice di voler fare, ma per i quali non indica ancora alcuna data. E intanto ci sono passaggi difficili. Il problema del capogruppo alla Camera c’è. Lo riconosce lo stesso Reguzzoni che prima rammenta di aver già dato le dimissioni e poi conclude con sicurezza che comunque sarà Bossi a decidere.
Poi c’è la manifestazione leghista contro il Governo che si terrà domenica prossima a Milano: probabilmente i segnali di disgelo di Varese hanno proprio l’obiettivo di evitare contestazioni pubbliche a Milano. Ma in arrivo ci sono soprattutto le elezioni amministrative di Verona. Il sindaco leghista Tosi, che gli esperti arruolano tra i maroniani di più robusta osservanza, si presenterà con una sua lista “per Tosi”. Ci sarà anche un’altra lista leghista, magari insieme o comunque collegata al Pdl? Il sindaco esclude questa possibilità, come peraltro ogni alleanza preventiva con i berlusconiani, ma si dice che Aldo Bracher (l’ambasciatore del cavaliere nei territori del Carroccio) sia da tempo a lavoro in vista dell’appuntamento elettorale nella città dell’Arena.
Insomma: tanti i problemi ancora aperti nella Lega. Bossi non pensa di cedere lo scettro neanche ai congressi. Ma qualche sacrificio nel campo del cosiddetto cerchio magico dovrà farlo. Reguzzoni? Qualcuno dice che anche il giovane figlio Renzo potrebbe pagare un prezzo. Intendiamoci, niente di particolarmente oneroso. Soltanto che alle prossime elezioni potrebbe non essere candidato alla Camera. Ma soltanto perché lo attenderebbe un altrettanto ben remunerato seggio a Strasburgo.