Un documento di 120 pagine organizzate in 6 macro-settori con relativi obiettivi: è il Piano Colao che il presidente della task force incaricata di suggerire al Governo come rilanciare l’economia italiana nel triennio 2020-2022 dopo l’emergenza Coranavirus ha consegnato nelle ultime ore al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in vista degli controversi Stati generali che si dovrebbero tenere nel fine settimana ma che stanno suscitando tensioni tra il Premier e il Pd.
Più ancora delle singole proposte il punto cruciale è capire quale sarà l’uso politico del Piano Colao: se cioè il Governo vorrà farlo almeno in parte proprio e tradurlo in riforme e provvedimenti conseguenti oppure se – come sembra di capire dal gelo con cui il premier lo ha accolto – lo considererà solo un contributo teorico che lascia il tempo che trova. In attesa di capire quale sarà la vera sorte del Piano Colao, vediamo per ora quali sono i suoi punti fondamentali.
RINVIO DELLE TASSE
con lo slittamento del pagamento delle imposte sui redditi di giugno-luglio, del saldo delle imposte 2019 e dell’acconto 2020.
CONDONI E SANATORIE PER CONTANTE E LAVORO NERO
Al fine di portare alla luce redditi non dichiarati o fuggiti all’estero e di snidare il lavoro nero il Piano Colao non rinuncia anche a immaginare condoni e sanatorie per regolarizzare le tante anomalie che contraddistinguono questi campi.
PROROGA CONTRATTI A TERMINE
Prorogare i contratti di lavoro a termine fino alla fine dell’anno (anche in deroga alle regole che in alcuni casi ne vietano i rinnovi quando, per esempio, è stato raggiunto il numero massimo) per dare respiro all’occupazione e tutelare le fasce più deboli dei lavoratori.
FORMAZIONE LAVORATORI
Previsti anche incentivi alle imprese per riqualificare i disoccupati. A questo scopo andrebbero creati incentivi alle imprese (ad esempio, defiscalizzazione di spese di formazione, riduzione del cuneo), incentivi ai lavoratori e programmi formativi di qualità.
OPERE PUBBLICHE
Il piano propone di semplificare l’applicazione del codice degli appalti, applicando alle infrastrutture “di interesse strategico” le direttive europee. Allo stesso tempo, bisognerebbe rivedere la normativa in un nuovo codice, basato sulle stesse direttive.
Per le opere pubbliche strategiche, la task force propone di creare un presidio di esecuzione che elimini ostacoli alla loro realizzazione anche attraverso “leggi o protocolli nazionali di realizzazione non opponibili da enti local”. La pianificazione dovrebbe avvenire attraverso un presidio presso la Presidenza del Consiglio.
SCUOLA
Per il mondo della scuola vengono suggerite diverse misure:
- “Una campagna di volontariato che affianchi le strutture pubbliche (ovviamente senza sostituirle) nel supporto della formazione”;
- la campagna di crowdfunding “Adotta una classe” per dotare le classi di infrastrutture e apparecchi digitali;
- il programma nazionale “Impara dai migliori”, con cui per 20 sabati l’anno grandi aziende high tech, enti di ricerca e università fanno corsi di aggiornamento su temi innovativi agli insegnanti di liceo e medie;
- la “Gara dei talenti”, con aziende e donatori organizzano una serie di concorsi tipo Hackathon per giovani studiosi su temi di grande rilievo tecnologico, sociale e culturale.
Nel piano si parla inoltre di dare una “spinta alla formazione di nuove competenze”, con un orientamento dei giovani che concili le loro aspettative “con le trasformazioni del sistema socioeconomico”, un “canale di istruzione terziaria professionalizzata” e una piattaforma digitale di “education to employment”, con corsi realizzati dalle aziende per sviluppare le competenze di cui hanno bisogno.
STOP ALLA BUROCRAZIA
Semplificazione e velocizzazione della burocrazia con ampio ricorso all’autocertificazione, al legame tra responsabilità dei dirigenti pubblici e risultati di gestione e alla revisione del cosiddetto danno erariale.
SMART WORKING
Dopo la sperimentazione durante il lockdown, è venuto il momento di disciplinare lo smart working come opzione per imprese e lavoratori.
ACCELERARE 5G E BANDA LARGA
Dall’ex capo di Vodafone non poteva non arrivare un forte appello alla politica a sviluppare e modernizzare le nostre reti di telecomunicazione. Una delle raccomandazioni principali è proprio la creazione di “una rete in fibra” che copra tutta l’Italia, da realizzare insieme a una spinta alle reti 5G, anche alzando i limiti per le emissioni che oggi in Italia sono tre volte più bassi di quelli medi europei. Occorre poi “negoziare un’estensione delle concessioni equilibrata e condizionata ad un piano di investimenti espliciti e vincolanti (ad esempio nei settori autostrade, gas, geotermico e idroelettrico), coerenti con le macro direttive del Green Deal europeo”.
SCUDO PENALE PER LE IMPRESE SU CONTAGI COVID
Il Piano Colao propone inoltre di togliere il principale motivo di incertezza per le imprese non sanitarie di fronte al Coronavirus, obbligandole ad applicare rigorosi protocolli ma sollevandole da eventuali responsabilità penali in caso di contagio dei dipendenti.
PAGAMENTI PA
La task force propone inoltre di introdurre “un codice di comportamento volontario ma fortemente sponsorizzato a livello governativo” per il pagamento rapido dei fornitori, ad esempio a 30 giorni, così da alimentare la circolazione di liquidità.
STARTUP E PMI
Al fine di “rafforzare le misure di sostegno alle start-up e PMI innovative”, il piano suggerisce di aumentare “le agevolazioni fiscali per l’investimento da parte di cittadini, società e fondi specialistici”.
ALTA VELOCITÀ
Nel documento si parla inoltre di “migliorare l’accessibilità del turismo italiano, investendo nei collegamenti infrastrutturali chiave relative alle aree/poli turistici ad alto potenziale e ad oggi mancanti, potenziando le dorsali dell’Alta Velocità, alcuni aeroporti turistici minori e la logistica intermodale per le città d’arte». Tra gli interventi si sottolinea lo sviluppo dell’Alta velocità ferroviaria sulla dorsale adriatica (Bologna-Taranto), e il completamento dell’Alta velocità sulla dorsale tirrenica, in modo che arrivi fino in Sicilia”.
ASILI NIDO
Costruire nuovi asili nido per raggiungere “in 3 anni il 60% dei bambini eliminando le differenze territoriali tra Centro, Nord e Mezzogiorno”. Oggi la disponibilità di posti nei nidi non supera il 25% del totale ed è fortemente sperequata sul territorio: nelle regioni meridionali i posti disponibili coprono solo il 10%.