Negozi chiusi a domeniche alterne. Dopo mesi di trattative e polemiche, Movimento 5 Stelle e Lega sono riusciti a mettersi d’accordo sulle chiusure domenicali raggiungendo un compromesso tra l’iniziale linea oltranzista dei pentastellati – negozi aperti solo una domenica su quattro – e quella più liberista della Lega, che invece proponeva l’obbligo di chiusura solo per 8 domeniche l’anno.
Il risultato di questo compromesso è un disegno di legge arrivato il 30 gennaio in commissione Attività produttive.
NEGOZI CHIUSI LA DOMENICA: COSA PREVEDE IL TESTO
La proposta del Governo prevede che gli esercizi commerciali rimangano aperti 26 domeniche su 52, vale a dire una domenica sì e una no, mentre la chiusura totale è prevista nelle 12 festività nazionali (Capodanno, Epifania, Pasqua, Pasquetta, anniversario della Liberazione, Primo maggio, festa della Repubblica, Ferragosto, Ognissanti, Immacolata Concezione, Natale e Santo Stefano), anche se pure in questo caso sono previste delle deroghe: l’apertura sarà consentita per quattro giorni festivi che saranno scelti dalle Regioni.
NEGOZI CHIUSI LA DOMENICA: LE DEROGHE
Diverse le regole per i negozi “di vicinato” (punti vendita al dettaglio con superficie di vendita non superiore ai 150 m² nei comuni sotto i 10mila abitanti o 250 m² sopra ndr.) che avranno invece il “permesso” di rimanere aperte tutte le domeniche dell’anno, eccezion fatta per le festività).
Regole ad hoc per le zone turistiche che potranno concentrare le domeniche di apertura in alta stagione. Il che significa, ad esempio, che in montagna potranno restare aperti in inverno e chiudere in estate e al mare si potrà fare il contrario.
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CHI POTRÀ RESTARE APERTO
Non saranno soggetti alle nuove regole e dunque avranno la possibilità di rimanere aperti i seguenti esercizi commerciali:
- rivendite di generi di monopolio,
- esercizi commerciali presenti stazioni, parchi divertimento, stadi e centri sportivi,
- stazioni di servizio autostradali,
- cinema,
- rivendite di giornali,
- rosticcerie,
- pasticcerie,
- gelaterie,
- autosaloni,
- negozi di fiori e articoli da giardinaggio, mobili, libri, dischi, nastri magnetici, musicassette, videocassette, opere d’arte, oggetti d’antiquariato, stampe, cartoline, articoli da ricordo e artigianato locale.
NEGOZI CHIUSI LA DOMENICA: LE SANZIONI
Stabilite anche delle pesanti sanzioni per chi viola le regole: chi rimane aperto quando non può riceverà una multa compresa tra i 10mila e i 60mila euro. In caso di recidiva la sanzione raddoppia. I proventi derivanti dalle multe saranno utilizzati per sviluppare attività di costrasto all’abusivismo commerciale e per finanziare misure a favore del decoro urbano.