Se qualcuno pensava ci fosse qualcosa di banale in un primo turno Nba, forse rimarrà deluso: mai come quest’anno, infatti, si erano viste tante partite tirate fino all’ultimo secondo utile, finite con un distacco di un paio di punti o addirittura all’overtime.
Una lotta campale che, però, sembra non riguardare i Miami Heat, che nella notte hanno archiviato comodamente la pratica Charlotte Bobcats (probabilmente la squadra più debole del lotto playoff, anche per via dell’infortunio che ha limitato Al Jefferson) vincendo in trasferta per 109 a 98. Per Lebron James classica giornata in ufficio: 31 punti, 7 rimbalzi e 9 assist. I campioni in carica, logici favoriti per la vittoria finale, sono l’unica squadra ad aver completato uno sweep (ovvero una vittoria per 4 a 0) nel primo torno.
A spianare la strada a Lebron e compagni, poi, potrebbe essere l’implosione degli Indiana Pacers, prima forza dell’Eastern Conference in Regular Season e eversori designati degli Heat sul cammino che porta alle finali. Nella notte i Pacers hanno perso 107 a 97 con gli Atlanta Hawks, tra le mura amiche, sconfitti da una grande serata balistica degli avversari e dai propri limiti, emersi con forza sempre maggiore già dagli ultimi mesi di stagione regolare. A Indiana non sono bastati i 26 punti con 12 rimbalzi di Paul George.
Dall’altra parte degli Stati Uniti, e in particolare in Texas, i San Antonio Spurs, prima testa di serie ad Ovest, hanno battuto 93 a 89 i Dallas Mavericks, in una sfida che si è decisa solo nell’ultimo minuto. Sugli scudi Manu Ginobili, autore di 26 punti e di molte giocate decisive nella parte finale dell’incontro, Boris Diaw e Tim Duncan, autore di una solida prova da 14 punti e 10 rimbalzi. La serie tutta texana ora è sul 2 a 2, aspettando di tornare a San Antonio.
Stanotte si giocheranno altre tre partite: Washington va a Chicago con la possibilità di chiudere la serie, mentre gli Oklahoma City Thunder ospitano i Grizzlies nella pivotal gara 5, per sparigliare l’attuale 2 a 2. Ma tutti gli occhi della Nba saranno sui Los Angeles Clippers, che ospitano i Golden State Warriors.
La franchigia losangelina, infatti, è finita negli occhi del ciclone per una registrazione in cui il proprietario Donald Sterling, al telefono con la fidanzata, esprimeva commenti razzisti verso le persone di colore in generale e, in particolare, verso Magic Johnson. In una lega a forte maggioranza nera, e in un paese come gli Stati Uniti, non l’idea più brillante del secolo. Stasera alle 20 italiane l’Nba, che ha immediatamente aperto un’inchiesta, esprimerà il suo verdetto su Sterling.