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Nba: ecco Jeremy “Yellow mamba” Lin, il nuovo fenomeno che fa impazzire gli Usa

La pagina Wikipedia è scarnissima, d’altra parte la maggior parte della favola deve ancora essere scritta. Ma lui, Jeremy Lin, astro nascente dell’Nba con la maglia numero 17 dei New York Knicks, è già idolo sui social network. La sua fanpage su Facebook vanta già una mezza milionata di seguaci, mentre su Twitter il suo profilo è seguito da oltre 200mila followers. E al nuovo talento dagli occhi a mandorla, ma americano doc, dedica l’apertura del sito lunedì mattina persino il finanziario Bloomberg: “Jeremy Lin porta il merchandising dei Knicks a livelli da record”. Non se l’aspettavano neanche loro, i New York Knicks, che hanno così dovuto stampare in fretta e furia migliaia di maglie col numero 17 per accontentare l’improvvisa ondata di tifosi.

“Solo una settimana fa era un semplice panchinaro dei Knicks – scrive ancora l’attonito Bloomberg – ma portando la squadra a cinque vittorie consecutive in 8 giorni ne è diventato il simbolo. Dal 4 febbraio, quando ha iniziato ad abbagliare i fan di tutta l’Nba, la sua maglia è la più venduta online e il merchandising dei Knicks è schizzato al primo posto fra tutte le franchigie, nonostante una stagione fin qui deludente”.

Ma non è tutto. L’effetto Lin si nota anche al botteghino. Secondo TiqIQ, un aggregatore del mercato on line di rivendita biglietti, il prezzo medio per assistere ad una gara in casa, al Madison Square Garden, è salito del 20% in soli sei giorni. “Per la prossima partita, in programma il 15 febbraio contro i Sacramento Kings – spiega Chris Matcovich di TiqlQ – un biglietto costerà in media sui 190 dollari, in crescita del 26% rispetto a una settimana fa”.

Il campione moderno per antonomasia, dunque: idolo sulla rete e fenomeno di marketing prima ancora che campione sul campo. Non che sul campo non l’abbia dimostrato, anzi. Anche su quel versante, i numeri sono impressionanti e allontanano lo spettro di un bluff commerciale. Contro gli Utah Jazz Jeremy Lin ha segnato 28 punti e distribuito 8 assist, primo giocatore della storia dopo il grandissimo Isiah Thomas nel 1981 a raggiungere uno score del genere nel suo debutto. Subito dopo ne ha fatti altri 23 contro i Washington Wizards, prima di eclissare il 5 volte campione Nba Kobe Bryant segnando 38 punti (più 7 assist) nella vittoria sui Lakers del 10 febbraio. Secondo le statistiche dell’Elias Sports Bureau, nessun altro giocatore nella storia NBA ha segnato almeno 20 punti e distribuito almeno sette assist nelle prime quattro partite giocate da titolare. E questo giova anche alla squadra, che ora vince, diverte, e rientra in corsa per i playoff.

Ecco quindi il nuovo fenomeno del campionato di basket più seguito del mondo: ha i tratti orientali del figlio di un emigrante taiwanese – che di mestiere fa l’ingegnere a Silicon Valley -, ma il passaporto più Usa che mai, lui che è anche laureato ad Harvard, simbolo del prestigio e dell’eccellenza a stelle e strisce. “E’ nata l’era Lin”, dicono già molti esperti di basket d’oltreoceano e d’Europa. A sugellare questa tesi c’è anche il soprannome della nuova stella: yellow mamba, che soppianta quel black mamba, Kobe Bryant, che sta forse per lasciare il passo a vantaggio di questo piccolo grande playmaker che fa impazzire fan e avversari. Dal mamba nero al mamba giallo, dunque. Con passaggio di consegne già effettuato nella citata partita Knicks-Lakers, quando Kobe ha assistito impotente all’exploit del 23enne di origini asiatiche.

Origini che segnano un’altra svolta epocale: da Yao Ming in poi nessuno aveva acceso così tanto l’entusiasmo della (fortissima) comunità asiatica presente negli Stati Uniti. E stavolta l’eroe è addirittura fatto in casa, con tutti i clichè del caso: nato in America (a Palo Alto, in California), studente modello ad Harvard, talento premiato dal campo. Ecco a voi Jeremy Lin, simbolo dell’integrazione e dello sport globale.

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Tags: NbaNew York