La metà delle imbarcazioni di lusso che solcano i mari dell’intero globo sono made in Italy. Se non è un fiore all’occhiello questo! Il giro d’affari della nautica italiana continua a crescere, vengono richiesti sempre più addetti a tutti i livelli e l’export è esploso. Per il 2022 sono stimati 7 miliardi, il 20% in più dell’anno precedente. I i dati ufficiali verranno resi noti all’apertura del Salone di Genova giovedì, ma salta all’occhio il forte rimbalzo del settore dai minimi toccati tra il 2012 e il 2014 quando arrivava a mala pena ai 2,5 miliardi di fatturato. Se i dati saranno confermati, si tratterebbe di un livello anche superiore al precedente periodo d’oro, intorno al 2006-2007, prima del fallimento di Lehman, quando era poco sopra i 6 miliardi, secondo dati di Confindustria Nautica.
Anche il 2021 per la nautica italiana è stato un anno da record: il settore cresciuto più di tutti gli altri, con il migliore incremento di fatturato di sempre (+31%), registrando il massimo storico di export a 3 miliardi e un aumento del 10% degli addetti diretti.
Ora la grande maggioranza dei cantieri i carnet di ordini completi in alcuni casi fino al 2027, mentre i cantieri italiani che confermano la leadership mondiale nel segmento superyacht, con una quota del 49% sul totale degli ordini globali.
Confindustria: la nautica è un’eccellenza del made in Italy
Confindustria ne è consapevole, tanto che il suo presidente Carlo Bonomi, ha sottolineato che “la nautica è una delle eccellenze del made in Italy che, insieme ad altre, rappresenta il futuro di questo Paese. Uno yacht su due è prodotto in Italia. Di tutti gli yacht in costruzione oltre 24 metri, 407 su 821 sono italiani, ovvero il 50% degli ordini a livello globale. Questo vuole dire, aggiunge, che non siamo leader mondiali, ma praticamente gli unici”.
Purtroppo non tutti sono a conoscenza di “quali eccellenze le nostre imprese sono capaci e anche la politica, a volte, sembra ignorarlo” aggiunge.
L’Italia domina il mercato globale degli yacht
Nel mondo, secondo un recente studio di Deloitte, il settore della nautica in generale ha raggiunto 52 miliardi di euro nel 2021. Circa il 60% riguarda la produzione di nuove imbarcazioni. Sempre nel 2021, il valore di mercato della produzione globale di nuove imbarcazioni ha raggiunto i 29,2 miliardi di euro, con una crescita del +10,7% rispetto al 2020.
Rispetto al mercato globale i cantieri italiani si concentrano soprattutto sulla produzione e la vendita di imbarcazioni di grandi dimensioni: sono leader di mercato nella produzione di yacht da 30-60 metri, detenendo un posizionamento consolidato sui superyacht semi-custom con una lunghezza media pari a 43 metri circa. Inoltre, nel 2021 l’Italia è stata il secondo Paese al mondo per produzione, con una quota di mercato pari a circa il 12%.
Secondo i dati riportati nel Global Order Book, si registra inoltre un balzo del numero di ordini dei superyacht più piccoli (ovvero tra i 24 e i 27 metri), che segna una crescita di 71 progetti a quota 348, con un incremento del 25,6%. Nel 2007 erano 207.
Ma ache il segmento oltre i 76 metri è in crescita: da un anno all’altro è passato da 46 a 53 (nel 2007 erano 18).
Nel 2022 i maxiyacht consegnati sono stati 174, e hanno portato la flotta mondiale a ben 5.902 imbarcazioni. Le principali categorie del mercato restano gli yacht da 30 fino a 60 metri. Le consegne, da oggi fino al 2031, sono previste stabili: una media di 165 yacht all’anno e i maggiori cantieri italiani hanno carnet pieni fino al 2026-2027.
L’interesse si sta allargando di una generazione
Secondo gli analisti di settore è emerso che l’età media dei nuovi armatori, anche di barche di dimensioni importanti, si è sensibilmente abbassata: oggi è più vicina ai 50 anni, mentre fino a non molto tempo fa era di 65-70 anni. Questo permette di avere un orizzonte temporale positivo per i prossimi 15/20 anni perché garantisce ai cantieri un ricambio assai più vasto ed eterogeneo che in passato. “Sta cambiando la demografia dei consumatori e il target più giovane ha nuovi bisogni, si devono pensare nuove strategie”, ha spiegato Michael Harney di Mc Kinsey Company illustrando numeri e cambiamenti durante il World yachting sustainability forum organizzato in giugno da Confindustria Nautica e Ibi (International boat industry). “I giovani vogliono capire il brand e di cosa è simbolo in termini di economia e di ambiente, cercano la sostenibilità molto di più rispetto al passato”.
Sostenibilità: lo yachting impatta solo per lo 0,06% in termini di emissioni, ma si vuole azzerare
Proprio il tema della sostenibilità corre tra i cantieri. In occasione della presentazione del Salone di Genova, Carla Demaria, consigliere delegato de “I Saloni Nautici” e ceo di Bluegame, Ha sottolineato che “I dati di Imo (International Maritime Organization) dicono che lo shipping vale meno del 3% di impatto in termini di emissioni. All’interno dello shipping, lo yachting vale lo 0,2, quindi lo yachting impatta per lo 0,06. È poco, ma vogliamo fare tutto il possibile per arrivare a zero emissioni, stiamo lavorando per arrivarci e ci arriveremo”.
In arrivo “il Superbo”, la kermesse genovese che domina la nautica del Mediterraneo
Incastonato tra il salone nautico di Cannes della scorsa settimana e quello di Monaco della prossima, si apre giovedì 21 settembre il Salone di Genova numero 63, organizzato da Confindustria Nautica e da I Saloni Nautici, con il significativo motto “Sea More”: il più importante appuntamento della nautica del bacino mediterraneo e l’Italia, paese che detiene la leadership mondiale in vari segmenti del settore. Declinando la definizione petrarchesca di “Genova la Superba”, il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, ha lanciato l’obiettivo di far definire il Salone Nautico di Genova “il Superbo”, “quindi eccezionale, magnifico, straordinario, superlativo”.
La nuova veste con cui si presenta porta la firma dell’archistar Renzo Piano. Non proprio tutto sarà ultimato (i lavori termineranno l’anno prossimo), ma già quest’anno gli spazi del Salone si sono arricchiti dei canali interni voluti da Piano a unire ancor più mare e terra, che saranno in grado di ospitare quasi 150 imbarcazioni in più in acqua. Qualche numero: 1.043 brand esposti, con un incremento del 4,5% rispetto al 2022, un totale di imbarcazioni che supera ampiamente le mille unità — da 2 a 40 metri di lunghezza — e 184 novità in esposizione e premiere (+9,5% sul 2022).
Solo a Genova si potranno visitare 5 saloni in uno
Di fatto non è un Salone, bensì sono 5 saloni in uno. L’unicità del Salone Nautico di Genova, ha spiegato il direttore commerciale, Alessandro Campagna, “è di saper rappresentare e soddisfare le aspettative di ogni amante del mare. E’ un Salone multispecialista perché l’ampiezza e la profondità di prodotto esposto per singole categorie lo fanno diventare 5 saloni in uno”. Il layout del Salone di Genova propone il format che si sviluppa su una superficie di oltre 200 mila metri quadrati tra terra e acqua, con l’85% delle aree completamente all’aperto. I 5 Saloni comprendono un Salone Tech trade per la componentistica e agli accessori, un Salone della vela (Sailing world), un Salone del mondo del fuoribordo (Boating discovery), un Salone Yacht e superyacht, e un Salone Living the sea. Ovviamente troneggeranno i grandi cantieri italiani: i leader mondiali Benetti-azimut, Sanlorenzo, Ferretti, Baglietto, e i marchi Amer, Cantiere del Pardo, Grand Soleil, Swan, Rizzardi, Aprea, Mimì, Rio, Tecnotib, Lomac.