Che cosa hanno in comune il cachemere, il vino e la nautica? Fabio Planamente, amministratore delegato dei Cantieri Del Pardo, il mese scorso acquisiti dal gruppo Calzedonia non ha dubbi: è l’eccellenza italiana. Il Cantieri Del Pardo è un gruppo con 50 anni di storia di mare, situato nel distretto navale di Forlì. E Sandro Veronesi, patron di Calzedonia, nonché appassionato di mare, ne ha rilevato la quota di maggioranza detenuta dalla sgr Wise Equity che aveva acquistato il 60% del cantiere nel 2020 tramite il fondo Wisequity V. Un’operazione partita il mese scorso e che verrà completata a ottobre e vedrà i Cantieri del Pardo unirsi a Falconieri, Signorvino, Tezenis Intimissimi e Atelier Emeè già nel gruppo .
Fabio Planamente è uno dei manager storici dei Cantieri, insieme a Gigi Servidati, ed entrambi hanno mantenuto la loro quota di minoranza.
Come vi trovate nel gruppo Canzedonia, tra i cachemire e i vini? Perchè Veronesi ha scelto voi? E perchè voi avete scelto lui?
Sicuramente le scelte di Calzedonia da tempo vanno nella direzione della diversificazione del gruppo, ma sempre con il faro acceso sulle eccellenze italiane. E il nostro gruppo lo è certamente nel nostro campo.
Al contrario noi siamo soddisfatti dell’incontro con il gruppo di Veronesi, perché si tratta di un rapporto a lunga scadenza a differenza di quanto accade di solito con i fondi che rimangono solo per 5-7 anni. In questo gruppo inoltre potremo beneficiare della loro esperienza in ambito industriale, organizzativo e distributivo
Quali sono i numeri del Cantiere del Pardo. Nel corso del Salone di Genova il presidente di Confindustria nautica ha detto che l’Italia esporta l’88%: voi come vi posizionate? Quali sono i vostri mercati di riferimento?
Noi ci troviamo esattamente in linea con l’export italiano: l’85% delle nostre imbarcazioni va all’estero. Il mercato più importante per noi è la Florida, che rappresenta il 40% del nostro export. In Europa poi abbiamo al primo posto la Francia e poi la Spagna. All’Italia va la metà delle nostre barche a vela.
Grand Soleil Yachts, VanDutch Yachts e Pardo Yachts sono i vostri brand. Qual è la vostra dimensione in termini di ricavi, barche vendute e libro ordini?
Negli ultimi due anni abbiamo registrato una curva esponenziale e siamo cresciuti ogni anno del 50%. Al 31 agosto scorso, al termine dell’anno nautico, abbiamo registrato ricavi per 180 milioni con la consegna di 215 barche: siamo il primo cantiere italiano per giro d’affari di imbarcazioni fino ai 24 metri. Il nostro portafoglio ordini va a tutto il 2025.
Con quali imbarcazioni siete presenti al Salone di Genova ? Presentate delle novità?
Il salone di Genova è l’occasione per la première italiana di due nuove barche a vela Grand Soleil: il Grand Soleil 65 LC e il Grand Soleil 72 LC. Ma oltre alle due novità, sono presenti anche i Grand Soleil 40, 44, 48 e i modelli GS 42 LC e GS 52 LC. VanDutch Yachts presenterà la sua intera flotta con i modelli VanDutch 32, 40, 48 e 56, mentre Pardo Yachts porterà in mostra i modelli Pardo 38, 43, 50, Pardo GT52 e Endurance 60.
VanDutch Yachts è una vostra acquisizione recente dall’Olanda e ha una storia interessante per l’Italia
Si, abbiano acquistato i cantieri nel 2020. Ma abbiamo invertito il trend che di solito vede gli industriali italiani portare la produzione all’estero: noi al contrario l’abbiamo portata in Italia, nei nostri cantieri di Forlì e abbiamo assunto addetti italiani, dando così alle imbarcazioni anche lo stile tipico italiano. Stiamo lavorando a un nuovo modello VanDutch, un 75 piedi, pari a 24 metri, che vareremo nel giugno del prossimo anno.
E poi ci sono i Pardo Yachts, che è diventato un caso di studio. La leggenda narra che Grazie a Raul Gardini, non ancora famoso per il Moro di Venezia, che ha prestato nel 1972 tre milioni di lire (1.500 euro) al 29enne Giuseppe Giuliani Ricci ed è nato, 50 anni fa il Cantiere del Pardo. Ma siete stati manager a rilanciarli nel 2017.
E’ diventata un history case soprattutto per la rapidità con cui dal 2017 siamo riusciti a farlo decollare. Ora rappresenta il 70% del nostro fatturato.
Una delle parole chiave anche della nautica è ”green”. Per una barca a vela dovrebbe essere l’aggettivo più adatto. Come declinate il concetto di sostenibilità nei vostri cantieri?
Tra i molti, vorrei sottolinearne uno. Occorre iniziare a pensare al fine vita delle imbarcazioni. In altre parole, nel costruire nuove imbarcazioni occorre saper scegliere materiali e materie prime che possano essere facilmente smaltibili e riciclabili.