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Nasdaq, la causa della bolla è la giapponese Softbank

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Avvio contrastato della settimana finanziaria dopo il finale drammatico di venerdì. A Tokyo l’indice Nikkei perde lo 0,4% sotto la pressione di Softbank, ritenuta colpevole per le oscillazioni da brivido sui listini tecnologici. Recuperano i cali iniziali gli altri listini dopo i dati in miglioramento della bilancia commerciale cinese grazie all’export +9,2% ad agosto. Fonti ufficiose scrivono che Pechino intende alleggerire le riserve in dollari da mille a 800 miliardi di dollari.

Nel listino di Hong Kong, anch’esso poco mosso, perde quasi un quinto della capitalizzazione Semiconductor Manufacturing International: il Wall Street Journal ha scritto che la Casa Bianca imporrà a breve delle restrizioni alle vendite negli Stati Uniti, alla stregua di quel che ha già messo in pratica con Huawei.

Oggi sono chiuse le Borse Usa.

I dati macro pubblicati  venerdì, sono stati complessivamente positivi. Il mese scorso sono stati creati 1,37 milioni di nuovi posti di lavoro, in calo da +1,7 milioni di luglio, ma più o meno in linea con le previsioni. E’ scesa più delle attese la disoccupazione, a 8,4% da 10,2%: gli economisti si aspettavano 9,8%. Il livello delle persone senza lavoro è tornato sotto la soglia del 10% per la prima volta da aprile, quando raggiunse un picco del 14,7%

La forte ed inaspettata discesa della disoccupazione potrebbe dare più argomenti ai repubblicani nel negoziato con i democratici sulle nuove misure di sostegno per aziende e famiglie. La trattativa dovrebbe riprendere questa settimana in modo serio, in concomitanza con il rientro dei parlamentari a Washington. Negli ultimi giorni la Federal Reserve ha invitato la politica a non ridurre gli aiuti perché il quadro macroeconomico resta fragile.

Gli economisti si aspettano che nel giro di qualche settimana il Congresso e la Casa Bianca si mettano d’accordo su un piano da 1.500 miliardi di dollari, circa la metà del primo, varato in aprile.

Nell’attesa, la parola passa all’Europa.

BCE IN CAMPO PER FRENARE L’EURO

La prospettiva di una rivalutazione dell’euro sul dollaro è una delle incognite che pesano sulla settimana finanziaria che prevede la riunione del direttorio della banca centrale europea. A scaldare gli animi è stata l’impennata della moneta unica balzata a 1,20 sul dollaro prima che il monito di Philip Lane, il banchiere più vicino alla lezione di Mario Draghi, non provocasse una reazione vigorosa. I mercati si chiedono se Francoforte, Messa sotto pressione dalle scelte della Federal Reserve e dal calo dell’inflazione abbia in cantiere misure per evitare il rischio di rivalutazioni della moneta unica tali da compromettere la ripresa stentata del dopo pandemia.  Tra i provvedimenti potrebbe esserci l’aumento degli acquisti sul mercato da parte della banca centrale o altre misure di stimolo. L’Eurotower potrebbe aprire la strada ad un cambio di strategia sul target di inflazione. 

TEST SULLA RIPARTENZA TEDESCA

La settimana economica si apre oggi con i dati sulla produzione industriale della Germania a luglio, dopo il +8,9% mensile messo a segno il mese precedente. Il dato potrebbe confermare i segnali incoraggianti per la ripresa dell’economia della ‘locomotiva d’Europa arrivati nei giorni scorsi, con il miglioramento delle stime sul calo del Pil nel 2020 (-5,8% contro il -6,3% stimato ad aprile) e “la ripresa a V” annunciata dal ministro dell’Economia, Peter Altmaier. La vera scommessa per i mercati è però quella di martedì, quando l’Eurostat diffonderà il Pil definitivo dell’Eurozona nel II trimestre e si capirà quanto duramente Covid-19 ha colpito l’economia della zona euro (la seconda stima è -12, L

DOPO LA TEMPESTA IL TECH A CACCIA DI EQUILIBRIO

Non meno importante per l’andamento dei mercati azionari lo sviluppo della tempesta che ha investito i listini tecnologici la scorsa settimana spingendo i valori guida del Nasdaq a limiti estremi. Il calendario offre una preziosa giornata di pausa in più ai mercati Usa, oggi fermi per festività. L’occasione giusta per sistemare gli eccessi speculativi.

LA GIAPPONESE SOFTBANK E’ LA CAUSA DELLA BOLLA

 All’origine del fenomeno , oltre al buon stato del settore , c’è stata la bolla speculativa innescata dal colosso  giapponese SoftBank che ha operato acquisti per decine di miliardi di dollari mettendo in azione derivati di vario tipo per amplificare l’effetto leva con un guadagno di 4 miliardi di dollari. Un’operazione che ha coinciso tra l’altro con l’emissione dei nuovi titoli Tesla e Apple sommersi dalla domanda. Il titolo della Mela ha superato da solo la capitalizzazione della borsa inglese. La febbre è rientrata nel finale:. l’indice Nasdaq ha chiuso la settimana in calo del 3,2 per cento (da -6 a due ore dalla  chiusura). Nell’ultimo periodo le giornate/settimane storte del listino tech si sono sistematicamente rivelate ottime occasioni di acquisto.  Ogni volta che il Nasdaq ha perso più del 2%, da metà giugno l’indice ha recuperato le perdite in una settimana. Il bilancio settimanale di Dow Jones e S&P è rispettivamente -1,8% e -2,3.

GUALTIERI: PIL ITALIANO  IN FORTE RECUPERO, SOPRA -10

Una nota di ottimismo per l’Italia è arrivata dal Forum Ambrosetti. Il Ministro Roberto Gualtieri ha detto di aspettarsi che l’Italia riemerga dalla crisi ad un tasso superiore a quello che si poteva aspettare solo qualche tempo fa. “La caduta media annuale del Pil italiano” non “sarà a due cifre”. Dopo aver visto il pil cadere del 12,8% nel secondo trimestre il ministro si aspetta così un forte rimbalzo nel terzo trimestre.

L’attenzione di Piazza Affari resta concentrata sulle reti. Gualtieri si è soffermato sull’intesa tra Tim e Cdp (attraverso Open Fiber):  “C’è una prospettiva di soluzione per la rete unica” tlc che è “positiva e utile per accelerare gli investimenti e avere una rete neutrale e aperta”. Sale l’attesa per l’eventuale ruolo di Mediaset +6% venerdì.

Vicina per la ministra De Micheli un’intesa su Aspi.”Sono in corso – dice.- le trattative sia sul fronte ministeriale, che riguarda la riscrittura di fatto della concessione e del piano di investimenti per i prossimi anni, e lì abbiamo quasi completato il lavoro, dall’altra parte con moderato ottimismo affrontiamo anche il tema dell’assetto societario che è alle battute finali.

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