Certi numeri hanno un evidente valore simbolico, al di là degli effetti pratici. Nessun gestore, ad esempio, verrà invogliato a investire i risparmi dei clienti dai 13 centesimi di euro che paga il Bund decennale tedesco. Ma la notizia del tramonto dell’era dei tassi sottozero a Berlino nel giorno in cui l’inflazione balza al 5,7% avrà senz’altro un impatto psicologico sulla politica dei tassi della Bce.
Più difficile valutare il peso della correzione del Nasdaq. Ieri sera a Wall Street il listino tecnologico ha chiuso in calo dell’1,1%, a 14.340 punti. Siccome il massimo di periodo dista più del 10%, l’indice è entrato tecnicamente in area “correzione”. Le conseguenze? Negli ultimi anni, comprare sulla correzione si è rivelata una buona occasione, ma se si guarda a tutta la storia del Nasdaq, circa mezzo secolo, ci sono anche parecchi casi di un ingresso nella fase di correzione che anticipa l’arrivo del mercato orso: dal 1971 ad oggi, è stato così nel 37% dei casi.
RISORGE HONG KONG, EXPORT DI TOKYO +17,5%
Il Toro, in cerca di rifugio, torna intanto a guardare all’Asia, in ripresa dopo un anno difficile. L’allentamento sul credito annunciato stanotte dalla Banca centrale della Cina ha riportato al rialzo stanotte le borse dell’Asia Pacifico.
A reagire di più al taglio dei tassi di riferimento da parte della Banca del Popolo della Cina è il mercato azionario di Hong Kong, l’indice Hang Seng è in rialzo del 2,6%. Piace la notizia che Masayoshi Son, il tycoon giapponese, abbia scelto la piazza per le prossime quotazioni. Salgono le società ad alto tasso di crescita come Alibaba e Tencent, entrambe +4%.
Positivi gli altri mercati: Nikkei di Tokyo +1,3%. Le esportazioni del Giappone sono salite lo scorso mese del 17,5%, il consensus si aspettava +15%. Kospi di Seul +0,5%. BSE Sensex di Mumbai -0,5%.
BENE I CONTI DI MORGAN STANLEY E BOFA
In salita stamane i future dei mercati Usa, dopo una seduta in rosso: oltre al calo del Nasdaq, da registrare perdite nell’ordine dell’1% per S&P e Dow Jones.
Avanzano i titoli di Procter & Gamble (+3,4%). Meglio delle attese Bank of America e, soprattutto, Morgan Stanley (+1,5%).
CALA IL DOLLARO, IL PETROLIO RESTA SUI MASSIMI
Il Treasury Note decennale è poco mosso a 1,85%. Movimenti di scarso rilievo anche sul mercato delle valute: l’indice del dollaro è in lieve calo per il secondo giorno consecutivo. Si diffonde la sensazione che la Bce non aspetterà oltre il 2023 per iniziare ad aumentare i tassi di interesse.
Il petrolio Brent e WTI, reduce da tre sedute consecutive di rialzo, è poco mosso ma resta sui massimi dal 2014. L’America Petroleum Institute calcola per la scorsa settimana un incremento delle scorte di greggio degli Stati Uniti di circa 1 milione di barili.
PROVE DI INTESA SULL’UCRAINA. SI RISVEGLIA L’ORO
Riflettori accesi sull’Ucraina. Il presidente Biden ha ieri lasciato intendere che Washington si limiterà a sanzioni finanziarie nel caso Putin si limiti ad un’azione di forza dimostrativa. L’intervento ha suscitato violente critiche: la Casa Bianca rischia il bis dopo la tragica ritirata da Kabul. Mosca, dal canto suo, ammicca. Il viceministro degli esteri della Russia, Sergei Ryabkov, ha detto a proposito dell’Ucraina che non c’è un rischio di guerra su larga scala.
L’oro si è risvegliato ieri dal torpore mettendo a segno un rialzo dell’1,50%, con la quotazione salita ai massimi da metà novembre. L’interesse per il metallo prezioso può essere collegato all’appiattimento della curva dei rendimenti dei Treasury Bond Usa.
ANCHE LA BCE APRE ALL’IPOTESI DI ALZARE I TASSI
Le borse dell’Europa si sono riprese dai minimi dell’apertura, in sintonia con il recupero dei future di Wall Street e hanno chiuso in rialzo, ad esclusione di Piazza Affari. Ma, dopo Italia e Germania, anche i dati del Regno Unito hanno aggravato le preoccupazioni sull’inflazione, toccando il massimo da 30 anni e superando ancora una volta le aspettative nel processo. Anche la Bce, al di là delle dichiarazioni ufficiali, apre, se necessario, all’ipotesi di una mini-stretta. Ad ammetterlo è stato il governatore della banca di Francia e membro del board Bce Francois Villeroy de Galhau. Parlando online al World economic forum di Davos, Villeroy ha detto che la politica monetaria Bce dovrebbe essere tesa ad assicurare che l’inflazione cali in fretta e si stabilizzi intorno al target del 2%, rispetto al 5% visto a dicembre nella zona euro. “Pensiamo che l’approccio graduale sia il migliore. Ma siamo aperti ad ogni opzione, purché basata sui dati”.
L’INFLAZIONE SALE: GERMANIA +5,7%, LONDRA AL TOP DAL 1992
Nell’attesa prende velocità l’aumento dei tassi di mercato. Nel corso della seduta il rendimento del titolo tedesco ha rivisto anche il segno più come era già successo ieri, per poi ridiscendere leggermente in negativo. Il titolo a 15 anni è stato collocato allo 0,15%,
A imprimere una spinta è stata l’inflazione tedesca, armonizzata in base ai parametri europei salita al 5,7% a dicembre, mentre l’indice nazionale dei prezzi al consumo si è attesto al 5,3%. I dati, ha reso noto l’Istituto di statistica nazionale, confermano le stime provvisorie. Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,3% rispetto ai parametri Ue e dello 0,5% nell’indice nazionale.
SPREAD A 140, STASERA LE MINUTE DI FRANCOFORTE
Il tasso del Btp chiude a +1,35% e quello del Bund a -0,05%. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata segna 140 punti base, +2,06%.
In attesa del vertice Fed della prossima settimana, oggi gli investitori leggeranno i verbali dell’ultima riunione della Bce alla ricerca di eventuali indicazioni sulle mosse future di Francoforte. I mercati monetari della zona euro ora si aspettano un aumento dei tassi d’interesse di 10 punti base a settembre 2022, anziché entro la fine dell’anno come ipotizzato solo il mese scorso.
A MILANO LA MAGLIA NERA (-0,47%). NEL 2022 CRESCITA AL 4%
Perde colpi Milano: -0,41% a 27.370 punti base, unico listino in rosso in un contesto europeo moderatamente positivo. La crescita economica dell’Italia, dopo aver «perso vigore nei mesi più recenti», potrebbe «tornare a espandersi in misura sostenuta dalla primavera, trainata principalmente dalla domanda interna», chiudendo il 2022 con una crescita «prossima al 4%». Il presidente dell’Ivass e direttore generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, intervenendo a un evento di Swiss Re, si è detto piuttosto fiducioso sulle prospettive dell’economia.
Si apprezzano così Parigi +0,55%, Francoforte +0,2%; Amsterdam +0,37. È piatta Madrid. A Londra (+0,4%) la Sterlina si muove nell’area dei massimi da marzo 2020 in attesa di un aumento dei tassi anti-inflazione.
IL LUSSO SALVA L’EUROPA: CARTIER FA VOLARE RICHEMONT
A sostenere i mercati del Vecchio Continente è la riscossa del settore lusso che non si limita a Parigi. Corre a Zurigo Richemont +9,3%, casa madre di Cartier e di grandi marchi degli orologi che registra un boom delle vendite (+35%) nell’ultimo trimestre. La capofila dell’hard luxury ha detto che la forte domanda di gioielli e orologi nelle Americhe e in Europa ha aiutato le vendite a salire a 5,658 miliardi di euro. Le vendite dei marchi di gioielleria Cartier, Buccellati e Van Cleef & Arpels sono aumentate del 38%, mentre le vendite dei marchi specializzati in orologi, tra cui Iwc e Vacheron Constantin, sono aumentate del 25% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Brilla anche il titolo Burberry (+35% i ricavi) in ascesa del 5,9%. Intanto Hermès, Kering e Lvmh guidano i rialzi della Borsa parigina con incrementi attorno al 2%. In evidenza anche Essilor Luxottica +1,5%.
TELECOM ITALIA AI MINIMI, L’OPA KKR SI ALLONTANA
La battuta d’arresto di Piazza Affari è collegata al ribasso di Telecom Italia: -3,7%, sui minimi da due mesi, tra l’altro penalizzata dal report di Barclays dopo quello di Exane. Il mercato crede sempre di meno nell’Opa di KKR: l’assemblea del 7 aprile potrebbe essere chiamata a votare il break up del gruppo in due enti.
PRYSMIAN NEL MIRINO DELL’ANTITRUST TEDESCO
Seduta negativa per Prysmian (-2,2%) che risente della notizia sulle ispezioni effettuate dall’antitrust tedesco su alcuni stabilimenti del gruppo in Germania per accertare un possibile coordinamento per la determinazione del sovrapprezzo sui metalli.
Perdite superiori al 2% anche per Stm e Recordati.
CORRE MONCLER, SAIPEM MIGLIOR TITOLO OIL
Anche a Milano va in scena il recupero del lusso: Moncler +3,2%, salgono anche Brunello Cucinelli e Tod’s. In controtendenza Ferragamo: -1%.
Sempre positivo il settore oil: la maglia rosa è Saipem (+3,7%), seguita da Eni (+1,1%). Sulla parità Tenaris.
Perdite diffuse tra i bancari; Intesa Sanpaolo -1,6%, nonostante l’incremento del target price da parte di Mediobanca Securities.
CITIGROUP TAGLIA GENERALI A NEUTRAL
Generali -0,7%. Citigroup ha tagliato il rating su Generali a “neutral” da “buy”. Il target price passa da 21,2 euro a 19,8 euro.
Da segnalare Mfe-Mediaset (-0,82%): il gruppo sta valutando la possibilità di presentare un’offerta per i tre canali televisivi in Francia messi in vendita da TF1 e da M6 nell’ambito del processo per ottenere il via libera dell’antitrust transalpino all’integrazione tra i due gruppi. Il potenziale deal è considerato dagli analisti interessante anche se non rilevante dal punto di vista trasformativo e per le strategie di consolidamento del gruppo.
Debole Amplifon (-0,5%) nel giorno d’avvio del programma di acquisto di azioni proprie.
LANDI RENZO (+9,45%) E TINEXTA (+6%) FANNO SHOPPING
Corre Landi Renzo (+9,45%) dopo l’acquisizione di Idro Meccanica, società italiana leader nel segmento della fornitura di compressori a tecnologia meccanico-idraulica per l’idrogeno e il biometano. L’operazione, scrive Equita, consente al gruppo “di aver accesso a un portafoglio completo di compressori innovativi e conosciuti dal mercato e a un ampio portafoglio clienti”. L’M&A trascina al rialzo anche Tinexta, in rialzo del 6% circa, dopo l’annuncio dell’acquisto del 70% della società spagnola Evalue Innovation.