Le rassicurazioni di Jerome Powell al Congresso Usa sulla politica monetaria della Fed, limitano, ma non arginano, le vendite sui titoli tecnologici di Wall Street che pesano anche sull’umore dei listini europei. La Borsa americana è in calo e il Nasdaq cede oltre un punto percentuale, mentre le piazze del Vecchio Continente chiudono contrastate, dopo molte oscillazioni nel corso della seduta. Agli estremi si collocano Amsterdam -1,15% e Madrid +1,71%. Segno meno per Francoforte -0,62% e Milano -0,3%, mentre Parigi e Londra mostrano un progresso rispettivamente dello 0,22% e dello 0,21%.
Il focus degli investitori rimane sull’inflazione e sull’aumento del rendimento dei titoli di Stato, soprattutto negli Usa, ma segnali di una ripresa dei prezzi sono arrivati oggi anche dalla zona euro. Il tasso d’inflazione annuo dell’area si è attestato infatti allo 0,9% a gennaio 2021, rispetto al -0,3% di dicembre. L’anno precedente era però dell’1,4%. Il tasso di inflazione annuo per l’Unione europea è stato dell’1,2% a gennaio 2021, rispetto allo 0,3% di dicembre. Un anno prima era dell’1,7%. Si tratta in ogni caso di numeri ben lontani dal target della Bce, anche se ieri la presidente Christine Lagarde, alla luce delle pressioni sui rendimenti dei titoli sovrani, ha detto che la situazione viene monitorata attentamente.
Oltreoceano, dove i segnali di ripresa e la dinamica dei prezzi appaiono ben più vivaci, il presidente della Fed Powell butta acqua sul fuoco e dice che l’outlook economico degli Stati Uniti è ancora “altamente incerto” e le pressioni inflazionistiche non sono “una minaccia”.
“Dopo i notevoli cali in primavera – sostiene – i prezzi hanno parzialmente avuto un rimbalzo nel resto dell’anno. Per alcuni settori particolarmente colpiti dalla pandemia, però, i prezzi rimangono particolarmente deboli. Nel complesso, su base anno su anno, l’inflazione rimane sotto il nostro obiettivo del 2% sul lungo periodo”. La Fed, d’altra parte, nel mesi scorsi ha rivisto il suo approccio verso l’inflazione, che potrà superare il 2% per un periodo di tempo senza che siano adottate strette monetarie. Per quanto riguarda l’importante parametro rappresentato dal mercato del lavoro, Powell afferma che ci vorrà ancora tempo prima che sia completamente ristabilito. Morale: l’economia migliorerà nel 2021, ma non ci sono cambi in vista nella politica monetaria della Fed.
Nell’azionario una rotazione sui titoli è in ogni caso in atto e i tecnologici, molto acquistati nei mesi scorsi, sono al momento bersaglio di vendite. Al contrario compagnie aeree, viaggi e turismo ricominciano e respirare.
I Faang proseguono al momento la seduta in calo. Le vendite colpiscono anche Tesla, -2,3%, dopo il tonfo di ieri anche a seguito della volatilità del bitcoin, la cripotvaluta su cui l’azienda di Elon Musk ha investito recentemente 1,5 miliardi di dollari.
Il bitcoin oggi è arrivato a perdere il 17%, con gli investitori nervosi per le valutazioni estremamente elevate, innescando la liquidazione di scommesse a leva e un conseguente sell-off nei mercati delle criptovalute. Per la più grande criptovaluta al mondo si delinea il peggior calo giornaliero in un mese, con un minimo a 45.000 dollari. Con la contrazione odierna il bitcoin ha perso oltre un quinto rispetto al record di 58.354 dollari toccato domenica, a evidenziare la volatilità dell’asset emergente, che resta comunque in rialzo del 60% circa da inizio anno.
Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro è poco mosso, in area 1,216, mentre continua a rafforzarsi la sterlina, che si muove ai massimi da circa tre anni. oltre 1,4 contro il biglietto verde. A dare sprint alla valuta di sua maestà è la poderosa campagna vaccinale messa in atto in Gran Bretagna che fa sperare in una rapida ripresa dell’economia.
Le materie prime sono in leggero calo, dopo i grandi progressi delle ultime sedute. Il Brent si muove oltre quota 64,1 dollari al barile, mentre l’oro spot tratta in calo a 1804,30 dollari l’oncia.
In Piazza Affari si conferma regina del listino Atlantia, +3,17%, in attesa dell’offerta vincolante di Cdp-fondi per l’88% di Aspi. Ieri la riunione del cda di Cdp è rimasta aperta per proseguire oggi pomeriggio “al fine di consentire la contestualità delle determinazioni di tutti i membri del consorzio”. Il titolo risente anche dell’effetto positivo dell’opa di Gavio su Astm, a 25,6 euro per azione. Dopo l’exploit di ieri oggi il titolo chiude leggermente sotto il prezzo dell’offerta a 25,54 euro per azione (-0,55%).
Fra le banche fa scintille Unicredit +2,15%. Positiva Intesa +0,57%.
Acquisti su Unipol +1,59%.
In evidenza Exor +1,77%, con Stellantis che registra un progresso dello 0,51%.
Leonardo chiude con un guadagno dell‘1,15%, dopo essersi spinto più in alto sull’attesa di un cda che accenda semaforo verde alla quotazione al Nyse della controllata americana Drs.
Sono contrastati i titoli petroliferi: Eni +0,73%; Saipem -2,69%.
In fondo al listino sono ancora Amplifon -4,61% e Diasorin -2,8%. Stm perde il 2,69%, trascinata dai cali dei tecnologici. Le prese di profitto affossano il risparmio gestito, mentre le utility sono miste.
Fuori dal paniere principale va a picco Bialetti -28%.
Risale lo spread a 96 punti base, fra decennale italiano e tedesco (+2,85%) e il tasso del Btp chiude a +0,64%.