“Fate le valigie entro 72 ore. È il messaggio che, senza troppi giro di parole, il Dipartimento di Stato ha mandato mercoledì al ministero degli Esteri cinese intimando la chiusura del Consolato di Houston, la metropoli del Texas che rappresenta una delle are forti della tecnologia americana. “Risponderemo presto in maniera adeguata a questa mossa insensata” è stata la risposta di Pechino.
Non prende il via sotto una buona stella la seduta del mercato azionario Usa di mercoledì, assai attesa perché in serata usciranno i conti di diversi cavalli di razza della tecnologia, a partire da Microsoft, il “campione delle nuvole” che deve all’accelerazione dei suoi programmi sul cloud buona parte del rally (+32%) del 2020 in linea con le performance di Salesforce ed Adobe.
Le nuove tensioni con Pechino peseranno probabilmente anche sulla risposta degli analisti ai confortanti risultati di Texas Instruments annunciati assieme alla guidance ieri sera a Borsa chiusa: ricavi attestati a 3,24 miliardi di dollari, -12% su base annua, contro il -20% ipotizzato dal consensus (2,95 miliardi). Un dato destinato ad incidere anche sulle sorti borsistiche di Stm, il campione italo francese dei chips. Così come potrebbe influire sull’andamento di Fiat Chrysler il rafforzamento della partnership con Waymo, la società di Google che si occupa di guida autonoma con l’integrazione della tecnologia Waymo Driver nel Ram ProMaster, una piattaforma altamente configurabile che permetterà di accedere ad una vasta gamma di clienti commerciali a livello globale.
Ma, al di là della raffica di novità quotidiane in arrivo dall’economia digitale, l’attenzione dei mercato è concentrata sulla capacità del Nasdaq di proseguire la corsa al rialzo dopo un semestre d’oro per i suoi titoli guida. Bastano pochi numeri per valutare lo stato di salute dei Big (Facebook, Apple, Amazon, Neflix, Google e soci): Amazon è in rialzo dell’89% da metà marzo e del 73% da inizio anno (sui massimi storici). Ottimo balzo anche per Microsoft con un +34% da inizio anno e +55% dal mese di marzo. Non da meno Facebook con una crescita del 20% e del 68% da marzo.
Secondo gli analisti, i marchi dell’alta tecnologia americana, oltre ad uscire vincitori dall’incubo pandemia, continueranno a ricoprire un ruolo fondamentale anche post covid in quanto il tech è sempre più connesso ad altri settori grazie all’adozione della robotica, del cloud computing e dell’intelligenza artificiale.
Le prospettive rimangono allettanti considerando che le aziende del comparto sono dotate di grande flessibilità finanziaria, elevati flussi di cassa e indebitamento scarso. Inoltre sono poco soggette a riduzioni di domanda in contesti di rallentamento economico e assicurano performance brillanti anche in momenti di altissima volatilità. In questa cornice stasera, a Borsa chiusa, il mercato guarderà all’esame di maturità di Tesla. Il campione dell’auto elettrica, giunto a capitalizzare 290 miliardi di dollari (più di tutte le case dell’uto di Usa, Grmania, Francia, Italia e Giappone) stasera potrebbe annunciare il quarto utile trimestrale consecutivo, risultato che gli garantirebbe l’accesso all’indiec Standard & Poor’s.
Anche per questo la maggior parte degli analisti è convinta che la corsa dei big della tecnologia possa proseguire ancora: “Penso che ci sia un margne di crescita di almeno il 30% – dice al Wall Street Journal l’analista di Wedbush Daniel Ives – anche se non mancheranno momenti di incertezza dopo la pubblicazione dei conti, condizionati dalla pandemia”. Non spaventa più di tanto nemmeno la concentrazione degli acquisti su un campione ristretto di titoli: sia Apple che Microsoft (+30% da inizio anno) sono in condizione di assicurare la prosecuzione dei rialzi, non fosse che per i possibili buy back-
Tutto bene? Non proprio. Robinhood.com, la piattaforma free che ha fatto il pieno di piccoli azionisti/speculatori, ha annunciato il rinvio sine die dello sbarco nel Regno Unito per cui si erano già registrati 260 mila utenti. “Il mondo è cambiato in questi mesi – è la spiegazione dei promotori del sito che già vale 8,6 miliardi di dollari – e noi vogliamo stare al passo di questo cambiamento”. Un modo un po’ contorto per assorbire lo shock provocato dal suicidio di Alex Kearns, un ventenne che ha deciso di farla finita dopo aver perso oltre 700 mila dollari in operazioni sui derivati. “Siamo sconvolti” è stata la reazione dei promotori del sito. Il Nasdaq, senza le dovute precauzioni, può anche uccidere.