I grandi sono diventati troppo grandi e i piccoli rischiano di non farcela. Questo il motivo per il quale il comitato direttivo del Nasdaq 100, il più importante indice tecnologico al mondo, ha deciso di varare una piccola rivoluzione che porterà un “ribilanciamento speciale” all’interno dell’indice. Nella storia è accaduto solo altre due volte: la prima nel 1998, la seconda nel 2011. Ventidue anni fa il movimento aveva riguardato soprattutto Apple, che aveva raggiunto e superato un non più tollerabile 20 per cento dell’indice. Stavolta coinvolgerà cosiddetti Magnifici Sette. Oltre ai titoli della società di Cupertino nel mirino sono finite infatti Microsoft, Alphabet (Google), Nvidia, Amazon, Tesla e Meta. Il motivo? Soprattutto le prime sei sono cresciute così tanto da aver superato il limite di peso fissato per ogni azione.
Nasdaq, il 24 luglio arriva il ribilanciamento: ecco come funzionerà
Grazie all’incremento dei tassi d’interesse portato avanti dalla Fed e al fervore sempre più animato intorno all’intelligenza artificiale, le performance delle 7 big tech dall’inizio dell’anno sono mostruose: Microsoft +44,6%, Apple +48,6%, Google +34,7%, Nvidia +211,4%, Amazon +54,7%, Tesla +113,4%, Meta +151,9%. Una crescita spropositata che ha fatto sì che sei dei Magnifici Sette titoli abbiano raggiunto il limite di peso fissato dall’indice per ogni azione.
Passiamo dalle parole alle percentuali. Secondo le regole, il Nasdaq deve essere ribilanciato quando le società che nell’indice pesano singolarmente più del 4,5% superano insieme la soglia cumulativa del 48%. Ebbene, grazie al rally realizzato nei primi sei mesi dell’anno, il peso di sei delle sette big tech che superano il 4,5% (l’esclusa è Meta che al momento è al 4,4%, poco sotto il limite) ha raggiunto il 56% dell’indice a fronte del 44% delle altre 94 quotate più piccole. Quindi, dalla chiusura di venerdì 21 luglio al pre-mercato di lunedì 24 luglio la musica cambierà e si procederà a un ribilanciamento speciale che non rimuoverà nessuno degli stock esistenti e non ne aggiungerà di nuovi, ma aiuterà solo a ridistribuire il loro peso per evitare un’eccessiva concentrazione e ridurre i rischi. In percentuale il peso delle grandi si ridurrà dal 56 al 40% e Il 16% di differenza sarà redistribuito tra le altre quotate.
Secondo quanto stabilito dal comitato direttivo, il ribilanciamento si baserà sui prezzi di chiusura dei titoli dell’indice e sulle azioni in circolazione al 3 luglio 2023 e sarà direttamente il Nasdaq a regolare le ponderazioni.
Le conseguenze per i Magnifici Sette
A subire il ridimensionamento maggiore sarà Microsoft, che lo scorso 3 luglio pesava il 12,8% dell’indice. Seguono Apple con il 12,4% e Google con il 7,3%. A ruota Nvidia (6,9%) e Amazon (6,8%). Chiude Tesla con il 4,5%. Meta, come detto, potrebbe “salvarsi” per il rotto della cuffia dato che al 3 luglio il suo peso sul Nasdaq era pari al 4,4%.
“Sulla base del volume medio giornaliero scambiato negli ultimi 20 giorni per queste azioni e di un ribilanciamento regolare effettuato in cinque sessioni di negoziazione, l’azione più impattata sarà Microsoft – scrive Peter Garnry, head of equity strategy di Bg Saxo -. Gli Etf muoveranno circa il 6,67% del volume medio transato mentre la meno coinvolta sarà Tesla con un 0,50%”.
Il primo grande effetto del ribilanciamento riguarda i fondi comuni di investimento e gli Etf che saranno costretti a vendere parte delle loro quote delle 7 Big Tech, aumentando le loro posizioni sui restanti titoli dell’indice. In circolazione ce ne sono 24 che replicano il Nasdaq 100, il cui valore è di 271 miliardi di dollari. Come spiega Il Sole 24 Ore, “fino ad oggi, volente o nolente, chi investiva 1.000 euro in un Etf a replica Nasdaq, finanziava per circa 500 euro appena cinque aziende”. Dal 24 luglio il finanziamento scenderà a 400 euro, mentre i restanti 600 andranno ai titoli più piccoli quotati nell’indice tecnologico. Secondo Goldman Sachs a beneficiarne saranno soprattutto le dirette inseguitrici, vale a dire le azioni immediatamente successive nell’indice, come Broadcom, PepsiCo, CostCo, Adobe, Cisco e Netflix che potranno contare sui principali flussi in entrata.