Nasce Cherry Bank: la nuova banca nata dalla fusione per incorporazione del servicer Cherry 106 nell’istituto di credito padovano Banco delle Tre Venezie. L’Assemblea degli azionisti dell’istituto di credito ha approvato in seduta straordinaria alcune modifiche dello statuto, tra cui la variazione della denominazione sociale in Cherry Bank. A fianco del nuovo nome, è stata rinnovata la corporate identity, che ha visto il lancio di un nuovo sito web e l’elaborazione di un nuovo marchio per esprimere graficamente l’unione delle due realtà in una sola. Giunge così al termine un percorso iniziato a giugno 2020
La fusione era avvenuta a inizio ottobre 2021, dopo che le rispettive assemblee degli azionisti avevano approvato con ampie maggioranze il progetto promosso da Giovanni Bossi, socio di maggioranza con il 40,7% e amministratore delegato della nuova realtà. A seguito della fusione con Banco Tre Venezie, i preesistenti soci BTV detengono oggi il 49% del capitale sociale della banca post-fusione, mentre gli ex soci Cherry 106 detengono ora il 51%, con appunto Bossi in maggioranza relativa.
Al via rebranding di Cherry Bank dopo l’integrazione tra Banco delle Tre Venezie e Cherry106
La nuova denominazione allude al concetto di “cherry picking” – si legge in una nota – ossia alla capacità di selezionare le opportunità che creano valore per i clienti e per la Banca. Insieme al nuovo nome, è stato realizzato un ampio progetto di restyling della corporate identity, con il lancio di un nuovo sito web, online all’indirizzo www.cherrybank.it, e l’elaborazione di un nuovo marchio per unire i pittogrammi di Cherry106 e Banco delle Tre Venezie, in uno solo.
Ultimato il trasferimento di tutte risorse che operano su Padova presso gli uffici nel Net Center, restano operative le sedi di Milano e Roma e tutte le filiali: Padova, Mestre-Venezia, Treviso, Vicenza e Verona.
“Siamo un’impresa, ancor prima che una banca, che lavora con famiglie, imprese e imprenditori: una banca “contemporanea”, fatta di persone per le persone – ha commentato Giovanni Bossi, ceo di Cherry Bank – Ci piace definirci una “human bank”, che costruisce la sua crescita sul benessere di chi lavora per la Banca, le nostre “cherries”, nella convinzione che sia il primo ingrediente per instaurare una relazione positiva con il cliente e il contesto in cui operiamo”.
“Gli investimenti più importanti che faremo avranno l’obiettivo di valorizzare il patrimonio umano del nostro istituto, che conta 165 persone. Oggi il 21% ha meno di 30 anni e il 62% meno di 40 anni: piani di welfare, qualità degli ambienti lavorativi e soprattutto formazione continua, necessaria per la nostra crescita personale e per quella del cliente, a cui non intendiamo offrire solo delle soluzioni, ma l’opportunità di fare delle scelte consapevoli”, ha concluso Bossi.