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Napolitano striglia il “ribellismo”, gli Indignati lo contestano

Sacchi dell’immondizia e qualche manganellata volano nelle strade limitrofe a via Castiglione, a Bologna, dove Giorgio Napolitano ha tenuto questa mattina il suo discorso da neo dottore in scienze politiche “Sulle difficoltà della politica in Europa e In Italia”. Gli indignati sono scesi in piazza per protestare contro il conferimento della laurea ad honorem al Presidente della Repubblica.

Metto in guardia – ha detto il Capo dello Stato – contro la pericolosità di reazioni, a qualsiasi provvedimento legislativo, che vadano ben al di là di richieste di ascolto e confronto e anche di proteste nel rispetto della legalità, per sfociare nel ribellismo e in forzature e violenze inammissibili”. Al di là degli interessi di parte, degli errori, delle derive populiste che attraversano tutta Europa, Napolitano invita a uno sforzo comune a uno sguardo più alto e, citando più volte il politologo Sartori, difende il ruolo dei partiti, che “possono conoscere periodi di involuzione e decadenza, ma la sola strada che resta aperta è quella del loro autorinnovarsi. Questo vorrei dire soprattutto ai giovani. Tra il rifiutare i partiti e il rifiutare la politica, il passo non è lungo ed è fatale, perché conduce alla fine della democrazia e della libertà”.

Napolitano rende omaggio alla nobiltà della politica e cita ad esempio due grandi personalità: Nino Andreatta e Paolo Bufalini, che furono schierati su fronti opposti, la democrazia cristiana e il partito comunista, ma furono anche fautori, entrambi, della scelta europeista e della scelta atlantica. Durante la sua due giorni bolognese Napolitano renderà nuovamente omaggio ad Andreatta. Alle 16,30 di oggi infatti è atteso alla Fondazione per le Scienze religiose dove verrà scoperta una lapide in ricordo dello statista, con incisa una frase cara ad Andreatta: “La verità, niente di più sovversivo”. 

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