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Napolitano chiede riforme, Governo di nuovo in panne: il nodo Bankitalia ma non solo

La cerimonia di ieri al Quirinale per i cavalieri del lavoro ha fotografato bene la situazione nella quale si trova il governo, pochi giorni dopo aver ottenuto l’ennesima fiducia in Parlamento. Da una parte il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che non esita a dichiararsi “angustiato” per la mancanza di coesione tra le forze politiche e reclama quelle riforme strutturali “impellenti” per la crescita, che ci chiedono gli organismi internazionali. Dall’altra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ormai attestato nel dire che mancano i soldi, che ci sono ancora problemi e che qualcosa alla fine ci inventeremo. Il tutto mentre annuncia che per oggi sarà sciolto anche il nodo dell’indicazione del Governatore della Banca d’Italia.

E purtroppo anche per questa delicatissima scelta, di esclusiva competenza (a livello politico) del presidente del Consiglio sembra che sarà il metodo Rai (lottizzazione e accordi di maggioranza) a prevalere su una rigorosa tutela dei percorsi istituzionali (rispetto assoluto dell’autonomia della Banca d’Italia).

E così, accanto al nome dell’attuale direttore generale Saccomanni, sono ancora in corsa il candidato di Tremonti e Bossi, Grilli, e il terzo uomo Bini Smaghi. Con quest’ultimo che risolverebbe anche i problemi dei rapporti del presidente del Consiglio con il presidente francese, con il quale si è impegnato a liberare il secondo posto italiano, nel board della Bce. In corsa sarebbero anche altri due nomi interni alla Banca: Ignazio Visco, e Anna Maria Tarantola. Come si vede l’evocazione del metodo Rai è tutt’altro che peregrina.

Quanto alle “impellenti riforme strutturali per la crescita”, chieste dal capo dello Stato, anche qui siamo in alto mare. Fermi al “qualcosa ci inventeremo” di Berlusconi. E stando alle indiscrezioni che circolano siamo davvero lontani dalle riforme strutturali. Visto che si parla di pagelle scolastiche e biglietti dell’autobus non più cartacee che farebbero risparmiare soldi allo Stato, di silenzio assenso per le licenze a costruire, e, naturalmente dei soliti condoni. Ma il Governo e il premier sono in difficoltà anche sul fronte delle leggi ad personam. E così dopo che è stato accantonato (almeno al momento) il provvedimento sulle intercettazioni, stessa sorta sembra riservata a quello che dovrebbe introdurre la prescrizione. A conferma del fatto che il Governo è sempre più in “panne”.

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Categories: Politica