“Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal Presidente Berlusconi, e già preannunciate l’8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani”. Lo precisa il Quirinale in merito agli episodi rivelati dall’ex segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, su presunte pressioni esercitate due anni e mezzo fa a livello Ue per ottenere le dimissioni di Silvio Berlusconi da palazzo Chigi.
Nel dettaglio, il Colle ricorda che le riunioni di cui ha parlato Geithner si sono tenute nell’ambito di “consessi europei e internazionali cui il Presidente della Repubblica italiana – al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi – non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo”.
D’altra parte, sulle vicende che condussero alle dimissioni dell’ex Cavaliere nel novembre del 2011, “e dunque alla crisi del governo da lui presieduto e alla nascita del governo Monti – prosegue la nota –, il Presidente della Repubblica, dopo averne già dato conto via via nel corso degli sviluppi della crisi, fornì un’ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto il 20 dicembre 2011 in occasione della Cerimonia di scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche in Quirinale. In quel discorso, così come nel messaggio televisivo del 31 dicembre, possono ritrovarsi tutte le motivazioni relative a fatti politici interni e a problemi di fondo del paese come quelli della crisi finanziaria ed economica che l’Italia stava attraversando nel contesto europeo”.
Per quanto riguarda le critiche dei governi Ue verso l’Italia e suoi impegni nei confronti dei partner europei, il Colle sottolinea che “il Presidente della Repubblica stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, ‘le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia’. Null’altro di pressioni e coartazioni subite dal Presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati fu mai portato a conoscenza del Capo dello Stato”.