E’ necessaria “una svolta capace di condurre a un effettivo rilancio della crescita e dell’occupazione”, perché non basta più “la politica dell’austerità a ogni costo, che è stata finora la risposta prevalente alla crisi dei debiti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando a Strasburgo davanti al Parlamento europeo. Il Capo dello Stato ha sottolineato comunque che l’auterity “è servita per il riequilibrio dei conti pubblici e non si poteva sfuggire a una disciplina di bilancio rimasta carente dopo l’introduzione della moneta unica”.
A questo punto, dopo “i sette anni più duri della storia dell’Ue”, le elezioni europee di maggio saranno “il momento della verità – ha proseguito Napolitano –, da affrontare fino in fondo con tutte le sue implicazioni” per combattere “la sfiducia e il rifiuto verso l’operato delle istituzioni dell’Unione europea, dovuto al peggioramento delle condizioni di vita e di status sociale che ha investito la maggior parte dei membri dell’Unione e dell’eurozona. Il dato emblematico è l’aumento della disoccupazione e l’impennata di quella giovanile”.
Durante il suo discorso, il Presidente è stato interrotto dalla contestazione di alcuni eurodeputati leghisti, tra cui Mario Borghezio e Matteo Salvini, che hanno innalzato manifesti con la scritta “Basta euro”. Il Capo dello Stato ha dovuto interrompere l’intervento, ma l’assemblea di Strasburgo ha fischiato i disturbatori, consentendo a Napolitano di riprendere a parlare dopo un paio di minuti.
“Bisognerà giungere, come chiede il Parlamento e come prevede il fiscal compact – ha proseguito il Presidente –, a collocare la governance dell’unione monetaria dentro quadro istituzionale dell’Unione. Passa di qui un deciso rafforzamento della legittimità democratica del processo decisionale, una questione che si è aggravata nell’opinione generale, alimentando fenomeni di distacco e diffidenza verso l’Ue. Nella crisi di consenso popolare c’è tutto il peso del malessere economico e sociale che l’Unione non ha evitato, ma anche una grave carenza politica sul piano dell’informazione e del coinvolgimento dei cittadini nella formazione delle scelte dell’Unione”.