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Napoli-Milan: Conte si gioca lo scudetto ma occhio a Inter e Atalanta. La Juve di Tudor torna a vincere ma Bologna e Roma non mollano

FIRSTonline

Profumo di scudetto. La domenica di campionato si preannuncia tutt’altro che banale, con Inter, Napoli e Atalanta a sfidarsi, seppur a distanza, in chiave tricolore. Ma le gare in questione, eccezion fatta per Inter-Udinese (ore 18), coinvolgono anche altri obiettivi, a cominciare dalla corsa al quarto posto: Napoli-Milan (20.45) e Fiorentina-Atalanta (15) incideranno in ambo i sensi, finendo per toccare pure chi ha già giocato. Il Bologna non ha nulla da temere, visto che il successo di Venezia (0-1, gol di Orsolini) gli garantisce la zona Champions almeno per un’altra settimana, così come Juventus e Roma, vittoriose contro Genoa e Lecce, ma guadagnare terreno dalle inseguitrici avrebbe comunque un bel peso.

Juventus – Genoa 1-0: Tudor festeggia al debutto con una magia di Yildiz

Buona la prima. L’era Tudor sulla panchina della Juventus inizia con una vittoria importante sul Genoa: un 1-0 che non passerà alla storia per lo spettacolo, ma che potrebbe incidere parecchio nella corsa al quarto posto. Il tecnico bianconero, nonostante i pochi giorni di lavoro, ha voluto dare subito una sterzata sia dal punto di vista tattico (3-4-2-1 con Gatti, Veiga e Kelly, Nico Gonzalez, Locatelli, Thuram e McKennie a centrocampo, Koopmeiners e Yildiz dietro a Vlahovic) che calcistico, con un gioco verticale e diretto come non si vedeva da tempo. La sua squadra, sin dai primi minuti, ha mostrato grande intensità, attaccando la profondità con ritmo e aggressività, mentre il Genoa, ordinato e compatto, si è affidato a lanci lunghi e inserimenti dei centrocampisti per provare a sfondare centralmente. L’episodio clou è arrivato al 25’, quando Yildiz ha sfruttato una sponda di Vlahovic su una rimessa laterale e battuto Leali con uno splendido destro, dopo un dribbling altrettanto bello. Nel secondo tempo i ritmi sono un po’ calati e la Juve ha faticato a creare occasioni, rischiando grosso su un tiro di Pinamonti uscito di un soffio. Col passare dei minuti, complice l’allungamento delle squadre, le palle gol sono aumentate a beneficio dello spettacolo, ma il risultato è rimasto invariato anche grazie alle parate di Leali, bravo su Kalulu, Locatelli e, soprattutto, Weah. Tudor, osannato dallo Stadium (in tribuna c’era pure John Elkann), ha così potuto festeggiare la sua prima vittoria da allenatore bianconero, un bel viatico in vista della delicatissima trasferta di Roma di domenica prossima. Impressioni? La strada è ancora lunga, ma il sistema di gioco sembra essere quello giusto per esaltare le caratteristiche della rosa. Certo, Koopmeiners e Vlahovic sono lontani dai fasti del passato, mentre Yildiz è sembrato addirittura rinato e pronto a trascinare i compagni al tanto agognato quarto posto.

Tudor: “Sono contento, vittoria meritata. Koopmeiners? Momento difficile, va recuperato”

“Sono molto soddisfatto perché i ragazzi hanno dato tutto contro una squadra seria come il Genoa, che sta facendo bene, corre e lotta – l’analisi di Tudor -. Bisogna passare questo momento con il lavoro, qualcosa va migliorato ma la vittoria è strameritata, sono contento anche per i tifosi. Ora ci riposiamo un giorno, poi lavoriamo con tutti una settimana piena. Yildiz? Sono molto contento per lui, ha doti importanti. Mi è piaciuto anche Dusan e dietro abbiamo fatto un grande lavoro, potevamo fare anche un altro gol o due. Koopmeiners? Non è in un grande momento, ma è un giocatore forte e può uscirne solo lavorando dal punto di vista fisco e mentale. È un ragazzo importante per la squadra, va recuperato. Ho trovato dei bravi ragazzi, io sono a disposizione per tutto e possono chiamarmi sempre, ma in allenamento non deve volare una mosca e bisogna andare forte. Ho sentito i cori dei tifosi e sono stati emozionanti. È stato bello, ma ero concentrato perché era importante partire nel modo giusto: la vittoria è più bella di queste emozioni”.

Lecce – Roma 0-1: Ranieri espugna Lecce con Dovbyk e resta in corsa per la Champions

Nel segno di Dovbyk. Un gol dell’ucraino ha permesso alla squadra di Ranieri di conquistare il settimo successo consecutivo, quando ormai sembrava destinata al pareggio contro un Lecce ordinato e costretto, invece, a fare i conti con la quinta sconfitta di fila. Quella che sembrava una partita sotto controllo per la Roma (due occasioni clamorose fallite da Angelino e Koné) si è trasformata così in una vera e propria battaglia, decisa solo da una grande giocata di Dovbyk nel finale. L’obiettivo quasi utopico di arrivare ad aprile in corsa per l’Europa che conta, è stato raggiunto: ora ci sarà un calendario difficile, ma questa squadra non può e non deve avere paura di nessuno. Inizio ingannevole, dicevamo, perché le palle-gol sopraccitate avevano illuso su una serata tranquilla, da portare a casa senza eccessivi patemi. Col passare dei minuti, invece, i giallorossi si sono incartati in un Lecce organizzato, deciso a conquistare almeno un punto per tenere a distanza l’Empoli terzultimo. Krstovic ha sfiorato il palo con un tiro da metà campo, Mancini ha fatto gridare al gol da calcio d’angolo, ma il Var ha annullato per fuorigioco. Ranieri ha provato a sparigliare le carte passando al 3-4-1-2 con Baldanzi dietro a Shomurodov e Dovbyk e la mossa ha pagato. È stato proprio l’ucraino, infatti, a risolvere la partita con una grande azione personale (spallata su Baschirotto e sinistro sul primo palo), trasformando la sfida con la Juve di domenica prossima in un vero e proprio scontro diretto: non si può parlare di spareggio-Champions, ma il significato è simile. A novembre, quando è arrivato Ranieri, non se lo sarebbe aspettato nessuno.

Ranieri: “Bisogna crederci fino alla fine, ai ragazzi ho chiesto di non avere rimpianti”

“Bisogna sempre crederci fino alla fine – ha esultato Ranieri -. La squadra è entrata in campo concentrati, poi sbagliando due gol facili e con qualche errore nostro abbiamo dato al Lecce la possibilità di farci male. Ad ogni modo era importante vincere, questa Roma ha lottato e sappiamo quanto sia difficile giocare queste partite contro squadre in lotta per la salvezza. Dovbyk? Bisogna chiedergli di più per stimolarlo. Lui è bravo quando chiede palla in profondità e noi non sempre lo serviamo, per questo ho chiesto alla squadra di aiutarlo e a lui di capire i movimenti. I gol gli fanno bene. Il quarto posto? Ho chiesto ai ragazzi di non avere rimpianti in estate. Noi dobbiamo dare sempre tutto e poi vedremo, mancano otto partite e saranno tutte difficili. L’importante è far bene, abbiamo fatto 39 punti da quando sono arrivato e speriamo di continuare così. Il prossimo allenatore? Posso solo promettere che chi verrà sarà più giovane di me e che la qualificazione in Champions non inciderà sulla scelta”.

Inter – Udinese (ore 18, Dazn e Sky)

La corsa ricomincia. Udinese, Milan (Coppa Italia), Parma e Bayern (Champions League) sono solo l’inizio di un percorso serrato verso la gloria, a patto di affrontarlo nel modo giusto. Ad Appiano si ragiona partita per partita, o almeno ci si prova: troppo rischioso, infatti, farsi distrarre da calcoli e tabelle. Saranno tre mesi decisivi e difficili, ma è proprio ciò che l’Inter attendeva sin dall’inizio della stagione. Inzaghi lo ha detto chiaramente qualche giorno fa a Coverciano, dove è stato premiato con la Panchina d’Oro, sottolineando che lui e la sua Inter sono esattamente dove volevano essere. Concetti ribaditi alla squadra nei giorni scorsi, perché la voglia di arrivare in fondo dovrà prevalere sull’inevitabile stanchezza di una stagione lunga come non mai (siamo già a 43 partite giocate). Il tecnico deve fare i conti con assenze pesanti dovute a infortuni (Lautaro e Dumfries) e squalifiche (Bastoni), ma in momenti del genere è la testa a fare la differenza, tanto più in un weekend come questo, con le concorrenti alle prese con sfide molto complicate. A dargli una mano ci penseranno gli esterni, tornati a disposizione (olandese a parte) dopo l’emergenza delle ultime settimane. Con Dimarco, Darmian, Carlos Augusto e Zalewski la coperta non è più corta, mentre in mezzo verranno chiesti gli straordinari a Calhanoglu e Mkhitaryan, con il solo Frattesi a insidiare Barella. In attacco, data l’indisponibilità di Lautaro (anche per il derby), spazio a uno tra Arnautovic (favorito) e Correa assieme a Thuram, in cerca di un gol che gli manca addirittura da otto giornate. In casa Udinese, c’è la consapevolezza di trovarsi di fronte a una sfida ardua, ma anche la determinazione di provare a superarla. Runjaic, dopo aver perso Sanchez per l’ennesima volta (problemi al polpaccio, stagione finita?), deve rinunciare anche a Thauvin, sempre alle prese con un fastidio al piede: fermare la capolista senza i due migliori della rosa è ancora più difficile, ma i friulani ci proveranno.

Inter – Udinese, le probabili formazioni

Inter (3-5-2): Sommer; Bisseck, Acerbi, Carlos Augusto; Darmian, Frattesi, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Arnautovic

In panchina: Martinez, Di Gennaro, De Vrij, Pavard, Zalewski, Barella, Asllani, Aidoo, Berenbruch, Taremi, Correa

Allenatore: Inzaghi

Indisponibili: Lautaro, Dumfries, Zielinski

Squalificati: Bastoni

Udinese (3-5-1-1): Okoye; Kristensen, Bijol, Solet; Ehizibue, Lovric, Karlstrom, Payero, Kamara; Ekkelenkamp; Lucca

In panchina: Piana, Padelli, Kabasele, Giannetti, Zemura, Rui Modesto, Atta, Zarraga, Bravo, Pafundi, Davis

Allenatore: Runjaic

Indisponibili: Touré, Sava, Thauvin, Sanchez

Squalificati: Nessuno

Napoli – Milan (ore 20.45, Dazn)

Notte da brividi al Maradona, dove Napoli e Milan si sfideranno in un match delicatissimo, forse addirittura decisivo per i rispettivi obiettivi. La sensazione è che il pareggio non serva a nessuna delle due, anche se un quadro più completo si avrà solo in serata, a risultati altrui acquisiti. La gara conta tanto per entrambe, ma è certamente il Napoli a giocarsi di più. Conte avrà a disposizione quel David Neres imprescindibile per tornare al 4-3-3, o giocarsi la carta di un 4-2-4 ultra-offensivo. Ma l’attenzione, più che sul sistema di gioco, è focalizzata sugli uomini, a partire da Lukaku: l’attaccante è tornato rigenerato dalla sosta, avendo segnato tre gol in due partite con il Belgio, inoltre sa essere una vera e propria sentenza contro il Milan, almeno sotto la guida del tecnico salentino. Le ultime 12 sfide in Serie A tra Napoli e Milan sono state perfettamente equilibrate, con quattro vittorie per parte e quattro pareggi, dopo che gli azzurri erano rimasti imbattuti in tutti gli otto precedenti confronti in campionato, vincendone sei. In casa Milan, invece, l’obiettivo è invertire la tendenza negativa contro le squadre che attualmente lo precedono in classifica. Il Diavolo sogna di dare continuità alla serie positiva iniziata con le vittorie in rimonta contro Lecce e Como, ma deve assolutamente cambiare marcia contro le dirette concorrenti per la Champions League. Finora, il Milan ha raccolto appena sette punti sui trentatré disponibili, ottenendo un solo successo (nel derby contro l’Inter di settembre) quattro pareggi (Lazio, Roma, Juventus e ancora Inter) e ben sei sconfitte (Fiorentina, Atalanta, Napoli, Juventus, Bologna e Lazio). Il distacco dalla zona Champions si spiega anche così, ma ora arriveranno le sfide con Napoli, Fiorentina, Atalanta, Bologna e Roma e il Diavolo dovrà invertire la rotta, pena dire definitivamente addio alle speranze di rimonta.

Conte: “Sarebbe folle non credere allo scudetto, restiamo concentrati e feroci”

“Affrontiamo una squadra forte che aveva l’ambizione di vincere lo scudetto e a gennaio ha inserito giocatori importanti – il pensiero di Conte -. Conceiçao è un ottimo allenatore, ci sarà da soffrire e quindi servirà l’aiuto del Maradona. Lo scudetto? È giusto crederci, siamo a tre punti dalla vetta a poche giornate dalla fine. Come facciamo a dire: vediamo? No, stiamo lì, ci crediamo e guardiamo al primo posto. Le pressioni e lo stress ci sono, ma questa cosa deve renderci orgogliosi. Spesso si collega il risultato per dare un valore a una prestazione, ma io ho rivisto la gara di Venezia, come altre, secondo me erano partite dove meritavamo sicuramente di più. Ci sono ancora delle gara da giocare, può essere tutto e può essere niente, restiamo concentrati sul presente e feroci. C’è ancora da conquistare qualcosa, può essere l’obiettivo massimo, un obiettivo importantissimo o altro… ci sono 9 partite, non si parla di niente e ci si concentra sul presente”.

Conceiçao: “Non ho bisogno di fiducia, ma di risultati. Il quarto posto? Ci crediamo”

“Con Antonio ci siamo affrontati tante volte da giocatori, ma è la prima volta da allenatori – ha sottolineato Conceiçao -. È una gara importante per i nostri obiettivi, faremo di tutto per fare un buon risultato, vogliamo vincere pur sapendo le qualità dell’avversario. Lasciatemi dire una cosa: io devo lavorare, non ho la debolezza di dover avere qualcuno che mi dia rassicurazioni. Non ne ho bisogno, dipendo dai risultati: non sono un bambino che ha bisogno che il papà gli dica che gli vuole bene. Abbiamo due obiettivi, Coppa Italia e quarto posto, più la Supercoppa che abbiamo vinto. Non dobbiamo pensare al derby, del prepariamo due partite non va bene, rischiamo di non far bene né l’una né l’altra, ragioniamo solo sul Napoli. Il quarto posto? Se non ci credessi non sarei qua, l’ambiente è buono e sano per fare un finale di stagione da Milan”.

Napoli – Milan, le probabili formazioni

Napoli (4-2-4): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Gilmour, Lobotka; Politano, Lukaku, Raspadori, McTominay

In panchina: Scuffet, Turi, Juan Jesus, Marin, Mazzocchi, Billing, Anguissa, Hasa, Neres, Okafor, Simeone, Ngonge

Allenatore: Conte

Indisponibili: Contini, Spinazzola

Squalificati: Nessuno

Milan (4-2-3-1): Maignan; Walker, Gabbia, Thiaw, Hernandez; Bondo, Loftus-Cheek; Pulisic, Reijnders, Joao Felix; Abraham

In panchina: Sportiello, Torriani, Florenzi, Terracciano, Jimenez, Tomori, Pavlovic, Fofana, Chukwueze, Leao, Sottil, Jovic, Gimenez

Allenatore: Conceiçao

Indisponibili: Emerson Royal

Squalificati: Musah

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