Faccia a faccia scudetto. Napoli e Milan si preparano al posticipo del San Paolo (ore 20.45) con la consapevolezza che, dopo, nulla sarà più come prima. Il risultato di questa sera, infatti, inciderà non poco sul proseguo del campionato, perfino se dovesse finire in parità: anche in quel caso avremmo evidentemente delle risposte sulla consistenza delle due squadre. Lo scontro tra azzurri e rossoneri è ancora lontano dalle eccellenze del passato, quando Maradona e Van Basten si contendevano gli scudetti, ma ha sicuramente riacquisito importanza, per loro e per gli altri. Da una parte la squadra di Pioli, capolista ancora imbattuta ma tallonata da Juventus e Sassuolo, dall’altra quella di Gattuso, in alto nonostante lo 0-3 a tavolino contro la Juve e il conseguente punto di penalità.
“Tutte le partite sono importanti, non la vedo come un esame finale, credo nella responsabilità dei giocatori – il pensiero di Bonera, oggi in panchina al posto dell’ indisponibile Pioli -. Non è uno scontro scudetto bensì un piccolo tassello, manca davvero troppo alla fine della stagione, ma è fuor di dubbio che andremo a Napoli per imporci”. Non sarà facile, perché di fronte i rossoneri si troveranno il Napoli di Gattuso, ex per eccellenza della serata. Rino, 12 stagioni al Milan da giocatore e 2 da allenatore, non potrà certo fare sconti, tanto più dopo il burrascoso addio del 2019, figlio di incomprensioni sia con Gazidis che con Maldini. Il suo Napoli, paradossalmente, si gioca più dei rivali, essendo partito con maggiore considerazione da parte della critica, pur avendo però diverse defezioni importanti, su tutte Osimhen, alle prese con una lussazione alla spalla rimediata in Nazionale.
A livello di scelte, insomma, sta meglio il Milan, che potrà schierare il 4-2-3-1 tipo (eccetto Leao) con Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Romagnoli ed Hernandez in difesa, Bennacer e Kessié a centrocampo, Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic sulla trequarti, Ibrahimovic in attacco. L’assenza di Osimhen invece induce Gattuso a tornare al vecchio sistema di gioco, dunque 4-3-3 con Meret tra i pali, Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui nel reparto arretrato, Fabian Ruiz, Bakayoko ed Elmas in mediana, Lozano, Mertens e Insigne nel tridente offensivo. Le altre sfide calde della domenica saranno invece nel pomeriggio, con Inter e Roma a ospitare rispettivamente Torino e Parma (ore 15). Per i nerazzurri, attardati in classifica di 5 punti rispetto alla capolista Milan, c’è un solo risultato a disposizione, ovvero la vittoria.
“Il momento è difficile, soprattutto per chi affronta le competizioni europee, però è così dall’inizio dell’anno e sarà così anche dopo Natale – il commento di Conte -. Sicuramente finora i risultati non sono stati soddisfacenti e potevamo fare meglio, ma i nostri numeri testimoniano quello che ho sempre detto e cioè che abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo”. L’Inter, come tutte le big, ha avuto pochissimo tempo per preparare il match, inoltre la sosta le ha “portato in dote” le positività al Covid di Brozovic e Kolarov, togliendole due elementi importanti, sia per oggi che per mercoledì, quando a San Siro arriverà il Real Madrid. Il tecnico però ha comunque la possibilità di fare turnover, dunque opterà per un 3-4-1-2 con Handanovic in porta, D’Ambrosio, De Vrij e Bastoni in difesa, Hakimi, Gagliardini, Vidal e Young a centrocampo, Barella sulla trequarti, Lukaku e Lautaro Martinez in attacco.
Classico 4-3-1-2 anche per Giampaolo, che risponderà con Sirigu tra i pali, Singo, Bremer, Lyanco e Rodriguez nel reparto arretrato, Meité, Rincon e Linetty in mediana, Lukic alle spalle della coppia offensiva composta da Verdi e Belotti. Esame importante anche per la Roma, che in caso di vittoria sul Parma si candiderebbe ufficialmente per la lotta scudetto. I giallorossi, partiti in sordina in un clima di sfiducia generale, si sono sin qui comportati egregiamente, ora però devono confermarsi e il match col Parma, in questo senso, si preannuncia piuttosto insidioso. Fonseca infatti deve fare a meno di diversi giocatori, vuoi per il Covid (Dzeko e Kumbulla), vuoi per infortuni vari (Smalling, Fazio, Santon), ma in settimana ha quantomeno salutato l’arrivo del nuovo direttore sportivo Tiago Pinto, anche se solo per gennaio.
“È un grande dirigente e arriva da un grande club, sono contento – ha confermato il tecnico portoghese, prima di parlare della partita -. Dopo i casi di Covid è stato difficile, per precauzione la prima settimana abbiamo lavorato individualmente. Nella seconda invece è andato tutto bene, posso dire che siamo pronti”. All’Olimpico vedremo i giallorossi con un 3-4-2-1 con Mirante in porta, Mancini, Cristante e Ibanez in difesa, Karsdorp, Villar, Veretout e Spinazzola a centrocampo, Pedro e Mkhitaryan alle spalle dell’unica punta Mayoral. Sistema di gioco difensivo invece per il Parma di Liverani, che risponderà con un 5-3-2 che vedrà Sepe tra i pali, Grassi, Iacoponi, Gagliolo, Bruno Alves e Pezzella nel reparto arretrato, Kucka, Hernani e Cyprien in mediana, Inglese e Gervinho in attacco.