Napoli canta, Milano balbetta. La 34° giornata certifica la crisi di una città da sempre al centro del calcio italiano e oggi costretta a litigarsi un sesto posto in classifica, l’ultimo utile per qualificarsi al doppio preliminare di Europa League. Un disastro per l’Inter, settima e attualmente fuori dalle coppe, una magrissima consolazione per il Milan, ancora “dentro” ma in preoccupante calo fisico e mentale.
L’opposto del Napoli insomma, che da ieri torna a sperare nel secondo posto: la Roma è a solo un punto e visto il calendario (i giallorossi dovranno andare a San Siro e poi affrontare la Juve capolista) le ragioni per crederci sono tante. Gli azzurri si presentavano in casa dell’Inter da favoriti e i pronostici sono stati rispettati: lo 0-1 finale infatti non ritrae con esattezza il match di Milano, per lunghi tratti dominato da Sarri e dai suoi.
“La società sostiene al 100% il lavoro di Pioli – il comunicato diramato poche ora prima del match a firma di Zhang Jindong – La strategia di lungo termine si basa anche sulla costruzione di una società solida e di un’organizzazione di livello mondiale, essere parte dell’Inter significa lottare per vincere ogni partita”.
Parole importanti che però non hanno avuto effetto sul campo. A prendersi i 3 punti infatti è stato il Napoli grazie a un gol di Callejon a fine primo tempo (43’), con la gentile collaborazione di Nagatomo, ispiratosi suo malgrado al gesto di Gresko in quel famoso 5 maggio 2002. Prima e dopo tante occasioni azzurre e un’Inter confusa e tremolante, ormai scollegata da una stagione che in molti sperano finisca il prima possibile.
“Lo spirito è stato quello giusto, purtroppo però viviamo un momento in cui siamo poco dinamici e precisi – ha sospirato Pioli – Il Napoli è una squadra molto forte, in più abbiamo commesso un grave errore sul gol decisivo”.
“Avere terminato il match con un solo gol e l’unico rammarico, dovevamo chiuderla prima – il commento di Sarri – Ora andiamo avanti ma senza fare tabelle per il secondo posto, se la Roma dovesse vincerle tutte non potremmo farci niente”.
La vittoria azzurra rende meno amara anche la domenica del Milan, che finisce così per guadagnare un punto sull’Inter nonostante il passo falso di Crotone. Il +3 in classifica sui cugini però non basta per rasserenare il cielo rossonero, sempre più buio dopo l’ultimo periodo che ha portato in dote una sola vittoria nelle ultime 5 partite.
Montella voleva una risposta precisa per cancellare il ko con l’Empoli, invece si deve accontentare di un pareggio (peraltro in rimonta) contro la terzultima della classe. Il Crotone ha azzannato il match con la fame di chi deve vincere per forza per salvarsi e dopo 8’ ha trovato il vantaggio con Trotta, bravo a scherzare Zapata e a battere Donnarumma.
La squadra di Nicola avrebbe anche trovato il raddoppio con Trotta ma l’assistente Preti ha ingiustamente indotto Banti al fuorigioco, annullando così il 2-0. Il Milan, dopo aver comunque rischiato altre volte, ha poi trovato il pari con Paletta (50’) ma non il vantaggio che avrebbe ridato un po’ di smalto alla classifica, sempre più modesta e ormai legata al solo obiettivo sesto posto.
“Torniamo a casa con un punto in più ma anche un po’ delusi e arrabbiati – l’analisi di Montella – Abbiamo sofferto molto il primo quarto d’ora, poi siamo cresciuti e meritato il pareggio. A livello di spirito e volontà non posso rimproverare nulla ai ragazzi, sotto il profilo tecnico però potevamo fare meglio. Nella corsa all’Europa League però non dobbiamo temere nessuno ma guardare solo a noi stessi”.
Una volta Milano si contendeva scudetti e coppe, adesso solo un sesto posto in classifica: un’inerzia triste, che per il momento neanche i milioni dalla Cina riescono a modificare.