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Nadef, Bankitalia: “Guerra Israele causa forti incertezze su crescita. Prudenza in politica di bilancio”

Imagoeconomica

“Il quadro macroeconomico prefigurato nella Nadef è nel complesso plausibile anche se leggermente ottimistico, in particolare alla luce dei più recenti sviluppi interni e internazionali”. È il giudizio espresso da Sergio Nicoletti Altimari, capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, nel corso dell’audizione sulla Nadef davanti alle commissioni bilancio di Senato e Camera e che arriverà nelle Aule di Palazzo Madama e di Montecitorio mercoledì 11 ottobre. Una serie di interventi da cui emerge un clima generale di preoccupazione per le prospettive di crescita del Paese, aggravate dal nuovo conflitto israele-palestinese. Analoghi messaggi arrivano anche dall’Istat che vede per i prossimi mesi una “fase di debolezza” per la nostra economia, dalla Corte dei conti secondo cui “il quadro tendenziale descritto delinea spazi molto stretti su debito e Pnrr” e dal Cnel per cui il nuovo conflitto in Medio Oriente “rischia di produrre squilibri ancora più squilibranti della guerra in Ucraina”.

Secondo Altimari “i rischi che gravano sull’attività economica sono elevati e orientati al ribasso. Le tensioni geopolitiche – legate sia al conflitto in Ucraina sia agli attentati di questi giorni in Israele – generano una forte incertezza circa le prospettive di crescita. Queste ultime potrebbero essere influenzate anche dall’indebolimento dell’economia cinese e, nell’area dell’euro, da una trasmissione particolarmente intensa della stretta monetaria, con un ulteriore irrigidimento delle condizioni di offerta del credito”.

Bankitalia, “Rapporto debito/Pil serio elemento di vulnerabilità”

“In un contesto così fragile – ha proseguito Altimari – è importante che la politica di bilancio sia condotta con estrema prudenza. Scelte percepite come non pienamente in linea con l’obiettivo di sostenibilità dei conti pubblici potrebbero inasprire le condizioni di finanziamento, già restrittive, acuendo le incertezze sugli sviluppi macroeconomici. Su queste percezioni hanno un peso rilevante le valutazioni relative al potenziale di crescita dell’economia, per aumentare il quale sono cruciali gli investimenti e le riforme strutturali”, ha osservato il capo del Dipartimento Economia e Statistica di Via Nazionale aggiungendo che “l’elevato rapporto tra il debito pubblico e il pil è un serio elemento di vulnerabilità: riduce gli spazi di bilancio per fare fronte a possibili futuri shock avversi; espone il Paese al rischio di tensioni sui mercati finanziari; aumenta il costo del debito per lo Stato, e in ultima analisi per le famiglie e le imprese”.

Dinanzi “nuovi oneri di natura permanente (come quelli connessi con la riduzione del numero di aliquote dell’Irpef) o di difficile rimozione (come, presumibilmente, quelli risultanti dal taglio dei contributi sociali) è sempre opportuno individuare coperture certe, di entità adeguata e con natura altrettanto permanente”, ha proseguito il capo del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia aggiungendo che “ciò è particolarmente importante se si pianificano riduzioni del debito esigue in contesti di elevata incertezza macroeconomica“.

I punti di forza dell’economia italiana secondo Bankitalia

Ma non è tutto nero. Perché secondo Via Nazionale “l’economia italiana mostra numerosi punti di forza. Ha riacquistato notevole competitività sui mercati internazionali. Le imprese hanno effettuato ingenti investimenti mostrando fiducia nel futuro e il tasso di occupazione ha raggiunto il valore più elevato dagli anni Settanta. Il settore finanziario è solido anche grazie al basso indebitamento privato. Sono caratteristiche che consentono di trasformare in opportunità di sviluppo i ritardi che pur permangono in più ambiti. Alla necessaria azione sui conti pubblici va affiancato un incisivo sforzo di riforma volto a innalzare il potenziale di crescita dell’economia”.

Bankitalia richiama l’attenzione sul Pnrr

E poi c’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, “alla cui tempestiva attuazione va dedicato il massimo impegno”, secondo Altimari. “È importante che la razionalizzazione degli interventi e la riallocazione delle risorse, come nel caso di RePowerEU, avvengano salvaguardando gli obiettivi complessivi ed evitando di accumulare ritardi”. Poi la stoccata. “Il Governo segnala di avere effettuato una rimodulazione della spesa connessa con il Dispositivo di ripresa e resilienza (DRR), posticipando interventi inizialmente previsti nel 2023 e (in misura minore) nel 2024 al biennio successivo. Nonostante la rilevanza di questo aspetto, la Nadef non fornisce indicazioni puntuali in merito al nuovo profilo. Posticipi sono stati peraltro decisi più volte in passato”.

Istat: “Si conferma debolezza dell’economia”

“Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono per i prossimi mesi il permanere della fase di debolezza dell’economia italiana”. È quanto affermato dal presidente facente funzione dell’Istat Francesco Maria Chelli sempre in audizione sulla Nadef. “Al netto dell’andamento dei fattori “esogeni” internazionali, elementi di freno alla crescita sono legati anche a condizioni di accesso al credito più rigide per famiglie e imprese e al lento recupero del potere d’acquisto delle famiglie”. In termini misurabili “lo stimolo agli investimenti fornito dalle risorse del Pnrr dovrebbe manifestarsi più compiutamente a partire dal 2024; la realizzazione di investimenti pubblici e riforme previste dal Pnrr sarà oltremodo rilevante per il raggiungimento degli obiettivi di crescita previsti dal governo”.

Brunetta (Cnel): “Sentiero molto stretto, impervio e sconnesso”

Quello che si profila è “un sentiero di politica economica, per un paese come il nostro con alto debito e bassa crescita, molto stretto e direi non solo stretto ma anche impervio difficile e sconnesso, di difficilissima percorrenza”. Ha aggiunto il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ribadendo inoltre che ci sono “incertezza e volatilità assolute per la somma di due elementi tragici gravissimi: uno perdurante e l’altro di cui ancora non si conosce il potenziale”, in riferimento ai conflitti in Ucraina e in Medioriente e che quest’ultimo rischia di avere effetti più “squilibranti” del primo.

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Categories: Politica