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Mutui: tassi in crescita per l’effetto spread

Pixabay

A novembre i tassi sui mutui sono aumentati in Italia per il secondo mese consecutivo. Lo rileva l’Associazione bancaria italiana nel suo ultimo rapporto, spiegando che il dato medio è cresciuto all’1,91% dall’1,88 di ottobre. L’incremento – scrive l’Abi – è legato “all’aumento dello spread nei rendimenti dei titoli sovrani”.

In ogni caso secondo Gianfranco Torriero, vicedirettore generale dell’Associazione, la risalita dei tassi “non desta preoccupazione”, perché “ci troviamo in una condizione in cui i tassi di interesse sono a dei livelli mai registrati prima, i più bassi da quando ci sono le rilevazioni e probabilmente anche da prima. Questo è uno dei risultati positivi che giungono dall’appartenenza dell’Italia all’euro”.

SOFFERENZE IN CALO SOTTO QUOTA 40 MILIARDI…

Dal rapporto mensile Abi emerge anche che a ottobre le sofferenze nette delle banche italiane sono scese sotto il muro dei 40 miliardi, a 38,288 miliardi. Prosegue quindi il trend discendente: a settembre le sofferenze ammontavano a 40,221 miliardi e il mese ancora precedente a 40,49 miliardi. Rispetto al picco di 88,8 miliardi registrato nel novembre del 2015, “la riduzione è di oltre 50 miliardi (circa -57%)”. A ottobre, aggiunge Palazzo Altieri, il rapporto con i prestiti totali è stato del 2,26%, dal 2,34% di settembre.

…MA I PRESTITI RALLENTANO ANCORA

Malgrado questo miglioramento dei bilanci bancari, la crescita dei prestiti a famiglie e imprese continua a rallentare. A novembre, secondo il rapporto Abi, il totale dei finanziamenti è aumentato dell’1,53% su base annua, in netta frenata dal +2,07% di ottobre e dal +2,28% di settembre.

A ottobre, sottolinea l’Associazione, l’ammontare complessivo dei mutui ai nuclei familiari ha segnato un +2,3% rispetto allo stesso mese del 2017. Rallenta invece l’andamento del totale dei prestiti all’economia: +1,25% a novembre, da +1,76% di ottobre.

Il mese scorso, aggiunge Palazzo Altieri, l’ammontare dei finanziamenti è stato di 1.727 miliardi, “superiore di circa 25 miliardi all’ammontare della raccolta (1.702 miliardi)”.

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Categories: Finanza e Mercati