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Mutui: nel I semestre crollano le richieste e la rata si impenna del 28%. In picchiata le surroghe

Pixabay

Tempi duri per chi vuole acquistare casa. Secondo il Barometro Mutui pubblicato dal Crif, un’azienda specializzata in sistemi informativi di credito e business, analisi, servizi di outsourcing ed elaborazione di dati, nel primo semestre del 20223 l’importo dei mutui a tasso variabile collegato all’incremento dei tassi di interesse da parte della Bce è lievitato, con un conseguente aumento della rata media pari a +28% rispetto a metà 2022.

Mutui: crollano le richieste, sale l’importo della rata 

Nei primi sei mesi del 2023, le richieste di mutui sono crollate del 22,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il valore, sottolinea Crif, continua a essere influenzato dal fenomeno delle surroghe che nel primo semestre di quest’anno sono diminuite del 30,8% a fronte di una contrazione dei nuovi mutui erogati pari a -21,6%

Nel I semestre l’importo medio richiesto invece rimane pressoché stabile (-0,6%), con un valore di 144.279 euro, ma se si tengono in considerazione solo i dati del mese di giugno, si registra una leggera contrazione dell’1,1%.

Ma veniamo alla nota dolente per eccellenza. L’aumento dei tassi di interesse stabilito dalla Bce per contrastare l’impennata dell’inflazione continua a manifestare i suoi effetti sul mercato immobiliare e sui mutui. Numeri alla mano, nel mese di marzo 2023 la rata dei mutui a tasso variabile è aumentata in media del 28%  rispetto ai minimi toccati a metà 2022, con un picco del 40% per i mutui di più recente erogazione. In cifre, per quanto riguarda questi ultimi, la rata media si è impennata da 616 a 865 euro mensili. 

“L’impatto è oggi ancora più significativo considerando gli ulteriori incrementi dei tassi di maggio (+0,75%) e giugno (+0,25%)”, sottolinea Crif.

Crif: importi, durata, età. I mutui richiesti ai raggi X 

Il Barometro Mutui di Crif passa ai raggi X le richieste di mutui inoltrate nei primi sei mesi del 2023. Dall’analisi si evince che, per quanto riguarda la fascia di importo, nel I semestre di quest’anno “a vincere”, con circa il 30% sono ancora le richieste per importi compresi tra 100mila e 150mila euro, seguiti con il 25,9% dalle richieste di mutuo per un importo compreso tra i 150mila e i 300mila euro. 

Parlando invece della durata, la fascia più rilevante è quella tra i 25-30 anni, con il 36,7%, mentre 8 richieste su 10 prevedono piani di rimborso superiori ai 15 anni. 

Infine l’età dei richiedenti: le fasce 25-34 e 35-44 anni rappresentano il 61,3% della richiesta, cui segue quella di chi ha 45-54 anni che rappresenta il 23,4%.

Allarme Fabi: 15 miliardi di rate non pagate dalle famiglie

Non solo mutui. L’aumento del costo del denaro, l’incremento dei tassi e la corsa dell’inflazione riducono il reddito disponibile e mettono in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze. Lo dichiara la Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, secondo cui i crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati, a marzo scorso, a 14,9 miliardi: 6,8 miliardi di mutui non pagati, 3,7 miliardi di credito al consumo non rimborsato e 4,3 miliardi relativi ad arretrati di altri prestiti personali. Del totale di 14,9 miliardi, 5,7 sono sofferenze, cioè credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, circa 2 miliardi sono rate scadute. 

I mutui a tasso variabile, colpiti dai tassi in salita, ammontano a 140 miliardi. Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto superano il miliardo. Sileoni: «Da parte della Bce serve più cautela nelle prossime decisioni. Lo spalma-mutui di cui si parla da giorni non è necessariamente a costo zero né privo di rischi. I clienti chiedano consigli in banca prima di prendere decisioni». 

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Categories: Economia e Imprese