Perché i mutui sono più costosi e più difficili da ottenere? Lo spiega la Banca d’Italia con due analisi diverse. Dalla pubblicazione “Banche e moneta: serie nazionali” è emerso il balzo dei tassi sui mutui saliti a giugno al 2,37% dal 2,27% rispetto al mese precedente, mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo si sono attestati all’8,34% (8,25% a maggio). La seconda è l’aggiornamento del rapporto trimestrale sul mercato delle abitazioni, condotta presso 1.465 agenzie di mediazione, da cui emerge non solo che la domanda è vivace e i prezzi tengono ma anche che il 23,9% delle agenzie segnala difficoltà da parte dei potenziali acquirenti a ottenere i mutui per la casa per l’aumento dei tassi.
Mercato immobiliare: la domanda tiene ma si bloccano le compravendite
In Italia, relativo al secondo trimestre 2022, l’indagine condotta presso gli agenti immobiliari, mostra prezzi stabili, con un saldo tra giudizi di rialzo e di ribasso di poco in aumento rispetto alla precedente rilevazione. Anche se la domanda è ancora alta, allo stesso tempo, è diminuito il numero degli operatori che hanno venduto almeno un immobile e il saldo negativo fra i giudizi di aumento e riduzione del numero dei potenziali acquirenti si è ampliato.
Per circa la metà degli agenti, le compravendite si bloccano a causa del mancato accordo sul prezzo tra venditori e acquirenti. I primi ritengono le offerte troppo basse e i secondi troppo alte le somme richieste. A pesare anche la difficoltà nel reperimento del mutuo da parte dei compratori: la quota degli operatori che segnalano tale difficoltà è aumentata di circa 5 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione (al 23,9 per cento).
I tassi sui mutui salgono, sofferenze in calo per le banche
Più in dettaglio, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie, ha precisato Bankitalia sono stati pari all’1,44% (1,19% nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro all’1,97%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,15%. Infine, i tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,31% come nel mese precedente.
Dalla pubblicazione “Banche e moneta: serie nazionali” di Banca d’Italia è emerso anche che i prestiti al settore privato sono cresciuti del 3,2% sui dodici mesi (3,1% a maggio), mentre la crescita dei finanziamenti alle famiglie è stata pari al 4,1% da 4% nel mese precedente e quelli alle società non finanziarie del 2,6 (contro il 2,3% nel mese precedente). I depositi del settore privato sono cresciuti del 3% sui dodici mesi (contro il 4,6 in maggio); la raccolta obbligazionaria è diminuita del 7,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente (-8 in maggio).
Mutui casa, il confronto tra i tassi
Il dato di Palazzo Koch però va però interpretato non distingue tra operazioni a tasso fisso e a tasso variabile. I finanziamenti a tasso fisso sono meno gettonati (attualmente rappresentano poco più della metà del mercato mentre a inizio anno erano oltre il 90%), oggi offerti poco sotto il 3%. Al contrario, aumentano le richieste di mutuo a tasso variabile che da inizio anno sono aumentati in media di mezzo punto attestandosi ancora attorno all’1,5%, sebbene tutte le incertezze legate alle tensioni geopolitiche e al rialzo dell’inflazione.
Tuttavia, il problema del mutuo variabile è che se il valore dell’Euribor – il parametro di riferimento che misura il costo del denaro a breve e che pur non essendo strettamente legato alle decisioni della Bce finisce per recepirle – salisse a breve il costo del mutuo schizzerebbe.
Il divario tra fissi e variabile potrebbe ridursi nelle prossime settimane in base alle nuove condizioni che le banche proporranno a partire dal primo di settembre (a inizio mese di solito vengono aggiornati i tassi).
In definitiva, dopo che per un paio d’anni il tasso fisso ha fatto la parte del leone, ora il trend sembra invertirsi. Ma che sia fisso o variabile l’era dei tassi ai minimi storici è tramontata.
Prezzi case in crescita nei prossimi tre anni: +12% a Milano, +9% a Roma
I prezzi delle case in Italia continueranno ad aumentare nei prossimi tre anni, specialmente nelle grandi città: +12% a Milano e +9% a Roma. Questo è lo scenario prefigurato da Nomisma per il mercato residenziale di qui alla fine del 2024. Rispetto alle previsioni formulate a inizio anno vi sono lievi correzioni al ribasso, ma la guerra, l’inflazione e il rischio di una recessione hanno finora avuto un impatto minore del previsto e la spiegazione data dal centro studi è la domanda abitativa ai massimi storici, ma il mix tra aumento dei prezzi e aumento delle rate taglia fuori dal mercato la fascia più debole dei potenziali acquirenti.
Mutui per la casa: i tassi più alti penalizzano i giovani
I mutui agli under 36 non sono più sostenibili per le banche. Tanto che nel mese di giugno, hanno sospeso l’offerta di mutui agevolati a tasso fisso garantiti dal Fondo di Garanzia prima casa proprio a causa dell’impennata dell’Irs cominciata all’inizio dell’anno. Si tratta del tasso di riferimento per i tassi fissi – ad esempio quello a 20 anni è passato dallo 0,38% di dicembre 2021 all’1,84% medio di giugno – superando le soglie limite indicate ogni 3 mesi da Banca d’Italia, di conseguenza impedendo agli istituti di credito di proseguire con le offerte a tassi agevolati.
Il tutto si è tradotto in una inversione di marcia delle richieste di mutuo da parte della fascia di giovani under 36 che negli ultimi mesi hanno trainato il settore dei mutui con una quota superiore al 30% del totale.