No al lavoro forzato della Cina e alla sua concorrenza sleale ai produttori italiani di pomodoro e sì a salari più alti. Con un’intervista al Financial Times e un’altra al Corriere della Sera Francesco Mutti, il re del pomodoro italiano e Presidente di Centromarca, ha detto quello che raramente gli imprenditori dicono. Ha detto chiaro e tondo quello che il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida non dice, e cioè che è inaccettabile la concorrenza cinese nella produzione di pomodori basata sul lavoro forzato e che perciò l’Europa dovrebbe decidersi a bloccare le importazioni di pomodori dallo Xinjiang. Come non essere d’accordo con Mutti? Ma il re del pomodoro italiano ha detto anche di più al Corriere della Sera dove ha sostenuto, senza mezzi termini, che i salari reali italiani vanno alzati perché altrimenti diventa impossibile attirare i talenti e impedire l’emigrazione della miglior forza di lavoro italiana. Non è mantenendo i salari bassi che l’Italia può vincere la sfida competitiva ma, al contrario, puntando sulla produttività, sull’innovazione e sulla legalità. Bravo Mutti, parlassero tutti così gli imprenditori sarebbe un’altra Italia.
Mutti (Centromarca), il coraggio di dire sulla Cina e sui bassi salari quello che altri imprenditori non dicono
No alla concorrenza sleale della Cina basata sul lavoro forzato e sì a salari più alti in Italia. Francesco Mutti, re del pomodoro e Presidente di Centromarca, ha idee coraggiose e innovative e non ha paura di parlar chiaro