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Musica: le infinite cover di “Que sera, sera”… che divenne anche un coro calcistico

Photo by israel palacio on Unsplash

Que Sera, Sera”, la canzone del film di Hitchcock “L’uomo che sapeva troppo” ha avuto una fortuna immensa con tantissime cover di valore. Ma la ballata appartiene a Doris Day che ne ha fatto una interpretazione irripetibile.

Ci vuole una canzone

Quando nel 1956 Alfred Hitchcock decise di riadattare il suo thriller del 1934 “L’uomo che sapeva troppo”, la Paramount, lo studios che produsse il film, volle che nella colonna sonora ci fosse una canzone. 

Al maestro del brivido, inizialmente indeciso sul da farsi, fu offerta una soluzione perfetta dai parolieri Ray Evans e Jay Livingston. 

Que Sera, Sera (Whatever Will Be, Will Be)” aveva il bel ritmo di un valzer e un ritornello orecchiabile. E Hitchcock, da par suo, riuscì a inserirla magistralmente nella trama del film. 

In sé la canzone è un invito all’accettazione e alla serenità di fronte all’incertezza del futuro e agli interrogativi che le persone si pongono nel corso dell’esistenza.

Il ruolo centrale della musica

Come è noto la trama de “L’uomo che sapeva troppo” ruota attorno al rapimento del giovane Hank, che avviene durante una vacanza a Marrakesh con i due genitori, Ben McKenna, un medico interpretato da James Stewart, e Jo, una ex cantante interpretata da Doris Day.

La musica, nel film, ha un ruolo centrale, quasi decisivo. Una cosa che poteva fare solo Hitchcock.

Il regista, oltre ad affidarsi alla colonna sonora, chiese a Bernard Herrmann che aveva già curato le musiche di “Vertigo”, “Psycho e “Gli Uccelli”, di accompagnare una lunga sequenza muta di grande impatto, ambientata all’Albert Hall di Londra con l’esecuzione della “Storm Cloud Cantata” di Arthur Benjamin diretta dallo stesso Herrmann.

E poi c’è la celebre canzone di Doris Day, “Que Sera, Sera” che assume un duplice significato nel film. È cantata al figlio Hank in due scene chiave. Esprime prima di tutto l’affetto materno per poi diventare un tramite cruciale per la risoluzione di una situazione pericolosa. 

Livingston e Evans portarono a casa l’Oscar per la migliore canzone nel 1957, il loro terzo riconoscimento dopo “Buttons and Bows” per il film “Viso pallido” del 1948 (il pezzo è cantato da Bob Hope) e “Mona Lisa” per il film “La spia del lago” del 1950 (famosa è rimasta la cover di Nat King Cole). 

Anche se all’inizio Doris Day non ne era entusiasta, la sua versione in studio, con Frank De Vol e la sua orchestra, spopolò in tutto il mondo. In effetti la sua interpretazione dei versi della canzone dal carattere fatalistico è insuperabile.

Un mash-up linguistico

Il titolo, un mix un po’ strampalato di spagnolo e italiano, ha preso spunto dal film del 1954 “La contessa scalza” diretto da Joseph L. Mankiewicz ed interpretato da Ava Gardner, Humphrey Bogart e Edmond O’Brien.

Ava Gardner, protagonista del film, sposa un italiano il cui motto di famiglia è “Che sarà, sarà”. Livingston, ispirato dal nome, appuntò la frase al buio su un taccuino, probabilmente in modo non corretto. 

Quando scrissero la canzone per Hitchcock, Evans aggiustò le parole appuntate da Livingston per rendere il titolo più internazionale, visto che lo spagnolo è più parlato dell’italiano. In realtà, la frase è più simile al portoghese “O que será, será” che allo strampalato Spanglish ideato da Evans. 

Comunque sia, “ciò che sarà, sarà” è un concetto molto antico che si può fare risalire addirittura allo stoicismo.

Le cover in tutti i generi musicali

Nel 1973, Sly and the Family Stone reinterpretò completamente “Que Sera, Sera” con una versione funk inclusa nell’album “Fresh”. Il figlio di Doris Day, Terry Melcher, produttore discografico della CBS e implicato nel caso di Charles Manson, fece ascoltare la canzone a Sly Stone. Questi se ne innamorò trasformandola in un pezzo gospel con un groove scatenato. Mentre sua sorella Rose canta le strofe, Sly improvvisa sul ritornello come se cadesse in una sorta di trance.

La versione di Sly diventò un punto di partenza per tantissimi altri artisti, da Holly Cole a Corinne Bailey Rae, che ne fecero delle vere e proprie rivisitazioni.

Il pianista jazz Laurence Hobgood rallentò il ritmo e creò una versione più intima, mentre altri artisti come Normie Rowe and the Playboys e Bria Skonberg proposero versioni più dance.

Paul McCartney produsse una versione per Mary Hopkin con Ringo Starr alla batteria, ma la cantante non ne fu entusiasta e, infatti, non è mai stata pubblicata ufficialmente. 

Ci sono anche versioni più divertenti, come quelle per l’Oktoberfest e altre più rock come la versione di Johnny Thunders.

Nei film

Con il suo titolo esotico e lo stile inconfondibile del musical del 20° secolo, “Que Sera, Sera” è spesso scelta per le colonne sonore di film che richiedono un impatto emotivo immediato, una nota ironica o un brano da ricordare e canticchiare. 

Versioni di artisti come Syd Straw e Sly Stone hanno fatto parte della colonna sonora del dark comedy come “Schegge di follia” (Heathers, 1989). 

Pink Martini ha realizzato una rivisitazione in stile Nino Rota per il thriller comico “Betty Love” (Nurse Betty, 2000), dove Renée Zellweger interpreta un personaggio che ricorda la stessa Doris Day. 

La serie TV “From” (2022, Amazon Prime) ha scelto una versione dei Pixies per i suoi cupi titoli di testa, stravolgendo completamente il brano e omettendo il verso centrale. Questa reinterpretazione richiama lo stile di Leonard Cohen, con una voce recitata a metà tra il parlato e il cantato che si contrappone a un coro angelico.

Fino a inno calcistico

Nel mondo reale, “Que Sera, Sera” ha superato i confini del cinema, diventando anche un vero e proprio inno calcistico

Dai i tifosi che intonano cori come “We’re going to Wem-ber-ley”(o altre destinazioni) fino alle reinterpretazioni più sperimentali, la canzone continua a reinventarsi, dimostrando una versatilità sorprendente. 

Nonostante le numerose versioni esistenti, operistiche, acustiche, elettro, il legame con Doris Day rimane indissolubile, rendendo la sua interpretazione una performance intramontabile.

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Adattato da John Walters, Que Sera, Sera — song from a Hitchcock movie belongs to Doris Day, “The Financial Times”, 11 agosto 2024

Que sera, sera (Whatever Will Be, Will Be)

When I was just a little girl

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I asked my mother what will I be?

Will I be pretty? Will I be rich?

Here’s what she said to me

Que sera, sera

Whatever will be, will be

The future’s not ours to see

Que sera, sera

What will be, will be

When I grew up and fell in love

I asked my sweetheart what lies ahead?

Will we have rainbows day after day?

Here’s what my sweetheart said

Que sera, sera

Whatever will be, will be

The future’s not ours to see

Que sera, sera

What will be, will be

Now I have children of my own

They ask their mother what will I be

Will I be handsome? Will I be rich?

I tell them tenderly

Que sera, sera

Whatever will be, will be

The future’s not ours to see

Que sera, sera

What will be, will be

Que sera, sera

… … … 

Quando ero solo una bambina

Chiesi a mia madre: quale sarà il mio destino?

Sarò bella? Sarò ricca?

Ecco cosa mi disse

Que sera, sera

Qualunque cosa sarà, sarà

Il futuro non si può prevedere

Que sera, sera

Quello che sarà, sarà

Quando sono cresciuta e mi sono innamorata

Ho chiesto al mio amore: come sarà il nostro futuro?

Avremo un cielo sempre sereno?

Ecco cosa mi ha detto il mio amore

Que sera, sera

Qualunque cosa sarà, sarà

Il futuro non si può prevedere

Que sera, sera

Quello che sarà, sarà

Ora ho dei figli e delle figlie

Chiedono alla loro madre: quale sarà il mio destino?

Sarò bello/a? Sarò ricco/a?

Gli rispondo con tenerezza

Que sera, sera

Qualunque cosa sarà, sarà

Il futuro non si può prevedere

Que sera, sera

Quello che sarà, sarà

Que sera, sera

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