Oggi vi accompagnano a conoscere un luogo affascinate, il Museo della Carta di Pescia, una perfetta testimonianza di conservazione della cultura, della storia e della tradizione. Un piccolo viaggio immersivo corredato da immagini e video che ci fanno capire l’importanza di questo luogo.
Il Museo della Carta di Pescia, situato a Pietrabuona, nasce nel 1992 dalla felice intuizione di Ferruccio Belluomini e di Giuliano Carrara promotori di un progetto che riunisce, in una associazione privata, imprenditori del settore cartario, enti pubblici, associazioni e persone fisiche. La missione del Museo è quella di proteggere, tramandare e far conoscere la fabbricazione della carta: attività presente nel territorio pesciatino, in una ininterrotta continuità, sino dalla fine del secolo XV. Il Museo si è insediato negli ambienti rinnovati della ex scuola elementare di Pietrabuona, edificio all’interno del quale sono stati ricavati spazi espositivi, laboratori per attività didattiche, uffici, biblioteca e sala conferenze: un luogo dove è possibile far conoscere la storia della carta dalle sue origini ad oggi. Il Museo ha poi acquistato nel 2003 l’antico opificio andante ad acqua denominato “Le Carte”: una cartiera costruita all’inizio del secolo XVIII che conserva al suo interno intatti e funzionanti tutti i macchinari del 1700 utilizzati per la fabbricazione della carta a mano. L’edificio completamente restaurato, reso nuovamente funzionante e adeguato alle esigenze di un museo contemporaneo – i lavori sono iniziati nel 2011 e termineranno presumibilmente nel 2024 -, diverrà la nuova sede del Museo della Carta di Pescia: un centro polivalente nel quale verranno collocati il percorso espositivo con la produzione didattico-dimostrativa della carta fatta a mano, gli uffici, le sale conferenze, gli spazi per esposizioni permanenti e per le mostre temporanee, il deposito delle collezioni e dell’archivio cartaceo. Il Museo ha ricevuto infatti in dono circa 7000 pezzi composti da forme da carta filigranate, cere da filigrana, punzoni metallici, teli filigranati, timbri ed altri utensili e oggetti per la fabbricazione della carta, dalle antiche Cartiere Magnani di Pescia. Le Cartiere Magnani hanno voluto inoltre donare al Museo tutto il loro archivio aziendale, già sottoposto a vincolo dalla competente soprintendenza nel 1978 e considerato, visti i suoi 600 metri lineari complessivi, uno dei più importanti archivi d’azienda italiani. Il 9 aprile 2016 il Museo ha inaugurato la nuova ala archivio presso l’antico opificio Le Carte dove tale documentazione ha trovato la sua sede definitiva: una volta inventariato e catalogato secondo i principi della moderna archivistica la documentazione potrà finalmente essere messa a disposizione degli studiosi e di tutti quelli che ne faranno richiesta. Il Museo ha un forte e radicato rapporto con il territorio di riferimento: ne è espressione, ne interpreta le istanze di conservazione di una tradizione radicata nella memoria collettiva, è presidio di salvaguardia architettonica, sociale, artistica, economica, culturale ed ambientale. Il Museo, infine, su scala territoriale più vasta ha stretto collaborazioni con varie istituzioni locali. In particolare insieme al Distretto Cartario di Capannori, al comune di Pescia, al comune di Villa Basilica, alla provincia di Pistoia e a quella di Lucca ha dato vita al progetto la “Via della Carta in Toscana”: realtà produttive, musei, iniziative formative e culturali riunite in un sistema che integra turismo, cultura e aziende del settore.
Intervento di Massimiliano Bini, Direttore del Museo: “Le prime ipotesi in merito all’istituzione di un museo della carta a Pescia vennero avanzate alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso da Carlo Cresti, responsabile per la Toscana di un più vasto progetto di ricerca relativo all’organizzazione di un sistema dei musei scienti ci italiani. L’indagine conoscitiva a datagli e la relativa pubblicazione degli atti del 19881 aprono per la prima volta la storia della carta in terra di Pescia in una prospettiva museologica e dettavano spunti e ri essioni che, come vedremo, non sono andati disattesi.
Cresti, pur mettendo in guardia da velleitarie operazioni di recupero e dalla tentazione di trasformare ogni opi cio in un monumento e ogni monumento in un museo, plaudeva alla creazione di un “Centro di documentazione sull’antica lavorazione della carta” che avesse lo scopo di censire, di catalogare documenti e di elaborare dati relativi alle singole cartiere ed alle tecniche speci che delle lavorazioni, in attesa di giungere alla formazione di un vero e proprio Museo della Carta.
Una iniziativa non pretestuosa dunque ma « motivata dal perdurare in loco di una antica vocazione produttiva e dall’attuale legittimo desiderio di analisi e ri essione su aspetti economici, sociali e culturali strettamente collegati ad una attività (quella cartaria) che ha fortemente segnato la locale realtà urbana e territoriale ».
A fronte di una identità territoriale così sedimentata lo studioso consigliava alle forze politiche e produttive locali un approccio concreto per il possibile riuso dei reperti di archeologia industriale, auspicava l’acquisizione di ‘collezioni’ di provenienza privata, individuava, realisticamente, « due o tre dei manufatti edilizi di maggiore signi canza tipologica e di migliore conservazione anche delle attrezzature idrauliche » che sarebbero dovuti diventare oggetto di restauro, indicava, in vista di una impostazione territoriale complessiva, una ipotesi di percorso e concentrava la sua attenzione sulla «cartiera ‘Le Carte’ (di proprietà Magnani) dove ancora si producono (pur se in quantità limitata) carta pregiata e ligrane con l’antico metodo ‘a mano’ »
A seguito di queste precise indicazione, un gruppo di soci pubblici e privati, in particolare aziende operanti nel settore cartario, dette vita nel 1992 all’Associazione Centro di Documentazione sulla Antica Lavorazione della Carta che si insediò nei ristrutturati ambienti dell’ex scuola elementare. Il Centro, espressione di una volontà collettiva ispirata alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio cartario pesciatino, si è quali cato in una prima fase quale riconosciuto presidio territoriale ponendosi l’ambizioso obiettivo di dare piena attuazione alle linee guida dettate da Cresti e ha ssato, all’interno del proprio statuto, un primo abbozzo di missione museale. In una seconda fase il sodalizio si è adoperato per sollecitare la competente Soprintendenza ad apporre il vincolo di salvaguardia alla settecentesca cartiera Le Carte, risultato che è stato conseguito nel 1995 salvando di fatto il ‘monumento’ da incongrue trasformazioni d’uso. In una terza ed ultima fase il Centro, grazie ad una donazione privata, è riuscito ad acquisire nel 2003 la piena proprietà dell’opi cio potendo così avviare il complesso percorso di ristrutturazione e ha conseguentemente modi cato la propria denominazione sociale in Associazione Museo della Carta di Pescia Onlus.
Negli ultimi 8 anni, grazie soprattutto al progetto di sistema “La Via della Carta in Toscana”,5 è stato possibile acquisire sostanziosi nanziamenti pubblici e privati che hanno consentito nell’aprile 2016 di inaugurare la prima ala del Museo, l’Archivio Storico Magnani, e che permetteranno, con l’ausilio di ulteriori risorse, di completare l’intervento nel prossimo quinquennio. In aggiunta all’impegno per il restauro della cartiera, l’Associazione si è dedicata all’individuazione e al successivo recupero delle collezioni rappresentate da tutti quegli utensili legati alla produzione di carta fatta a mano quali forme da carta ligranate, cere da ligrana, punzoni, timbri, teli metallici e fogli ligranati accumulatisi nel corso dei secoli e che risultavano di proprietà delle ex Cartiere Magnani di Pescia. Al fine di salvaguardare tale ingente patrimonio da possibili dispersioni e al termine di un laborioso processo di persuasione nei confronti della proprietà tali oggetti sono stati donati al Museo nel dicembre del 2004.
Tutto il resto è da scoprire direttamente al Museo della Carta di Pescia…
Inoltre, il 19 marzo 2018, al termine di un lungo percorso e dopo un anno di incubazione effettuato presso il Social Business Lab di Pistoia, è stata costituita l’Impresa Sociale Magnani Pescia Srl.
L’Impresa, in collaborazione con l’Associazione Museo della Carta di Pescia Onlus che ne ha promosso la creazione, ha ripreso la fabbricazione di carta fatta a mano filigranata e di prodotti in carta unici per qualità e per raffinatezza generando nuovi posti di lavoro in una manifattura che nella terra di Pescia affonda le sue radici nel secolo XV.
Il progetto ha preso l’avvio nel 2012 con l’obiettivo, all’epoca ancora embrionale, di riunire al Museo della Carta Mastri Cartai, Filigranisti e Cucitrici, ormai in pensione e provenienti dalla più prestigiosa cartiera della Valleriana ovvero le Antiche Cartiere Magnani di Pescia, e giovani desiderosi di imparare i segreti della carta a mano: un progetto di salvaguardia e di trasmissione intergenerazionale di competenze e di saperi destinati altrimenti a disperdersi.
Nel 2014, all’interno di un programma più vasto denominato La Toscana di Pinocchio finanziato dalla Regione, è stato possibile accedere ad un contributo che ha permesso di realizzare un primo laboratorio sperimentale per la produzione di fogli di carta fatta a mano e nuove forme da carta con filigrane rappresentanti il famoso burattino: il laboratorio e la nuova carta filigranata prodotta sono stati presentati con successo nel 2015 al Fuori EXPO a Milano.
Durante il periodo di incubazione è stato possibile precisare i molti aspetti legati alla nascita di una impresa, quali il piano economico e finanziario, il piano complessivo di marketing, ed ancora la missione e la visione dell’impresa stessa. Il percorso di accompagnamento si è concluso molto positivamente: l’idea proposta è stata ritenuta meritevole di un contributo a fondo perduto ed è stato possibile presentare ufficialmente l’Impresa il 17 aprile 2018 a Pistoia in occasione del Social Business Day alla presenza del Premio Nobel Professor Muhammad Yunus.