Ma non è strano che il video inaugurale con cui Mark Zuckerberg lancia il nuovo mondo virtuale di massima connettività e immersività – metaverse – si svolga proprio dentro un museo?
Il video è molto interessante per quello che rappresenta. Il nuovo mondo della realtà aumentata immersiva. La configurazione “metaverse” rappresenta una modalità innovativa per mescolare tecnologie di realtà aumentata in un contesto tridimensionale finalizzato a creare un mondo virtuale sempre più reale e interattivo. Questa nuova configurazione sarà il futuro con cui potremo vivere nuove esperienze più intense e arricchite da informazioni, stimoli e engagement.
La moda ha già mostrato interesse con il progetto Gucci Garden. Sicuramente altri settori come l’arte, l’automotive e il travel arriveranno a breve.
Quello che però è veramente interessante è il contesto nel quale si svolge il girato del video di Mark. Non un negozio, non un centro commerciale, non un aeroporto, non un hotel di lusso, non una navetta spaziale, non la stratosfera. Bensì un semplice museo, come a significare che il museo sia il luogo più “estremo” per raccontare l’inizio di quello che qualcuno chiama la prossima frontiera della customer experience.
Inoltre, in questo museo ci sono prevalentemente tanti giovani che, non è una grande novità, ma è importante da rilevare.
Mi piace molto questa idea e sono molto contento di questa scelta di location che, di fatto, evidenzia il potenziale sviluppo del museo da mediatore culturale a promotore culturale. Da luogo della conservazione e della protezione a luogo della restituzione e dell’intrattenimento. Da singolo museo a compound museale, fisico e virtuale, ricco di programmi, collaborazioni e alleanze. Quello che ho chiamato MuseoHub.
Senza snaturare e/o modificare lo scopo museale principale originario, forse proprio l’innesto di nuovi scopi e obiettivi incrementali potrebbe rendere maggiormente moderno, attraente e accattivante la proposta museale. Forse l’introduzione di queste nuove innovazioni e tecnologie potrebbe sfondare il tetto immaginario della capacità di dialogo e di ascolto del museo aprendo nuovi scenari e nuove frontiere oggi inimmaginabili.
Penso che, dato questo inizio scoppiettante, il futuro sarà ricco di seguaci e il rischio di rimanere indietro potrebbe provocare un invecchiamento precoce.
Un museo è un luogo dove si dovrebbe perdere la testa. Renzo Piano