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Murray batte Djokovic in finale: Wimbledon torna British dopo 77 anni

Dopo 77 anni l’attesa è finita: un suddito di Sua Maestà ce l’ha fatta. Andy Murray (a breve “Sir”) ha vinto Wimbledon, il torneo di tennis più prestigioso al mondo. Lo scozzese si è imposto sul numero uno del ranking, Novak Djokovic, in tre set: 6-4, 7-5, 6-4.  

Una finale nervosa, tirata, condita da un insolito numero di errori da parte del serbo, che ha sprecato un break di vantaggio sia nel secondo sia nel terzo set. Alla fine Murray ha fatto la differenza con una prima di servizio più solida, con il consueto talento in difesa e soprattutto con la capacità di gestire la pressione più incredibile della sua carriera.

I fantasmi dell’anno scorso (quando Andy fu costretto a inchinarsi in finale a re Roger Federer) sono tornati a infestare il campo centrale soprattutto nell’ultimo turno di servizio, quando lo scozzese si è fatto annullare tre match point consecutivi dall’avversario, prima di salvare altrettante palle break e riuscire infine a chiudere l’incontro.

“Guardare quell’ultimo game è stato una tortura”, ha detto l’intervistatrice durante la premiazione. Memorabile la risposta di Murray: “Immagina giocarlo…”. 

Nella festa britannica una fetta di gloria va anche all’Italia: il 17enne Gianluigi Quinzi ha vinto il torneo juniores di Wimbledon, battendo in finale Hyeon Chung, minuto ma rapidissimo coreano. Due set di battaglia, giocati ad un livello altissimo per una coppia di tennisti adolescenti. Alla fine l’italiano si è imposto per 7-5 7-6(2) in un’ora e 45 minuti. Si tratta del secondo successo per l’Italia dei piccoli in questo torneo, arrivato 26 anni quello di Diego Nargiso.

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