Per Mps l’aggregazione richiesta dalla Bce può essere “un’opportunità profittevole, non un problema insormontabile”, anche perché – nel contesto attuale – il consolidamento è il modo migliore per “migliorare l’efficienza operativa”. Lo ha detto l’amministratore delegato dell’istituto senese, Fabrizio Viola, durante la relazione sul bilancio 2014 all’assemblea degli azionisti, riunita oggi per approvare i conti, un aumento di capitale fino a 3 miliardi di euro e il rinnovo degli organi sociali.
Il manager ha illustrato l’esercizio chiuso “con una perdita da 5,4 miliardi, che conclude un triennio in cui si sono registrati 10 miliardi di perdite cumulate e quasi 14 miliardi di rettifiche complessive, con svalutazioni di avviamenti per 2,3 miliardi. Questa è l’evidenza più chiara della situazione straordinaria non solo per il contesto economico, ma anche aziendale”, ha aggiunto Viola, sottolineando “l’enorme mole di lavoro fatto, pur in un contesto molto difficile, per eliminare molte debolezze e rafforzare la Banca”.
Secondo l’amministratore delegato, “il futuro sarà un futuro migliore e questo è il presupposto per presentarsi a una fase delicata, come può essere quella di un’aggregazione, con le carte in regola e il vestito stirato”. Non esiste infatti una via alternativa per tornare a remunerare il capitale: con i tassi d’interesse al minimo storico e i vincoli di capitale imposti dall’Europa – ha spiegato Viola – la Banca non può incrementare i ricavi “solo con la crescita dei volumi”.
Sul versante azionario, il titolo di Mps perde il 2,11%, dopo aver festeggiato ieri in modo sobrio (+0,8%) l’incasso da 210 milioni che arriverà dalla cessione del 10,3% di Anima Holding a Poste Italiane. L’attenzione del mercato è ora attratta dalla vicenda Nomura: secondo quanto emerso negli ultimi due giorni, la Banca centrale europea ha chiesto all’istituto senese di chiudere i contratti in corso con la Banca giapponese relativi ai derivati Alexandria in quanto l’operazione determina “un elevato livello di rischio”.
I vertici di Mps stimano che l’impatto negativo di una chiusura dei contratti sarebbe di circa un miliardo di euro, al lordo dell’effetto fiscale. Inoltre, questa mossa potrebbe indebolire le azioni legali in corso per ottenere dei risarcimenti. La Bce ha comunque ribadito che i contratti dovranno essere chiusi entro fine luglio, a meno di impedimenti legali, e per questo Mps ha sottoposto la questione alla Procura di Milano.
Infine, il rinnovo del vertice. Scontata la conferma del target Viola-Profumo ma proprio il presidente ha sollecitato una sua sostituzione “in tempi brevi”. “Abbiamo dato un mandato congiunto – afferma il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich entrando all’assemblea di Banca Mps – e certamente anche altri soci possono avere voce in capitolo. Vogliamo trovare una soluzione adeguata” aggiunge Clarich spiegando che non ci sono preclusioni di genere per la scelta “basta che abbia meno di 70 anni”. “Ci sono già dei nomi al vaglio”, aggiunge il presidente della Fondazione Mps azionista con il 2,5% del capitale della banca.