Il cda di Mps riesce finalmente a varare il nuovo piano di ristrutturazione concordato con l’Europa e il Ministero dell’Economia per il periodo 2013-2017 che sostituisce quello varato per il periodo 2012-2015. Alla comunità finanziaria sono state presentate le linee guida del programma di azione al 2017 in attesa dell’approvazione da parte della Commissione Europea prevista entro la data della relazione trimestrale fissata per il 14 novembre. Per i dettagli si dovrà insomma attendere quella data. È stato comunque alzato il velo su alcuni dei punti più controversi degli ultimi mesi, dalle remunerazioni ai manager all’ulteriore taglio dei costi.
In particolare Mps per quanto riguarda la remunerazione dei Top manager si è impegnata a “rispettare il limite massimo di remunerazione – concordato con la Commissione Europea per un importo pari a 500.000 euro – fino completamento dell’aumento di capitale o al rimborso integrale dei Nuovi Strumenti Finanziari (i Monti bond ndr).
Sul fronte dei costi la chiusura degli sportelli a fine 2017 sale a 550 unità da 400 previste nel piano al 2015 (e già chiuse a settembre 2013) mentre i tagli di personale prevedono complessivi 8.000 esuberi al 2017 dai 4.640 previsti nel piano 2012-2015, di cui 2.700 già effettuati a fine giugno 2013, per ridurre il costo del personale di 500 milioni. “Per la quota rimanente – si legge nella nota – di circa 5.300 dipendenti, oltre alle operazioni industriali di cessione delle attività non strategiche e di esternalizzazione, il Piano prevede soluzioni che consentano il raggiungimento degli obiettivi con il minor impatto occupazionale possibile attraverso il ricorso al Fondo di solidarietà, nell’ambito delle previste fasi di confronto con le organizzazioni sindacali”. Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, si ègià detto “estremamente preoccupato per il numero degli esuberi e la mancanza di chiarezza sul Fondo di Solidarietà”.
La riduzione delle spese amministrative è poi passata da 285 milioni di euro previsti nel 2015 a 440 nel 2017, di cui 140 milioni di euro circa conseguibili entro il 31 dicembre 2013.I costi operativi sono visti in riduzione così del 4,8% in termini di Cagr 2012-2017, il cost/income in discesa al 50% nel 2017 dal 58,5% del precedente obiettivo al 2015. Si punta poi a ricavi in crescita dello 0,8% in termini di Cagr 2012-2017.
Non solo. Dalla Ue è arrivata la richiesta che se gli obiettivi commerciali sui ricavi e di profitabilità non dovessero essere raggiunti, devono scattare in automatico delle ulteriori misure di contenimento dei costi.
“Non iniziamo da zero ma dopo diversi mesi di duro lavoro dove abbiamo cambiato significativamente la struttura della banca”, ha voluto precisare l’ad Fabrizio Viola durante la conference call di presentazione del piano. “Nell’ultimo anno – ha spiegato – il rilancio della Banca si è materializzato attraverso importanti risultati in termini di riorganizzazione aziendale, sviluppo commerciale e forte contenimento dei costi, pur in presenza di un contesto di mercato più difficile del previsto. Si apre ora la seconda fase che ci vedrà impegnati nel proseguimento del rilancio, nell’esecuzione del Piano di Ristrutturazione e nel rimborso del debito di Stato”.
Mps si è impegnata a rimborsare entro il 2014 3 miliardi di Monti Bond, ossia oltre il 70% del totale e a ridurre il portafoglio di titoli di Stato italiani in Afs da 23 miliardi a giugno 2013 a circa 17 miliardi nominali nel 2017. Una vera e propria roadmap, come l’ha definita Mps nelle slide di presentazione, che prevede nel corso del 2014 il varo del maxi aumento di capitale da 2,5 miliardi (soggetto all’approvazione dell’assemblea degli azionisti e su cui “Bankitalia non ha fatto obiezioni”, ha precisato il direttore finanziario Bernardo Mingrone) e il rimborso, come detto, dei 3 miliardi di Monti bond. Successivamente dal 2015 al 2017 saranno rimborsati gli altri 1,1 miliardi di aiuti di Stato. Il rimborso dei fondi Ltro inizierà con un miliardo nel dicembre 2013 e terminerà agli inizi del 2015. Un percorso che nelle intenzioni dovrebbe portare nel 2017 a 900 milioni di utile netto (600 milioni l’obiettivo del precedente piano al 2015), un Rote di circa 9% entro il 2017 (invece che 7% al 2015) e un capitale regolamentare pienamente conforme ai requisiti (CET1 “phased in” al 10% invece dell’8% al 2015).
“Il piano di ristrutturazione conserva intatte la nostra visione e le priorità strategiche della Banca – ha commentato il presidente Alessandro Profumo – ma consente di accelerarne il rilancio attraverso il rafforzamento patrimoniale ed il piano di rimborso anticipato dei Nuovi Strumenti Finanziari, nel pieno interesse di tutti i nostri stakeholder”. Per i dividendi si dovrà però aspettare ancora. “Non mi aspetto la distribuzione di un dividendo nel breve termine”, ha detto il direttore finanziario di Mps, Bernardo Mingrone, nel corso della conference call con gli analisti spiegando che “la Commissione ha imposto la sospensione dei dividendi ma se riusciremo a raccogliere capitale allora potrà rimuoverlo. Comunque sia non mi aspetto un dividendo nel breve termine”.
In attesa del piano, la cui approvazione era stata preannunciata in una nota nella mattina, il titolo in Borsa è balzato del 6,26% a 0,23 euro con scambi più che doppi rispetto alla media giornaliera dell’ultimo mese (sono passati di mano poco meno di 348 milioni di pezzi).