Evviva. Il decreto con cui il governo ha messo in sicurezza le due banche venete grazie all’intervento di Intesa (“non parlate di regalo – sostiene l’ad Carlo Messina – è completamente sbagliato”) è stato accolto con entusiasmo dal mercato. Com’era prevedibile, sia per il contributo dello Stato, che si fa carico dei crediti deteriorati e dei costi di ristrutturazione (chiusura di filiali e licenziamenti), sia perché finalmente si vede una luce in fondo al tunnel della crisi. Regna l’ottimismo anche su Monte Paschi: l’iter per la ricapitalizzazione precauzionale si è chiuso in maniera positiva, ha anticipato il vice direttore generale di Banca d’Italia, Fabio Panetta. La liquidazione ordinata, poi, solleva peraltro le banche italiane dal pericolo di doversi far carico, in caso di fallimento delle due banche venete, del costo della tutela dei depositi sotto 100 mila euro stimato in 12-13 miliardi di euro.
Ma l’ottimismo delle Borse deve ancora fare i conti con l’ostilità di una parte non secondaria dell’Eurozona, a partire dal ministero delle Finanze tedesco. “Il sistema è ancora a metà del guado”, ammonisce perciò il Financial Times. Le ragioni? È sotto esame la decisione di non procedere alla risoluzione dei due istituti, giudicati sistemici nonostante le due banche rappresentino solo il 2% del totale (ma con una forte concentrazione in una regione). Critiche anche alle condizioni offerte a Banca Intesa rispetto al Santander, che ha pagato 7 miliardi lo sbarco nel Banco Popular (ma lo stesso quotidiano riconosce che l’istituto spagnolo è assai più solido di Popolare Vicenza e Veneto Banca).
SALE IL DOLLARO IN ATTESA DELLA YELLEN
Mercati in attesa delle indicazioni delle banche centrali. Ha preso il via ieri sera il meeting annuale della Bce a Sintra, Portogallo. Euro debole a 1,1186 sui mercati asiatici sull’onda delle dichiarazioni di Mario Draghi a conferma della politica dei tassi europei.
Gli operatori aspettano ora l’intervento di Janet Yellen, che oggi parlerà alla London Royal Academy. Le dichiarazioni dei membri della Fed convergono sulla tesi che l’inflazione è sotto controllo e che sia salutare un nuovo rialzo dei tassi a breve. John Williams della Fed di San Francisco ha detto ieri che “la solidità del mercato del lavoro porta con sé il rischio che l’economia avanzi troppo velocemente, il che potrebbe compromettere la sostenibilità dell’espansione”. Il dollaro è ai massimi da un mese.
PRESIDENTE NEL MIRINO, VOLA LA BORSA DEL BRASILE
La frenata dello yen ha favorito il passo in avanti della Borsa di Tokyo (+0,3%). L’indice Nikkei segna il record dall’agosto 2015 a quota 20.318,11. Senza una direzione precisa le altre piazze asiatiche: piatti i mercati azionari della Cina. In rialzo dello 0,2% Seul, in calo dello 0,2% Mumbai.
La Borsa del Brasile ha chiuso in rialzo del 2,4%. Nel corso della notte è arrivata la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per il presidente Michel Temer da parte della procura generale del Brasile: l’accusa è corruzione passiva. Per avviare il processo davanti al Supremo tribunale di Brasilia serve il voto di due terzi del Parlamento. Ad incriminare Temer, sulla base della denuncia arrivata dall’imprenditore della macellazione, Joesley Batista, è stato il capo della Procura di Brasilia, Rodrigo Janot.
TECNOLOGIA DEBOLE A WALL STREET, VERSO LA MULTA UE A GOOGLE
Seduta contrastata anche per le Borse americane. Ai rialzi del Dow Jones (+0,07%) ha fatto da contrappeso il ribasso dei titoli tech al Nasdaq (-0,29%). L’indice S&P 500 ha chiuso a -0,03%. I mercati vedono sempre più lontana la forte accelerazione della crescita economica sulla quale avevano scommesso nella prima parte dell’anno. Il rendimento del Treasury Bill a dieci anni è sceso sotto i minimi del 2017 a 2,13%, dal +2,15% di venerdì sera: a fine 2016 era a 2,44%.
In calo di un punto percentuale sia Microsoft che Amazon. Vendite anche su Alphabet (-1,42%). Oggi o domani, anticipa il Financial Times, l’Antitrust di Bruxelles dovrebbe infliggere una multa da 1 miliardo di euro a Google per abuso di posizione dominante nel mercato in relazione al servizio Google Shopping. Apple-0,3%. Volano i titoli di Hertz (+13,5%) dopo la notizia che la Mela ha affittato una piccola flotta di veicoli per testare l’affidabilità dei suoi sistemi di guida dell’auto autonoma.
PETROLIO, RIPRESA DEBOLE. EQUITA RIDUCE IL TARGET DI ENI
È riuscito solo in parte il tentativo di rimbalzo dei prezzi del petrolio. Il brent segna un cauto progresso dello 0,4%, a 45,83 dollari al barile, dopo aver toccato un massimo a 46,24 dollari. Il Wti ha chiuso in leggero rialzo a 43,38 dollari al barile.
Le posizioni “speculative” al rialzo sono al livello più basso degli ultimi dieci mesi, preoccupati per la continua crescita delle scorte. La produzione dello shale oil entro l’anno dovrebbe superare i 10,5 milioni di barili. L’aumento della produzione di Libia e Nigeria ha vanificato l’effetto dei tagli decisi a Vienna a fine maggio. Debole il settore Energy: Chevron -0,82%, Exxon -0,45%.
Positivi i titoli a Piazza Affari: Eni in lieve progresso (+0,1%). Equita Sim ha ridotto il target price del titolo del 6%, a 16 euro, confermando il rating buy. Gli analisti hanno abbassato le stime dell’utile per azione 2017-2019 del 14% considerando che lo scenario sul petrolio nel 2017. Tenaris invariata, guadagna Saipem (+1,1%). In calo Saras (-1,6%), nuovo tonfo per Trevi (-3,5%).
MLANO SUPERSTAR, SALE LA FIDUCIA TEDESCA
Le Borse europee hanno marciato al rialzo sotto la spinta delle banche italiane. Ma non sono mancati altri propellenti per il rialzo: il pressing di Daniel Loeb, gestore hedge americano su Nestlé, e la promozione della Grecia da parte di Moody’s.
Nonostante il rallentamento nel finale di auto e petroliferi, la maglia rosa spetta di gran lunga a Milano. L’indice Ftse Mib (+0,81%) chiude d’un soffio sopra quota 21 mila (21.002). Rialzi anche per gli altri mercati del Vecchio Continente. Francoforte +0,29%: l’indice Ifo sul clima degli affari è migliorato oltre le attese degli economisti al livello record di 115,1 punti a giugno, sopra i 114,6 punti di maggio e oltre i 114,4 punti attesi dagli analisti. Parigi è salita dello 0,57%. Madrid avanza dello 0,62%.
Londra ha archiviato la seduta in rialzo dello 0,31%, a 7.446,80 punti. La premier britannica Theresa May e la leader del partito Unionista dell’Irlanda del nord hanno siglato un accordo nell’ambito del quale il governo del Regno unito ha acconsentito ad aumentare la spesa di un miliardo di sterline nel giro di due anni per assicurare il sostegno del Partito unionista al governo di minoranza di May.
VOLA ZURIGO, PRESSING DI LOEB SU NESTLÉ
Meglio di tutti ha fatto Zurigo (+0,98%), al traino di Nestlé (+4,32%). L’hedge fund che Third Point che fa capo allo statunitense Daniel Loeb ha acquistato circa l’1,25% del colosso elvetico, con un investimento di 3,5 miliardi di dollari. Loeb ha incoraggiato l’azienda ad adottare nuove strategie e ha suggerito la cessione della quota in L’Oréal (+3,85%). Loeb, che la settimana scorsa ha incontrato il Ceo di Nestlé, Mark Schneider, ha di recente investito in Unicredit.
AL VIA LE ASTE DEL TESORO. NOMURA: I BTP SONO CARI
Chiusura positiva per il mercato obbligazionario italiano. Secondo Nomura, “il bail out obbligato” delle due banche venete potrebbe essere positivo nel breve per i Btp, ma le difficoltà nel sistema bancario italiano restano considerevoli. “Dati l’elevato livello di non perfoming loans e debito pubblico, unito alle elezioni in agenda nel primo semestre del 2018, restiamo dell’idea che i Btp restino cari”, scrive la Banca.
Rispetto ai 166 punti base venerdì sera in chiusura, lo spread di rendimento ha terminato la seduta a 165 punti base. Poco oltre i minimi da gennaio segnati la settimana scorsa il tasso del decennale italiano, che scende a 1,892% da 1,910% di venerdì sera, dopo un minimo in giornata a 1,87%.
Al via oggi le aste di fine mese. Il Tesoro metterà a disposizione degli investitori fino a 3,5 miliardi di euro tra il Ctz maggio 2019 e i due Btpei maggio 2022 e settembre 2026. A mercati chiusi da Via XX Settembre arriveranno i dettagli dei collocamenti a medio lungo termine previsti per venerdì 30 giugno. Secondo le attese di Intesa Sanpaolo, il Tesoro, che a questo giro renderà noto il programma trimestrale di emissione, dovrebbe lanciare un nuovo Btp 5 anni, accanto alle riaperture del Btp decennale e Ccteu, per un’emissione complessiva da 8,75 miliardi.
In calo a 53 centesimi da 55 punti base della chiusura lo spread Italia/Spagna sul tratto decennale. A zavorrare Madrid l’annuncio di una imminente emissione via sindacato di un nuovo decennale, per la quale è stato affidato l’incarico ad un pool di banche.
INTESA GUIDA IL RALLY, SOTTO I RIFLETTORI BANCA INTERMOBILIARE
A Piazza Affari il rialzo delle banche è stato corale. L’indice di settore ha chiuso con un rialzo del 2,7%. A guidare il rally, ovviamente, è stata Intesa Sanpaolo (+3,5%). Unicredit è salita del 2,2%, Ubi +1,9%, Banco Bpm +3,8%, Mediobanca +2,8%.
Anche i bond senior di Pop Vicenza e Veneto Banca hanno tenuto un buon rialzo per tutta la giornata, superiore ai 15 punti, riportandosi sopra la parità e segnando rendimenti minimi dal collocamento.
Sugli scudi Banca Intermobiliare (+14%), controllata di Veneto Banca che non finisce sotto l’ombrello di Intesa. Dice l’Ad Giorgio Girelli: “Avevamo iniziato a lavorare per creare una banca che fosse autonoma e diventasse un polo di private banking di fascia alta. Adesso riprendiamo quel progetto che aveva avuto un piccolo stop”.
Fa eccezione Carige (-4,4%), che ha toccato nuovi minimi a 0,185 euro sui timori per il destino della banca che dovrà affrontare un impegnativo aumento di capitale ancora da definire.
L’INTERESSE DI ALIBABA SPINGE YOOX
Non solo banche. Riflettori sui titoli del lusso e in particolare su Yoox (+8,7%), dopo le indiscrezioni secondo cui il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba starebbe trattando l’acquisto di una quota significativa del capitale. La società ha chiuso il primo trimestre 2017 con 515 milioni di euro di ricavi, in rialzo del 15,4% anno su anno. La crescita organica, ottenuta depurando gli effetti del cambio, è del 19%, leggermente più forte delle previsioni. Le vendite in Nord America, l’area geografica più importante in termini di contributo al fatturato, sono salite del 21,2% a 161 milioni di euro. Malgrado il rimbalzo, il titolo registra ancora una perdita del 8% da inizio anno. Ferragamo sale dello 0,9%, Moncler +0,9%.
COLPO GROSSO DI ENEL A ROMA, SOTTO PRESSIONE STM
Tra le utilities buon rialzo di Enel (+1%), mentre arretra Telecom Italia (-1,1%). Open Fiber, società del gruppo Enel, ha raggiunto l’accordo con Acea (+0,5%) per la posa della fibra ottica a Roma.
Debole l’automotive: Fca ed Exor cedono lo 0,3%, Ferrari lo 0,25%. Sotto pressione Stm (-2,9%), in sintonia con la debolezza del settore tecnologico europeo. Leonardo -0,9%, Prysmian -1,2%.
Bene Cnh Industrial (+1,46%): Mediobanca Securities ha alzato il target price a 12 euro. Tra le small cap nell’ultimo giorno di negoziazione dei diritti relativi all’aumento di capitale il titolo Pininfarina ha archiviato la seduta con un balzo di oltre il 4% e il diritto del 27%.