Gli esuberi necessari per convincere Unicredit ad acquistare almeno una parte del Monte dei Paschi di Siena potrebbero arrivare a quota 7mila. Lo scrive oggi Il Sole 24 Ore, sottolineando che è ancora tutta aperta la trattativa fra il ministero dell’Economia, titolare del 64% del capitale di Mps, e la Banca milanese, unico pretendente a essersi fatto avanti per rilevare Montepaschi. Si va avanti ad oltranza.
Proprio il nodo legato al personale è uno dei più complessi da superare per arrivare a un accordo. Secondo il quotidiano di Confindustria, Unicredit avrebbe “individuato in circa 6/7mila il numero degli esuberi della sola Mps”.
Peraltro, il taglio andrebbe realizzato prima della fusione: in caso contrario, difficilmente Unicredit potrebbe giudicare l’operazione sostenibile sotto il profilo finanziario.
In prima linea ci sono gli attuali 15mila addetti agli sportelli del Monte dei Paschi di Siena (un numero largamente superiore alla media del mercato), che dovrebbero ridursi di circa un terzo.
Nel complesso, la sforbiciata sarebbe davvero pesante. Per questo, probabilmente, si accompagnerà al rifinanziamento del fondo esuberi. L’intervento rischia però di appesantire non poco il conto per le casse pubbliche, visto che lo Stato parteciperà anche all’aumento di capitale necessario a coprire i buchi nel bilancio del Monte.
Intanto, Patrizia Grieco ha inviato una lettera ai dipendenti nella quale riferisce che il cda dello scorso primo settembre ha esaminato il percorso fatto finora nella data room dedicata a UniCredit. “L’attività sta procedendo nel rispetto dei tempi e degli impegni stabiliti”, scrive Grieco, per poi aggiungere che il cda “monitorerà e supervisionerà il cammino della soluzione strutturale avviata, ribadendo nei confronti di tutti il massimo impegno affinché siano preservati i valori e il patrimonio di competenze della Banca”.
Grieco non aggiunge altri dettagli sulla trattativa, ma assicura che la banca continuerà a tenere aggiornati i dipendenti sui principali sviluppi.