La Cina rispetta le previsioni. Nel terzo trimestre dell’anno la seconda economia del pianeta è cresciuta a un tasso del 6,7%, in linea con l’obiettivo di chiudere il 2016 con un incremento del 6,5-6,6%. Una buona notizia per i mercati, anche se dietro il rialzo si annida l’insidia bolla immobiliare. Niente però che, almeno per ora, possa disturbare il buonumore dei mercati finanziari, sostenuto dai dati in arrivo dalle trimestrali Usa e dal risveglio delle banche europee.
In questa cornice non spaventa la prospettiva di un rialzo dei tassi, giustificata dalla ripresa dell’inflazione. Anche l’incognita politica non allarma più di tanto: stanotte a Las Vegas Hillary Clinton potrebbe infliggere il colpo da ko a Donald Trump, cui non resta che accusare i media per la sua caduta nei sondaggi. Anche l’Europa, galvanizzata dalla rimonta delle banche italiane, attende con fiducia il direttivo della Bce di domani. Il bollettino di meteo Borsa segnala sereno variabile (meglio non fidarsi).
IL BOOM DEL MATTONE SOSTIENE PECHINO
Le Borse asiatiche avanzano, sostenute dalle notizie in arrivo da Wall Street e da Pechino: a Tokyo Nikkei +0,2%, Seul +0,2%, Taipei +0,5% e Mumbai -0,2%. Sidney +0,4%, in linea con i listini cinesi: Shanghai +0,3%.
“È andata meglio del previsto”, è il commento dell’istituto di statistica cinese ai dati del Pil. Ma non manca una nota di cautela: “La transizione da un vecchio a un nuovo modello di sviluppo è ancora debole ed esposta a rischi domestici ed internazionali”. In particolare preoccupa la dipendenza dal settore immobiliare (+7,1%), il motore principale della crescita assieme alle infrastrutture (+19,4%), sostenute dalla domanda pubblica, mentre rallenta (+6,1%) la produzione industriale. Il boom del mattone è stato spinto dall’aumento dei prezzi delle abitazioni (+25% nell’ultimo anno a Shanghai e Pechino), che le autorità intendono contrastare con misure anti-speculazione.
TRIMESTRALI RECORD GRANDE PERFORMANCE DI GOLDMAN SACHS
Bel tempo stabile sui cieli di Wall Street. Chiudono così in rialzo gli indici principali: Dow Jones +0,42%, S&P 500 +0,62%. Meglio ancora il Nasdaq (+0,85%). L’81% delle società dell’S&P 500 che hanno già annunciato i risultati (52 in tutto) hanno battuto le stime degli analisti. Hanno chiuso in terreno positivo 11 dei 12 comparti del listino.
In grande evidenza Goldman Sachs (+2,2%), che per la prima vota da sei trimestri mette a segno un rialzo degli utili a doppia cifra. I ricavi generati dalle attività di trading nell’obbligazionario sono saliti del 47%, battendo le stime degli analisti. Gli asset gestiti sono saliti al record di 1.350 miliardi, compresi ingressi netti di asset di lungo termine per 14 miliardi di dollari. Tutte le principali banche di Wall Street che hanno già presentato i dati del trimestre, hanno battuto le stime. Citigroup sale dell’1%.
L’Oscar di giornata spetta a Netflix (+19%), grazie al forte aumento del numero degli abbonati: 3,2 milioni fuori dagli Usa contro i 2 milioni previsti. La società per gli ultimi tre mesi dell’anno prevede 1,45 milioni di nuovi abbonati negli Stati Uniti e 3,75 milioni fuori dagli States.
La maglia nera tocca a Intel: -5,4% nel dopo Borsa dopo i risultati. Male anche IBM (- 2,6%): nessun cenno di ripresa dai ricavi, piatti rispetto ad un anno prima, non salgono da 18 trimestre consecutivi.
IL PETROLIO TORNA A SALIRE. SI RIVEDE L’INFLAZIONE
I prezzi al consumo sono saliti a settembre dello 0,3% (+2,2% su base annua), il maggior aumento degli ultimi cinque mesi sull’onda dell’incremento dei prezzi della benzina. Sale il prezzo del petrolio in attesa dei dati sulle scorte settimanali Usa. Il light crude Wti è avanzato di 35 cent a 50,76 dollari al barile. Il brent tratta a 52,15 dollari.
A Piazza Affari tra i titoli petroliferi, Eni sale dell’1,8%. Tenaris +1,4%: il broker Piper Jaffray ha alzato il giudizio a Overweight da Neutral portando il target price dell’Adr (un certificato che rappresenta due azioni Tenaris) a 33 dollari da 21 dollari. Implicitamente il target price di un’azione è 14,9 euro.
MILANO REGINA D’EUROPA. BTP ITALIA RESTA SOTTO I 2 MILIARDI
Euro in sordina (1,0987 sul dollaro) e Borse in salita alla vigilia del meeting della Bce. Non sono in molti a credere che la riunione si concluda con novità di rilievo. Cionondimeno, sul mercato si è diffuso ieri sera un certo ottimismo: la convinzione è che la Bce proseguirà con il programma di acquisto di bond anche dopo la scadenza del marzo 2017.
Piazza Affari si riconferma leader tra le borse del Vecchio Continente con un rialzo del 2,02%, a quota 16.967 punti. In terreno positivo anche gli altri listini: Parigi +1,27%, Francoforte +1,17%, Madrid +1,42%. Londra avanza dello 0,70%. I rialzi più forti sono quelli dei titoli delle materie prime (Stoxx del settore +1,7%) e delle banche (+2,2%).
Si è chiusa con ordini per 650 milioni la seconda giornata di offerta riservata al retail del nuovo Btp Italia 2024, che presenta un tasso cedolare annuo minimo garantito di 0,35% ed è indicizzato all’inflazione nazionale. L’ammontare complessivo si porta quindi a 1,85 miliardi di euro. Si tratta di una cifra inferiore al secondo giorno di offerta del titolo con le medesime caratteristiche – ma con un tasso cedolare di 0,40% – lanciato ad aprile, che nella seconda giornata di sottoscrizione raccolse domande per 1,4 miliardi, che portarono l’importo comprensivo delle richieste del giorno precedente a 3,7 miliardi. L’offerta proseguirà oggi, mentre giovedì si aprirà la finestra dedicata agli istituzionali con possibilità di riparto.
MPS, AVANTI PER ORA CON JP MORGAN. PASSERA IN CONSOB
È stata una giornata straordinaria per le banche italiane, scandita dall’attesa per l’esito del cda di Monte Paschi, ieri in volo a Piazza Affari (+12,8%) sull’onda delle indiscrezioni sul piano Passera. Dopo otto ore di riunione il vertice della banca Monte Paschi ha deciso di “proseguire nell’attuazione dell’operazione di ricapitalizzazione e contestuale cessione delle sofferenze precedentemente comunicata al mercato”. Ovvero si procede sotto la regia di JP Morgan e Mediobanca alla ricerca di investitori che per ora latitano.
Ma Corrado Passera ha comunque incassato un risultato: “Il Cda – si legge ancora – ha preso atto della proposta non vincolante ricevuta dal Dr Passera lo scorso 13 ottobre. Il Consiglio ha deciso di proseguire, subito dopo la presentazione del piano industriale, gli approfondimenti avviati, attraverso i propri advisor”. Insomma, non proprio un pareggio, ma quasi. E la conferma che, per ora, gli unici investitori disposti a metter soldi in Mps li ha trovati l’ex ministro. Con un’avvertenza: i partner di Passera, ieri in Consob per presentare l’offerta, vogliono il controllo della banca.
BANCHE IN VOLO. CRESCE LA FEBBRE DEI MERGER
Il via libera alla fusione tra Banco Popolare (+2,5%) e Pop. Milano (+2,4%) ha sbloccato una situazione “gelata” da vari fattori, a partire dall’incertezza politica. Il comparto italiano sale del 2,7%, meglio dell’indice europeo (+2,3%). E crescono le attese di nuove iniziative per il consolidamento del settore. In quest’ottica il mercato continua a spingere in primo luogo Banca Pop. Emilia (+5,1%) e il Credito Valtellinese (+4,3%).
Accelerano anche i due Big, al traino del report di Bank of America, che ha alzato il giudizio sulle banche europee a Overweight. Unicredit +2,6% sull’onda della possibile cessione di Banca Pekao e di Pioneer: di questo passo, l’istituto potrà abbassare l’entità dell’aumento di capitale necessario per rispettare i parametri di Basilea per le banche sistemiche. Intesa +2,2%.
Frena invece Poste Italiane (-1,4%), impegnata nella ricerca di un finanziamento di 2 miliardi destinato all’acquisizione di Pioneer in competizione con la francese Amundi. Mediobanca Securities mostra un certo scetticismo sulla logica dell’operazione a certi prezzi.
LA LEGGE DI BILANCIO PREMIA LE UTILITY
Brillante Telecom Italia (+3,4%). Mediobanca Securities ha limato il target price sul titolo da 1,27 a 1,23 euro, livello che resta comunque superiore agli attuali prezzi di Borsa. La raccomandazione viene confermata a outperform.
È probabile che la legge di bilancio varata dal governo possa avere un impatto positivo del 4-5% sugli utili di Enel (+2,3%), Terna (+2,98%) e Snam (+3,26%). Barclays ha avviato la copertura con “overweight” e un prezzo obiettivo di 5,5 euro.
Continua il rally di Leonardo (+3,2%) dopo la notizia che il radar del gruppo italiano è stato scelto dalla marina militare degli Usa. StM +1,7%.
FCA RITIRA 74 MILA AUTO IN NORD AMERICA
In flessione Fiat Chrysler (-0,61%). La società ha annunciato ieri sera il richiamo di 74.833 veicoli in Nord America per difetti all’alternatore. Pesa anche la notizia della fermata di un impianto Ford per fronteggiare il calo della domanda.
Arretra il lusso, che risente della debolezza dei conti Burberry. Ferragamo -2%.