Giorni cruciali per le banche italiane in crisi, ma se per Monte dei Paschi la schiarita sembra essere più vicina, resta invece in salita la strada delle due banche venete che domani torneranno a riunire i loro consigli di amministrazioni per parlare nuovamente della ricapitalizzazione precauzionale e del miliardo dei capitali privati necessario per allontanare definitivamente lo spettro del bail-in.
Il dossier più urgente riguarda le banche venete, un capitolo sempre più amaro per gli obbligazionisti della Popolare Vicenza e di Veneto Banca, nonostante il ministro Pier Carlo Padoan abbia escluso il bail-in. Le statistiche Abi segnalano che le sofferenze del sistema stanno rientrando “vicino ai livelli pre-crisi: il tasso di deterioramento ha raggiunto il 2,3% a fine 2016 (era il 3,3% a fine 2015), scendendo al livello del 2008 e scostandosi decisamente dal picco negativo (6%) raggiunto nel corso delle recessioni del 2009 e 2013”. Ma è una magra consolazione, mentre prosegue la caccia al miliardo che, secondo Francoforte, i privati dovranno versare prima che la Ue conceda il via libera alla ricapitalizzazione dei due istituti. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno chiesto ad Atlante un nuovo intervento di ricapitalizzazione.
Intanto, entro la settimana invece dovrebbe arrivare il via libera all’aumento di capitale del Monte dei Paschi, che finirà sotto il controllo del Tesoro. Accanto a quest’operazione prenderà il via la cartolarizzazione di crediti in sofferenza per 27 miliardi, che saranno rilevati, al 20% circa del valore, da un veicolo partecipato da Atlante, da Fonspa e dal fondo Fortress. La cordata sarà poi rafforzata dalla cessione di una parte degli Npl a Elliott partner (garante dell’operazione di acquisto del Milan), mentre 3,3 miliardi di Gacs, cioè di titoli che godono la garanzia del Tesoro, finiranno sul mercato.