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Mps: Mussari in Procura, l’azione crolla

L’ex presidente della banca ha varcato il portone della Procura senese alle 15:30 – L’avvocato “Per ora stiamo in silenzio” – Intanto Fabrizio Viola, ad attuale di Monte Paschi, spera in un nuovo socio “ma non ce n’è pronti a investire” – Continua il crollo del titolo in Borsa, dove ormai ha annullato tutti frutti del rally di inizio anno

Mps: Mussari in Procura, l’azione crolla

VIOLA (MPS) SPERA IN UN NUOVO SOCIO. IL TITOLO SI SGRETOLA
MUSSARI IN PROCURA. L’AVVOCATO: “PER ORA STIAMO IN SILENZIO”

”Auspichiamo che si creino in tempi brevi le condizioni per un interesse da parte di soci finanziari stabili e di qualità per la banca’. Ma in questo momento nuovi soci non ce n’è pronti ad investire”. Mentre l’ad di Monte Paschi, Fabrizio Viola, pronunciava in mattinata queste parole al Salvadanaio di Radio 24 il titolo della banca senese scendeva in Piazza Affari a quota 0,2208 (-4,8%) annullando del tutto i frutti del rally di inizio anno, prima che la stangata sui derivati e l’esplosione del caso politico azzerassero i benefici del rinvio di Basilea 3. Roba di un mese fa, ma sembra passato davvero un secolo. Sotto la scure delle inchieste e dell’offensiva scatenata dopo la concessione dei Monti bond, lo stesso Viola deve prender atto che “ancora il mercato non crede a quello che potrà essere il miglioramento dei fondamentali implicito nel piano industriale”.

“Cosa comprensibile, aggiunge Viola, visto il particolare momento che stiamo vivendo. La posizione del presidente e mia è che si creino in tempi brevi le condizioni per un interesse da parte di soci finanziari stabili e di qualità per la banca”. Azionisti nuovi, pronti a rispondere all’aumento di capitale di un miliardo con rinuncia a diritto d’opzione “ cosa che presuppone che questo aumento sia presumibilmente sottoscritto da azionisti oggi non presenti nel capitale della banca”, ha concluso Viola.

Fosse solo questione di sfiducia nei confronti del turnaround di Rocca Salimbeni. La crisi di fiducia, alimentata dalle bordate del centro destra, ha ormai investito l’intero settore del credito di casa nostra. Perdite ancora maggiori di Mps sono accusate da Unicredit mentre una pattuglia di valori del calibro di Mediobanca, Ubi, Banco Popolare, accusano una discesa del 4 per cento e più.

E’ in questa cornice che Giuseppe Mussari, ex presidente di Mps ma anche dell’Abi, ha varcato alle 15 e 30 il portone della Procura per un interrogatorio che non promette novità sensazionali da quanto ha anticipato il difensore, l’avvocato Fabio Pisillo:”Lo ha dichiarato giovedi’ scorso l’ex presidente Giuseppe Mussari – ha detto – e noi continuiamo sulla stessa linea che e’ quella del silenzio”. La tesi difensiva, del resto, è già nota: banca ed area finanza erano due realtà ben separate. Mussari è pronto a rispondere delle scelte e degli errori della prima (a partire dal prezzo pagato per Antonveneta), scarica la responsabilità della seconda sul direttore generale Antonio Vigni e sul responsabile dell’area finanza Gianluca Baldassari. In questa fase, però, Mussari ha deciso di non parlare prima che l’accusa non sveli le sue carte.

Ha parlato, invece, nel corso della deposizione al nucleo di polizia valutaria a Roma Antonio Rizzo, ex Dresdner Bank, che già nel 2008 davanti ai pm di Milano avrebbe parlato della ‘Banda del 5%’, riferendosi ad alcuni funzionari di Mps. La prova è in alcuni nastri registrati in possesso di Rizzo, il funzionario della Dresdner Bank che avrebbe parlato di tangenti, appunto del 5%, all’interno della banca senese sugli affari gestiti da Mps.

La procura di Trani ha intanto trasmesso ai pm di Siena il fascicolo di indagine aperto su Mps dopo la denuncia di Adusbef. Nell’inchiesta venivano ipotizzati i reati di aggiotaggio, manipolazione del mercato e omesso controllo in relazione a presunte inefficienze nei controlli di Consob e Bankitalia. I pm tranesi Antonio Savasta e Michele Ruggiero continuano invece ad indagare per truffa aggravata e usura in relazione ai derivati emessi da Mps e da Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem.

Ma i riflettori, in attesa di novità dalla Procura senese restano accesi su Piazza Affari, dove il titolo resta inchiodato a quota 0,2208 (-3,89%). Meglio di Unicredit -5,74%, al solito il bersaglio preferito dagli investitori internazionali. Ma è una magra consolazione.

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